lunedì 31 agosto 2015

Rosetta ha aiutato gli scienziati e contribuito a decifrare alcuni dei misteri sull'origine della vita nell'universo. Ma altre pagine potrebbero ancora essere scritte nell'ultima parte di questo incredibile viaggio nello spazio
Per restare al riparo dai potenti getti, in questo periodo, Rosetta è stata costretta ad allontanarsi di diverse centinaia di chilometri dalla cometa.


Vediamo ora questo video ESA Euronews: Rosetta's quest for the origin of life




venerdì 28 agosto 2015

VIDEOLEZIONI DI MATEMATICA PER LA TERZA

Mi sembrano chiare queste videolezioni per la terza,  utili per un ripasso o per sentire in modo diverso quello che vi è statospiegatoa scuola. 
Comunque in rete si trovano innumerevoli risorse di questo tipo, molte delle quel ben fatte!



RIPASSINO FACILE

Sì, avete già i compiti per le vacanze, lo so...ma se qualcuno avesse già finito e volesse " divertirsi" un po', andate qui ! o cliccate sull'immagine




I PRIMI 21 GIORNI DI VITA DI UN'APE

                                            


Dalla schiusa dell'uovo alla formazione dell'insetto adulto: i 21 giorni dello sviluppo di un'ape in un minuto, a cura del  fotografo e biologo Anand Varma che  ha allevato delle api nel suo cortile, fotografandone poi  le fasi di crescita. Possiamo veder che una delle più gravi minacce alla vita delle baby api è un acaro.

In questo talk Anad Warma spiega personalmente il suo interessantissimo lavoro. Per la traduzione in italiano cliccate su questo link che vi porterà al blog "Scientificando", curato dalla Prof.Annarita Ruberto e che ha anche tradotto l'intervento di Warma al TED2015 guest


                     




HELP, LE API SONO A RISCHIO!



La sindrome dello spopolamento degli alveari, colony collapse disorder (Ccd) in inglese, è un fenomeno che colpisce le api operaie e altre specie di insetti impollinatori che vivono negli Stati Uniti e in Europa. Questa definizione è stata coniata in seguito a un calo anomalo del numero di alveari e della produzione di miele che si è verificato nel 2006, anche se le organizzazioni attive nella conservazione insieme ad altre agenzie internazionali che si occupano di cibo e alimentazione, dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), hanno cominciato a notare e studiare questo fenomeno fin dai primi anni Novanta.

                    

Considerando che le api sono un vero e proprio mezzo produttivo per l’agricoltura, necessario all’impollinazione di molte colture orto-frutticole e sementiere (39 specie vegetali su 57, nell’ambito delle più importanti monocolture, beneficiano di questo servizio), senza trascurare l’importanza fondamentale nella riproduzione di gran parte delle specie vegetali spontanee più evolute, si può intuire la rilevanza economica di questo fenomeno a livello mondiale. Basti pensare che l’80 per cento dell’impollinazione dipende dalle api, per un’incidenza economica che negli USA è stimata pari a 15 miliardi di dollari l’anno
Le cause individuate sono plurime, ma col passare degli anni l’attenzione si è concentrata su tre tipi particolari di insetticidi che si definiscono neonicotinoidi, introdotti su larga scala proprio in coincidenza con l’inizio del verificarsi del Ccd. Questi vengono usati in agricoltura per la concia delle sementi di mais e di altre colture e agiscono sul sistema nervoso di insetti e parassiti. Un effetto che sembra riguardare anche gli insetti impollinatori, fondamentali per la sicurezza alimentare nel mondo e per la biodiversità visto che l’impollinazione garantisce la riproduzione di più dell’80 per cento delle specie vegetali tanto che si stima che il contributo economico che le api regalano al settore agricolo, secondo i dati dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, sia pari a 22 miliardi di euro l’anno.Vietare i neonicotinoidi oggi, può contribuire a fermare tutto questo e a spingere lo sviluppo del settore agricolo verso campi più sostenibili.

E' plausibile ipotizzare una estinzione di massa delle api? Se sì  quali sarebbero le conseguenze?  
Molte delle piante che coltiviamo, in un modo o nell’altro, sopravviverebbero anche senza api, ma in diversi casi avrebbero difficoltà a fornirci produzioni adeguate ed economicamente convenienti. Ci dobbiamo sicuramente preoccupare del contributo delle api alle coltivazioni, da cui traiamo alimenti e guadagni, ma sono tante altre, e molte di più, le piante che rischierebbero l’estinzione.
Scienziati americani e inglesi stanno già pensando ad un rimedio estremo: The Robobee (l’ape robot). Di recente, ’Harvard School of Engineering and Applied Sciences ha ricevuto un contributo di 10 milioni di dollari per progettare e costruire l’ape artificiale e poter sopperire così, in prospettiva, al problema dell’impollinazione. Paradossalmente, in qualche altra parte del mondo (Cina) stanno già sostituendo le api con l’impollinazione manuale dei fiori.




                     



domenica 23 agosto 2015

CHE COS'E' L'OMEOPATIA??? FUNZIONA??





Facciamo un bel viaggio alla scoperta di questo metodo di cura di cui oggi sentiamo tanto parlare in alternativa alla medicina tradizionale e sul quale c'è un acceso dibattito tra sostenitori e non.
Ho trovato una serie di articoli che mi sembrano ben fatti e che trattano l'argomento in maniera ampia e documentata. Li leggeremo anche insieme in classe e li discuteremo, perché mi preme moltissimo che siate informati quando si parla di un argomento e che sappiate riconoscere i siti " seri" da quelli che spacciano "bufale". 
Ecco quello che vi propongo, ma sull'argomento in rete c'è tantissimo.









giovedì 13 agosto 2015

LA COMETA 67-P E ROSETTA HANNO INCONTRATO IL SOLE

La cometa 67-P Churyumov-Gerasimenko, accompagnata dalla sonda europea Rosetta, ha raggiunto oggi il suo “perielio”, il punto della sua orbita più vicino al Sole.

L’ESA (European Space Agency) ha fatto sapere che “Choury” si è mostrata “molto attiva”, liberando getti di gas e polveri. La sonda Rosetta è stata in prima linea per documentare lo storico passaggio, pur rimanendo a una distanza di sicurezza di 330 chilometri, mentre il lander Philae, installato sulla cometa da 9 mesi, è rimasto protetto a sufficienza per non surriscaldarsi troppo.
Alle 4.03 ora italiana, la cometa è passata a 186 milioni di chilometri di distanza dal Sole (e a 265 milioni dalla Terra), prima di allontanarsi seguendo la curva ellittica della sua orbita, che si completa ogni sei anni e mezzo.



Il passaggio della cometa rappresenta un’occasione di studio importante per gli scienziati che analizzeranno le particelle organiche rimaste intrappolate nella cometa per 4.6 miliardi di anni. Il calore del Sole provoca, infatti, un’enorme fuoriuscita di gas e polveri, fornendo materiali preziosi da analizzare.




Man mano che la cometa si avvicinava al perielio, con l’aumento della temperatura il ghiaccio sulla superficie è passato allo stato di vapore, liberando gas e polveri e formando, così, la caratteristica chioma.
Grazie alle immagini scattate da Rosetta, gli scienziati saranno inoltre in grado di confrontare l’aspetto di Chury prima e dopo il perielio, acquisendo nuove informazioni sulla composizione della cometa.
La fase di avvicinamento al Sole aveva già reso attiva la cometa e per questo  Rosetta era stata spostata a una distanza di sicurezza di 300 chilometri, per evitare il possibile danneggiamento di strumenti o la perdita di orientamento per la fitta nuvola di gas e polveri.
E’ da oltre un anno che Rosetta studia Chury, da marzo 2014, quando è entrata nella sua orbita, analizzandone l’interno, la superficie, e la polvere, il gas e il plasma circostanti. Un aspetto peculiare della sua analisi a lungo termine è costituito dall’osservazione di come le attività aumentano o calano lungo l’orbita della cometa.
“Il perielio è una tappa fondamentale nella vita di ogni cometa e acquisisce ancora maggior significato per la missione Rosetta: è infatti la prima volta che un veicolo spaziale segue una cometa a distanza ravvicinata nel suo viaggio nel sistema solare”, osserva lo scienziato del progetto Rosetta, Matt Taylor. Passato il perielio, gli scienziati continueranno a monitorare per un anno le attività del nucleo, i gas e le polveri emesse dalla cometa.