giovedì 28 agosto 2014

SHOW ME THE WATER

La NASA, con un video  sponsorizza il suo Global Precipitation Measurament, un programma di ricerca internazionale legato al lancio di un satellite, che fornirà informazioni a livello mondiale, ogni tre ore, sulle precipitazioni sul nostro pianeta.
L'acqua è una risorsa molto limitata sulla terra, non distribuita in maniera uniforme, per cui dobbiamo salvaguardare questa risorsa fondamentale per l'umanità. 

                       

LA NASA

a cura di Alice Biasi a.s. 2013/2014


NASA è l'abbreviazione di National  Aeronautics and Space Administration (in italiano Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche), è l'agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d'America e della ricerca aerospaziale. 
Dopo il Programma Apollo per l'esplorazione della Luna, l'attività spaziale della NASA si è sviluppata attraverso il programma della stazione orbitale Skylab, il lancio di numerose missioni di esplorazione del sistema solare con sonde automatiche e lo sfruttamento dello spazio orbitale terrestre con le navette Space Shuttle. 
La perdita di due Space Shuttle con i relativi equipaggi e i tagli di bilancio hanno indotto la NASA ad accantonare i progetti per nuove esplorazioni lunari con equipaggio umano e per l'invio di astronauti su Marte,  la cui esplorazione continuerà a essere demandata a sistemi robotizzati.
Il 14 settembre 2011 la NASA ha annunciato di aver selezionato il progetto per un nuovo sistema di trasporto con equipaggio umano, denominato SLS Space Launch System, destinato a prendere il posto degli Space Shuttle.

  QUANDO NACQUE LA NASA?

La NASA nacque il 29 luglio 1958 con il National Aeronautic and Space. Diventò operativa l'1 ottobre successivo. La NACA  fino a quel momento aveva gestito la ricerca aerospaziale. La NASA incorporò quindi gli 8000 impiegati della NACA assieme ai suoi 100 milioni di dollari di budget annuale e infrastrutture principali. Successivamente la NASA incorporò o comunque assunse il controllo dell'Army Ballistic Missile Agency (ABMA) poi rinominato Marshall Space Flight Center  e del Jet Propulsion Laboratory.Il primo amministratore della NASA fu T. Keith Glennan che restò in carica fino al 20 gennaio  1961.

IL PRESIDENTE KENNEDY LANCIA LA SFIDA

25 Maggio 1961, Washington. Sono passati soltanto 20 giorni da  quando Alan Shepard è diventato il primo americano a essere stato nello spazio e il presidente Kennedy ha già lanciato la sua sfida successiva ancora più grande. In un discorso, in occasione di una sessione congiunta del Congresso Americano, Kennedy ha annunciato il suo ambizioso obbiettivo: “Credo fermamente che questa Nazione debba impegnarsi a raggiungere l'obbiettivo, prima della fine di questo decennio, di far approdare un uomo sulla Luna e di farlo tornare sano e salvo sulla Terra.” 
La corsa è così iniziata!! Soltanto il tempo dirà se saranno gli Stati Uniti o l'Unione Solvetica a vincere la “corsa nello spazio”.

MISSIONE APOLLO


Il Presidente John F. Kennedy si prefissò l'obbiettivo di  mandare l'uomo sulla Luna e di farlo ritornare sulla Terra entro la fine degli anni '60. 8 anni dopo quel sogno si sta avverando. Fra soli sette mesi, nel Luglio 1969, l' Apollo 11 tenterà il primo allunaggio di un essere umano. 
 Il 20 luglio 1969, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz  Aldrin sbarcarono sulla Luna, mentre Michael Collins rimase in orbita lunare. Apollo 11 fu seguita da ulteriori sei missioni, l'ultima nel dicembre 1972, che portarono un totale di dodici uomini a camminare sul nostro "satellite naturale". 


Dopo lo sbarco sulla Luna nel 1969 ci sono stati numerosi lanci verso gli altri pianeti del sistema solare. L'americana Pioneer 11 raggiunse Giove nel dicembre del 1974 e nel 1979 inviò a terra le prime immagini ravvicinate di Saturno. Successivamente “Voyager” dopo aver visitato Giove e Saturno ha raggiunto Urano nel 1986 e Nettuno nel 1989. 
Gli altissimi costi dei progetti spaziali sono da imputare anche al fatto che solo la navicella poteva  venir recuperata ma non riutilizzata, mentre tutto il resto, comprese apparecchiature costosissime, va completamente perduto. Gli scienziati americani hanno quindi concentrato i loro sforzi nella progettazione di un veicolo che potesse venir usato più volte. È stato così ideato lo Space Shuttle che letteralmente significa “navetta spaziale” in grado di rientrare a Terra  atterrando come un aereo, di fare quindi avanti e indietro tra Terra e Spazio.

COME E' FATTO LO SPACE SHUTTLE?

Il veicolo completo è praticamente un razzo multistadio che si compone in 4 parti. L'orbiter (cioè la navetta vera e propria), simile a un grosso aereo tozzo, è lungo 37 m, più o meno le dimensioni di un DC9. È equipaggiato con tre motori principali, che entrano in azione solo in fase di decollo e funzionano a idrogeno e ossigeno liquidi, due motori ausiliari, che servono per le manovre in orbita, più una serie di razzi minori disposti lungo la fusoliera. Il suo interno è occupato per la maggior parte da una grande stiva, nella quale possono trovare posto carichi di notevoli proporzioni. L'orbiter è fissato a un serbatoio cilindrico alto 47 m, che contiene l'idrogeno e l'ossigeno liquidi necessari ai motori della navetta e che viene sganciato una volta esaurito il combustibile. È questa l'unica parte che va perduta, ma è anche la più economica. 
Ai lati dell'orbiter, sempre agganciati al serbatoio, sono sistemati due razzi ausiliari, a propelente solido, che restano in azione solo due minuti e servono a fornire una parte della spinta necessaria al decollo; assolto il loro compito vengono paracadutati in mare per essere recuperati e riusati.  
Nel 1975 fu portata a termine la missione A./Soyuz (luglio 1975), il primo programma spaziale internazionale a cui presero parte gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. I due veicoli spaziali, partiti a distanza di sette ore l’uno dall’altro, si incontrarono e unirono nell’orbita terrestre e per due giorni gli equipaggi condussero esperimenti in comune.
Il programma Space Shuttle ha subito due battute d'arresto in conseguenza di due tragici incidenti che hanno provocato la distruzione delle navette Challenger nel 1986 e Columbia nel 2003, con la perdita dei relativi equipaggi. Il programma ha avuto termine l'8 luglio del 2011.

LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE 

La Stazione Spaziale Internazionale (in lingua inglese International Space Station o ISS) è una stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica che si trova in orbita terrestre bassa, gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali:
Stati Uniti,  la statunitense NASA
Russia, la russa RKA
Unione europea, l'europea ESA 
Giappone la giapponese JAXA
Canada, la canadese CSA
Viene mantenuta ad un'orbita compresa tra i 330 km e i 435 km di altitudine e viaggia a una velocità media di 27 600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno. È abitata continuativamente dal 2 novembre 2000; l'equipaggio, da allora, è stato sostituito più volte, variando da due a sei astronauti o cosmonauti.

                                                                                                                                                  
ALICE BIASI 1°B

lunedì 18 agosto 2014

GLI OGM, TRA MITO E REALTA'

10 questioni, le più frequenti, sugli OGM: guardiamo in faccia la realtà, sfatiamo alcuni miti e....basta con la paura e l'ignoranza!
Qui potete trovare le Accademie e Società Scientifiche Nazionali ed Internazionali favorevoli agli OGM, riconoscendo la loro sicurezza dal punto di vista alimentare.


                                  

domenica 17 agosto 2014

IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE

Nell'immaginario collettivo Archimede è indissolubilmente legato a due aneddoti. Vitruvio racconta che avrebbe iniziato ad occuparsi di idrostatica perché il sovrano Gerone II gli aveva chiesto di determinare se una corona fosse stata realizzata in oro puro oppure utilizzando (all'interno della corona) altri metalli. Egli avrebbe scoperto come risolvere il problema mentre faceva un bagno, notando che immergendosi nell'acqua si verificava l'innalzamento del suo livello. L'osservazione l'avrebbe reso così felice che sarebbe uscito nudo di casa e avrebbe corso per le strade di Siracusa esclamando "εὕρηκα" (héureka!, ho trovato!). 
Vitruvio riferisce che il problema sarebbe stato risolto misurando i volumi della corona e di un eguale peso d'oro immergendoli in un recipiente colmo d'acqua e misurando l'acqua traboccata. Si tratta però di un procedimento poco plausibile, sia perché comporta un errore troppo grande. Secondo una ricostruzione più attendibile, attestata nella tarda antichità, Archimede aveva suggerito di pesare la corona e un quantitativo di oro uguale in peso immersi entrambi in acqua. Se la corona fosse stata d'oro puro la bilancia sarebbe stata in equilibrio. Poiché invece la bilancia si abbassò dalla parte dell'oro, si poté dedurre che, essendo pari i pesi, la corona aveva subito una spinta idrostatica verso l'alto maggiore, quindi doveva avere un maggiore volume, il che implicava che doveva essere stata fabbricata impiegando anche altri metalli, in quanto tali metalli (come per esempio l'argento) avevano densità minore dell'oro.( da Wikipedia).
Secondo un altro aneddoto,  altrettanto famoso,  Archimede sarebbe riuscito a spostare una nave grazie ad una macchina da lui inventata. Esaltato dalla capacità di costruire macchine che potessero spostare grandi pesi con piccole forze, in questa o in un'altra occasione avrebbe esclamato: “datemi un punto d'appoggio e solleverò la Terra”. 
Vediamo questo simpatico filmato ( con sottotitolo in italiano ) che si riferisce al primo aneddoto.

                         



LE "ORBITE" DI ROSETTA INTORNO ALLA COMETA

A partire dal 6  agosto, giornata ufficiale di “arrivo” a destinazione, Rosetta è quindi “entrata in orbita” a una distanza di circa 100 chilometri dalla cometa , anche se il termine “entrare in orbita” è improprio, almeno per questa fase iniziale della manovra. La sua traiettoria infatti non sarà per il momento controllata dal piccolo campo gravitazionale di 67P/C-G, ma dai motori delle sonda che le permetteranno di eseguire delle triangolazioni attorno al corpo celeste, a distanze via via più ridotte. Solo quando sarà almeno ad appena 30 chilometri potrà sfruttare la gravità della cometa, e forse arrivare a soli 10 chilometri di distanza.
Potete vedere questo molto chiaramente sia nell'immagine che nel filmato.







                              

Questa è un'immagine che Rosetta ha scattato dalla distanza di 100 km circa, cliccare sull'immagine per vedere le altre



Ma..qual è la massa di  Rosetta? Essa è circa  1x10^13 kg +/-10%,  cioè circa  10 trilioni di chili o 10 miliardi di tonnellate!

Considerato che la portaerei italiana Cavour ha una massa di 30.000 tonnellate il conto è presto fatto: la  cometa eguale 100.000 portaerei. 
E la densità?  Calcolando il volume della cometa, si arriva alla  densità di soli 300 chili per metro cubo.  Se si  potesse mettere la cometa  in un oceano terrestre( in fondo non è così grande) galleggerebbe come un pezzo di pietra pomice, quella che una volta si usava durante le abluzioni nei bagni e che ogni tanto si vede galleggiare a piccoli pezzi in mare.


sabato 16 agosto 2014

E' MARCITO, HA FATTO LA MUFFA, HA FATTO I VERMI


Queste espressioni, assolutamente corrette per quanto riguarda l'italiano, sono invece dal punto di vista degli Studi Naturali una enorme sciocchezza, perché i cibi non marciscono in modo autonomo e meno ancora sono capaci di produrre della muffa. I cibi (come quasi tutte le sostanze organiche) marciscono perché dei batteri li decompongono,  le muffe sono degli organismi viventi del Phylum dei funghi; quanto ai vermi, ammesso che siano veramente dei vermi, derivano da uova che il loro genitore deve deporre.
Invece le tre espressioni del titolo sono interessanti come  fossile lessicale, testimonianza di un modo di pensare e poi di una tradizione nemmeno molto antichi.
Questi modi di dire, adesso relegati nella soffitta della nonna, erano accettati anche dalla Scienza, fino al 1864, anno in cui Pasteur dimostrò sperimentalmente che gli organismi non si producono spontaneamente da un qualche substrato.
Prima del 1864,  la questione era costantemente in discussione: alcuni scienziati erano convinti che, come per gli organismi di grandi dimensioni, fosse necessaria una coppia di genitori, o almeno uno; altri invece ritenevano che vermi, lumache, insetti e ancor più i microrganismi, si riproducessero per generazione spontanea da materiale organico o dal fango. Si pensava addirittura che una camicia sporca, abbandonata, potesse dar origine a topi. 
Il punto fondamentale è che allora si pensava che la vita dipendesse da un misterioso flusso vitale, qualcosa di non lontano da una dimensione spirituale. E il flusso vitale è presente nell'aria o forse anche nelle cose morte o in quelle non organiche..... e permette la generazione spontanea, cioè automatica di esseri viventi.
Francesco Redi è il primo scienziato che si e' opposto decisamente all'idea della generazione spontanea:
«Per molte osservazioni molte volte da me fatte mi sento inclinato a credere che la terra, da quelle prime piante e da quei primi animali che ella nei primi giorni del mondo produsse per comandamento del sovrano e onnipotente fattore, non abbia mai più prodotto per se medesima né erba, né albero, né animale alcuno perfetto o imperfetto ch’ei fosse; e tutto quello che ora nascere da lei o in lei veggiamo, venga tutto dalla semenza reale e vera delle piante e degli animali stessi».
Ma soprattutto Redi per la prima volta applicò il metodo sperimentale alla biologia.
Per il suo famoso esperimento preparò alcuni recipienti contenenti una piccola dose di vari tipi di carne;  di questi, una metà li lasciò aperti e gli altri li sigillò accuratamente. Il risultato si dimostrò subito chiarissimo: solo i primi campioni, nei quali le mosche avevano potuto entrare (e, adesso lo sappiamo, deporre le uova), avevano dato origine a larve (hanno l'aspetto di vermini bianchi, ma non sono vermi) che poi si erano sviluppate in mosche identiche alle prime. La carne dei recipienti sigillati, invece, era diventata anch'essa putrida e si era decomposta, ma senza dar luogo a nessuna forma di vita visibile. 
La causa della nascita delle larve non stava in un flusso vitale dell'aria o della materia, ma nelle uova deposte da genitori della stessa specie. 
I risultati furono contestati: il fatto che i contenitori fossero sigillati aveva impedito al flusso vitale di entrare e di manifestarsi. Tutto sommato l'obiezione aveva anche un fondamento: le larve sarebbero comunque morte subito per mancanza di ossigeno.
Allora Redi progettò un secondo esperimento, per quei tempi un capolavoro: questa volta chiuse i contenitori contenenti la carne soltanto con della garza, in modo che l'aria e qualsiasi flusso vitale potessero liberamente passare, ma non le mosche. Ovviamente, senza uova, niente vermini.... e fine delle contestazioni.
La millenaria credenza nella generazione spontanea era stata sconfitta per sempre, almeno a livello di organismi superiori. 
Queste conclusioni vennero presentate da Redi nelle

                                     Esperienze intorno alla generazione degl' insetti:

“Mio Signore.
E' non ha dubbio alcuno che nell’intendimento delle cose naturali dati sono dal
supremo Architetto i sensi alla ragione come tante finestre o porte per le quali o ella si
affacci a mirarle, o elleno entrino a farsi conoscere. Anzi, per meglio dire, sono i sensi
tante vedette o spiatori che mirano a scoprire la natura delle cose e ‘l tutto riportano
dentro alla ragione la quale, da essi ragguagliata, forma di ciascuna cosa il giudizio,
altrettanto chiaro e certo quanto essi sono più sani e gagliardi, e liberi da ogni ostacolo
ed impedimento. Onde acciocché restino sincerati, molto spesso ci avviciniamo o ci
discostiamo, mutando lume e posto a quelle cose che da noi si riguardano, e molte altre
azioni facciamo, non solamente per soddisfare la stessa vista, ma e l’odorato e ‘l gusto e
l’udito e ‘l tatto in guisa tale ch’e’ non è uomo alcuno, il quale abbia fior d’ingegno, che
ricerchi dalla ragione il giudizio delle cose sensibili per altra via che per quella più
facile e più sicura da’ propri sensi aperta e spianata.” 


Negli anni seguenti la teoria della generazione spontanea venne progressivamente abbandonata. Tuttavia, il diffondersi dei microscopi riaccese il dibattito; bastava infatti  mettere delle sostanze organiche in soluzione  a 20°C-40°C per breve tempo ed ecco che  delle strane "bestioline viventi" apparivano sulla superficie e nell'acqua.
John Turbeville Needham procedette allora a dimostrare che la generazione spontanea è possibile relativamente ai viventi microscopici e semplici. Per uccidere tutti i microorganismi fece scaldare un brodo organico ad alta temperatura (Ma, errore, inferiore a 100°C) versando poi il preparato in provette (Secondo errore, perché anche così si ha una contaminazione, cioè altri esseri microscopici entrano nel liquido dall'aria o dalla superficie delle provette). Ovviamente la vita (Protozoi, batteri, lieviti, ecc) riprendeva e quindi lui convinse se stesso e  molti altri che i viventi  possono scaturire da sostanze organiche morte. Nel 1750 pubblicò i suoi risultati nelle 

"Nouvelles observations microscopiques avec des découvertes intéressantes 
sur la composition et décomposition des êtres organisés "
(Parigi 1750)

Anche scienziati di grande fama come Buffon ci cascarono....... Lazzaro Spallanzani no.
Tra Modena, Reggio Emilia e Pavia Spallanzani lavorò diversamente sulla questione, sterilizzando i campioni (sempre brodo organico) mediante parecchi minuti di  bollitura (A 100°C tutti i microrganismi muoiono, tranne qualche virus, cosa che qui non ci interessa). Immediatamente dopo sigillava il contenitore: fondeva addirittura il vetro del collo delle ampolle, un metodo veramente drastico!
In queste condizioni nessun microorganismo  si sviluppava, dimostrando quindi che ogni vivente deriva da un altro vivente. Dopo quattro anni di lavoro, Spallanzani nel 1765 pubblicò i suoi risultati nelle

"Osservazioni Microscopiche sul Sistema della Generazione de’ Signori di Needham e Buffon"



Tuttavia la faccenda non era ancora risolta, perché secondo alcuni la sigillatura avrebbe impedito l'azione del flusso vitale. In realtà in questo caso la sigillatura non crea problemi perché l'ossigeno contenuto nell'ampolla è più che sufficiente.... ma non importa, di questo non si sapeva proprio niente e chi voleva pensare ad uno spirito-flusso vitale che si manifesta solo se liberamente in contatto con l'esterno o che proviene dall'esterno, continuava a pensarlo.

Louis Pasteur
Il dibattito, spesso in forma piuttosto polemica, proseguì fino a quando l'Accademia delle Scienze di Parigi offrì un premio a chiunque fosse stato in grado di fare luce sull'argomento. 
Il premio fu vinto nel 1864 da Louis Pasteur che attraverso un semplice ma geniale esperimento riuscì a confutare definitivamente la teoria della generazione spontanea. Si tratta di una modifica del lavoro di Spallanzani in quanto egli impiegò per i suoi esperimenti dei matracci (grosse ampolle) a collo d'oca, che permettevano l'entrata dell'aria, ma impedivano a spore e batteri di risalire fino al liquido all'interno. Pasteur, come aveva fatto  Spallanzani un secolo prima, bollì il contenuto dei matracci, uccidendo così ogni forma di vita all'interno, e dimostrò che i microrganismi, incapaci di risalire il lungo collo piegato ad U, non ricomparivano.
Ricomparivano invece se il collo del matraccio veniva spezzato, permettendo così agli agenti contaminanti contenuti nell'aria di entrare.


Riproduzione del lavoro di Pasteur. Da notare i 5 matracci in basso a sinistra, ad uno dei quali è stato rotto il collo, permettendo ai microorganismi di tornare a decomporre il brodo.

(da Oeuvres de Pasteur réunies par  Pasteur Vallery-Radot, 1922 / TRECCANI.it)



martedì 5 agosto 2014

ANCORA UN GIORNO E ROSETTA SARA' ARRIVATA!

Questo è il messaggio inviato 5 ore fa da " Rosetta "




Rosetta si trova ora abbastanza vicino alla cometa  67P tanto che le sue fotocamere riescono a risolvere la forma e le caratteristiche di superficie senza dover interpolare le immagini.Si è potuto osservare che essa è troppo calda e polverosa per essere coperta solo di ghiaccio. Lo sonda dell'Agenzia spaziale europea entrerà nell'orbita della cometa il 6 agosto per una prima analisi ravvicinata in vista dello sbarco a novembre del lander Philae con gli strumenti sviluppati dall'Agenzia spaziale italiana che - per la prima volta nella storia - analizzeranno un simile corpo celeste direttamente sul posto.Secondo le prime analisi dello spettrometro Virtis il nucleo sembra ricoperto da uno strato di polvere, materiale più scuro (che si riscalda ed emette calore più facilmente del ghiaccio quando esposto alla luce solare, un decimo di quella che giunge sulla terra ), con una temperatura stimata di circa -70 gradi centigradi, almeno 20 o 30 gradi più alta di quella che avrebbe una cometa con un nucleo esclusivamente di ghiaccio.  La cometa, secondo il coordinatore scientifico dell'Asi, Enrico Flamini, si sta rivelando una vera sorpresa ed è probabile che molte altre ne riserverà ancora man mano che gli strumenti d Rosetta saranno in grado di analizzarla più da vicino. Riassumiamo le tappe principali  di questo viaggio, che è durato 10 anni, coprendo la distanza di 6 miliardi di chilometri! 
Lancio: 2 Marzo 2004 
Primo fly-by della Terra: Novembre 2005 
Fly-by di Marte: Febbraio 2007 
Secondo fly-by della Terra: Novembre 2007 
Terzo fly-by della Terra: Novembre 2009 
Fase di ibernazione “Deep-space”: Dal Maggio 2011 a Gennaio 2014 Durante il tragitto, Rosetta sfiorerà uno o più asteroidi. 
Approccio alla cometa: Gennaio-Maggio 2014
Mappatura e caratterizzazione della cometa: Agosto 2014, in un'orbita  a soli 100 Km di distanza
Atterraggio sulla cometa: Novembre 2014 
Viaggio in accoppiata alla cometa attorno al Sole: Dal Novembre 2014 al Dicembre 2015 




LA PUNTURA? CHE PAURA

Tutti, ma proprio tutti, sanno cos'è una "puntura" 
Il termine esatto sarebbe iniezione (intramuscolare, endovenosa,  ipodermica,  sottocutanea),  ma la parola più usata è sempre quella: "puntura".
Molti bambini (e non pochi grandi) ne hanno una discreta paura, talvolta molta paura. Paura dovuta in parte al dolore (di solito modesto) e in parte all'impressione dell'ago. Spesso il dolore non è dovuto all'ago, ma alla natura del liquido iniettato.... alcuni antibiotici in sospensione sono particolarmente famosi per questo tipo di  dolore. Le iniezioni comunemente più temute sono quelle che ci regala il dentista per anestetizzare uno o più denti.... fifoni o no, è comunque una cosa che proprio non piace  a nessuno! (Ma comunque sempre meglio che rinunciare all'anestesia....)

Proviamo a vedere la cosa da un punto di vista più tecnico-scientifico: noi assumiamo farmaci in due modi principali: a livello locale (su una piccola parte del corpo) o sistemico (in tutto il corpo).
Nel primo caso usiamo creme, pomate, disinfettanti o anestesie proprio sulla parte del corpo che vogliamo trattare. Se invece vogliamo che il farmaco raggiunga tutto il corpo e qualche organo interno in particolare, sfruttiamo come veicolo l'apparato digerente (sciroppi, compresse, capsule e supposte) o, molto meno frequentemente, l'apparato respiratorio (inalazioni). Entrambe gli apparati consentono l'ingresso del farmaco nel sangue che, come è sua funzione primaria, distribuirà la sostanza a tutte le cellule del corpo.
Occorre però che il digerente sia in buone condizioni e riesca ad assorbire in modo affidabile. Inoltre la sostanza non deve procurare danni o fastidi eccessivi proprio all'apparato digerente e non deve essere danneggiata dai succhi gastrici o enterici; comunque bisogna avere la pazienza (e il tempo!) affinché tutto il farmaco venga assorbito.
Iniettando invece il preparato in un muscolo, i capillari provvedono a immetterlo nel ciclo principale del sangue in pochi minuti. Per accorciare ancora di più i tempi si praticano le iniezioni endovena, direttamente nel sangue
La siringa esisteva molto prima dell'inizio della storia delle "punture" ma era usata per farcire cibi oppure per "irrigazioni" cioè per pulire o disinfettare piaghe o per iniettare liquidi nelle cavità naturali del corpo. Non terminava con un ago ma con un beccuccio più o meno grosso, adatto per farcire i bigné, ma non certo per fare una iniezione!

Il termine "siringa" deriva dal greco antico σῦριγξ, Sirynx  che  significa canna, tubo. Si chiamava siringa anche il flauto costituito di più segmenti di canna affiancati e legati fra loro o saldati con cera, di pari livello all'imboccatura, ma di decrescente lunghezza, conosciuto come flauto di Pan.
Mito di Pan e della ninfa Siringa:  narra Ovidio (nelle Metamorfosi) di come “La ninfa Siringa, sorda alle preghiere amorose del dio Pan,  fuggisse, inseguita,  per luoghi impervi,  finché non giunse alle correnti tranquille del sabbioso Ladone; come qui, impedendole il fiume di correre oltre, invocasse le sorelle dell’acqua di mutarle forma; come Pan, quando credeva d’aver ghermito ormai Siringa, stringesse, in luogo del suo corpo, un fascio  di canne palustri e si sciogliesse in sospiri: allora il vento, vibrando nelle canne, produsse un suono delicato, simile a un lamento e il dio incantato dalla dolcezza tutta nuova di quella musica: «Così, così continuerò a parlarti», disse e, saldate fra loro con la cera alcune canne diseguali, mantenne allo strumento il nome della sua fanciulla. ”  liberamente da: http://conme.wordpress.com/

Prima del 1850 l'idea di iniettare un medicamento attraversando la pelle era venuta ad un medico irlandese, Francis Rynd, che inoculava una soluzione a base di morfina per curare la sciatica. 
Il dott Rynd rivendicò anche di essere stato il primo a iniettare un farmaco: 

   "The subcutaneous introduction of fluids, for the relief of neuralgia, 
was first practised by me, 
in the Meath Hospital, in the month of May 1844. 
The cases were published in the Dublin Medical Press of march 12, 1845"

Tuttavia non si trattava di una vera iniezione con siringa: il liquido veniva fatto colare per gravità attraverso una cannula infilata in una incisione precedentemente praticata. Una idea innovativa ma non una "iniezione" come la intendiamo adesso.

Gabriel Pravaz
Nel 1852 l'idea di collegare una siringa ad un ago (d'argento!) venne al medico francese Charles Gabriel Pravaz. In realtà il primissimo uso della iniezione da parte di Pravaz non riguardò la somministrazione di un farmaco sistemico, ma il trattamento sostanzialmente locale degli aneurismi arteriosi con cloruro di ferro, un forte coagulante.
Nella siringa Pravaz il liquido contenente il farmaco non cola più per gravità, ma è spinto da uno stantuffo di cuoio che avanza a ogni giro di vite.... ogni giro, una goccia. La siringa è molto piccola e a volte è necessario ricaricarla e poi riprendere l'iniezione...
Le fonti non sono tutte concordi nel classificare Pravaz come l'inventore definitivo della moderna iniezione. Probabilmente all'inizio il suo ago non era un ago, ma una sottile cannula (trocard) e comunque (sempre all'inizio) il foro nella pelle e nei tessuti sottocutanei veniva fatto  prima con una punta e ripreso poi con l'ago.



                                    Collezione Rocchini Dumas  

L'idea di rendere il trocard della siringa Pravaz sottile come un ago e con la punta tagliata obliquamente sarebbe stata del costruttore francese di strumenti chirurgici Frédéric Charrière che rese anche smontabile il corpo della siringa. Inoltre il pistone fu realizzato anche con midollo di sambuco o cilindretti di cotone pressato, in alternativa al cuoio.


Collezione Rocchini Dumas  

Alexander Wood
Quasi contemporaneamente anche il medico inglese Alexander Wood utilizzò a partire dal 1853 una siringa per iniettare attraverso un vero ago una soluzione antidolorifica a base di morfina in prossimità dei nervi responsabili del dolore.
Purtroppo, come lui stesso relazionò, la siringa che utilizzava risentiva della "rozza costruzione"... l'ago era troppo grosso e quindi penetrava nei tessuti producendo "grandi lacerazioni e quindi vivo dolore" In più la siringa non aveva una scala graduata e quindi era anche difficile dosare il farmaco. Secondo alcune fonti sembra che con questo strumento Wood eseguisse anche  delle endovene, sempre a base di morfina come antidolorifico. Certamente alcuni pazienti rischiarono l'overdose, tanto che circola la storia (probabilmente falsa) che sua moglie ne sia addirittura morta.
Solitamente in queste pagine mettiamo in luce le intuizioni, la fatica, la costanza e il sacrificio degli scienziati, ma questa volta non possiamo non annotare anche il coraggio e la sofferenza  dei pazienti. 
In Italia i primi ad utilizzare la siringa per iniezioni furono dal 1860 il dott.Bartolomeo Guala, primario dell'ospedale di  Brescia e, dal 1861,  il chirurgo Ambrogio Gherini a Milano.
Interessante un dettagliato manuale italiano di quegli anni volto alla diffusione della pratica dell'iniezione, di Plinio Schivardi, (la II edizione è del 1871); tra le altre cose scrive anche: 

per l'operazione ipodermica nessun atto preliminare è assolutamente necessario. 
Non occorre né lavare la pelle se sporca; né ungerla. 
Neppure occorre che l'ago venga unto

A quell'epoca i batteri erano noti solo vagamente e comunque non collegati alle infezioni e l'idea di sterilizzare o disinfettare qualcosa non aveva significato... non c'è quindi da stupirsi se le cronache riportano vari casi di infezioni, a volte anche mortali, "inspiegabilmente" susseguenti a iniezioni praticate con queste modalità.
Siringa ipodermica in argento e vetro, con  scatola in legno rivestita esternamente in pelle ed internamente in velluto blu. Numeri graduati incisi in carattere gotico sul corpo in vetro. Datata 186o circa. Dim. scatola 13x2,5x1,5 cm. (da Medicantica)





Set Siringa di Pravaz di alta qualità, con scatola decorata in metallo placcato nickel. Siringa con i numeri dipinti in inchiostro nero sul corpo in vetro. Datata 189o circa Dim. Scatola 8x3,5x1 cm. (da Medicantica)



Solo verso la fine dell'800 prende piede l'idea di sterilizzare ago e siringa mediante bollitura. Quindi niente più pistone in cuoio e spazio alle siringhe completamente in vetro o in vetro e metallo.


Questa è per molti di noi "la puntura della nonna" anzi, il contenitore in alluminio che si lasciava parecchi minuti in acqua bollente per sterilizzare ago e siringa (da collezione-online.it)

Poi, con la diffusione della plastica negli anni 60 la  pratica della bollitura verrà sostituita dalle siringhe usa e getta, con grande risparmio di tempo. Intanto la tecnologia produrrà aghi sempre più sottili e (quasi) indolori; in qualche caso addirittura flessibili (quelli per l'anestesia locale nelle gengive).