mercoledì 1 maggio 2013

DNA E VARIABILITA' NELLA POPOLAZIONE UMANA

Il razzismo è una idiozia! Lo dimostra la genetica.

Quanto il genoma di un individuo differisce da quello di un altro? 


Analizzando sequenze di DNA di individui umani diversi, si nota che, in media, una base ogni mille risulta diversa. In altre parole, il DNA di due individui differisce in media dello 0,1%. Questo valore è apparentemente piccolo ma, considerando il genoma umano completo, esteso per 6 x 10e9 (6 miliardi) bp, risultano 6 x 10e6 (6 milioni) di coppie di basi diverse tra i genomi di due individui. Poiché le basi che possono variare tra i diversi individui non occupano posizioni fisse, il numero di genomi umani possibili è inconcepibilmente alto.
L'organismo geneticamente più simile all'uomo è lo scimpanzé, il cui DNA ha una percentuale di nucleotidi identici al genoma umano di circa il 98%; ciò indica che i due genomi differiscono, in media, di 2 basi ogni 100.
Si può notare quindi come, dal solo punto di vista quantitativo, differenze nella sequenza del DNA dell'ordine di grandezza dell'1 per 1000 siano sufficientemente piccole perché il genoma umano mantenga le caratteristiche tipiche della specie, ma anche sufficientemente grandi perché sia possibile generare un numero enorme di individui diversi, mentre per passare dall'uomo alla specie biologicamente più affine le differenze devono essere dell'ordine di grandezza dell'1 per 100.
Tra genitori e figli, il corredo genetico mostra un'identità del 50%, poiché ognuno riceve metà del patrimonio genetico di ciascun genitore. Per ogni generazione di distanza fra due soggetti, la quota di genoma mediamente condivisa si dimezza, perciò sarà del 25% fra nonno e nipote, del 12,5% tra primi cugini e così via. 
La variazione genetica nell'uomo è talmente complessa che una classificazione per razze si è dimostrata completamente inutile. La differenza tra individui è grandissima, ma anche in ogni gruppo, per quanto piccolo, la differenza rimane sempre estremamente grande. Anche se riunissimo gli individui in gruppi sempre più piccoli, troveremmo sempre comunque moltissime differenze. Questo discorso potrebbe, di primo acchito, non risultare convincente dal momento che notiamo delle differenze generalizzate, come quella della pelle scura in Africa, la pelle chiara in Europa. Questo tipo di differenze, ad esempio, sembrano chiare e ben visibili a tutti.  Sono differenze di tipo funzionale perché nelle zone tropicali la pelle necessita di protezione dall'eccesso di raggi ultravioletti. Ma le differenze di colore della pelle, benché così evidenti, dipendono da pochi dei nostri trentamila geni. La differenza genetica tra un bianco e un nero non è molto diversa da quella che si può riscontrare tra due bianchi, due neri o due cinesi.

Quando nel 2001 la mappa del DNA  umano fu completata da due gruppi indipendenti, uno pubblico coordinato dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e uno privato sotto la guida di Craig Venter, si vide ( come abbiamo detto prima ) che la variabilità genetica tra due uomini presi a caso è in media del 1 o 2 per mille. Se questa variabilità è legata ai geni del colore della pelle, diventa ben visibile. Se invece è legata ad altri geni, magari anche molto più significativi perché associati al rischio di patologie, può risultare, a un esame esteriore, del tutto irriconoscibile. Per la parola meticcio, vale un po’ lo stesso discorso. Come dice Obama, siamo tutti meticci, e il mondo sarà tanto più bello quanto più la globalizzazione, una volta tanto positiva, diffonderà il meticciato, togliendo a queste parole ogni residuo sapore spregiativo.
Ancora all’inizio del Novecento si promulgavano leggi per impedire l’integrazione. Tra il 1896 e il 1915 in 28 Paesi degli Stati Uniti vengono vietati i matrimoni tra bianchi e neri. Nel 1924 un movimento per l’eugenetica portò a leggi che limitavano l’immigrazione di persone “di razza nordica”, e tra le escluse ci fu anche la “razza mediterranea”. A che cosa abbia portato il mito della “razza ariana” teorizzato da Hitler lo sappiamo bene: lo sterminio degli ebrei e degli zingari, considerati “razze inferiori”.
Del resto in Italia, in pieno positivismo, nel 1938 arrivarono le leggi razziali.
Ma, come abbiamo spiegato prima,
Il razzismo è una idiozia!

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