domenica 27 aprile 2014

IN 24 ORE!


ore 9.00

0re18.00


Seguiamo la crescita del nostro fagiolo:
quando il seme si apre, espone i cotiledoni ricchi di amido, la sostanza di riserva che nutre l'embrione durante la germinazione. Il cordoncino biancastro così emerso è detto ipocotile perché situato sotto (in greco ypò) i cotiledoni, e subito diventa verde perché, esposto alla luce, le sue cellule cominciano a produrre clorofilla. Alla sua sommità, tra i cotiledoni spunta la gemma apicale da cui dipenderà la crescita della plantula e lo sviluppo di nuove foglioline verdi capaci di svolgere la fotosintesi e di assicurare quindi il nutrimento che fino a quel momento era garantito dai cotiledoni. Questo tipo di germinazione viene detta epigea.


ore 9.00 del giorno dopo

Nele lenticchie i cotiledoni rimangono sotto terra e questo tipo di germinazione si dice ipogea

GRANDEZZE DIRETTAMENTE E INVERSAMENTE PROPORZIONALI

Una presentazione chiara e semplice su di un argomento che sembra facile a prima vista  ma che in effetti.....non lo è!

                            
Grandezze direttamente e inversamente proporzionali from anna_maro

Aggiungo anche un video sullo stesso argomento

                   

sabato 26 aprile 2014

ESISTONO GLI ALIENI???

QUESTIONE DI NUMERI – La vita aliena secondo il fisico Stephen Hawking  è probabile in molte altre parti dell’universo: non solo sui pianeti, ma forse anche nello spazio interplanetario. E’ una mera questione statistica: l’universo, egli rileva, dispone di 100 miliardi di galassie, ciascuna contenente centinaia di milioni di stelle. In un luogo così grande, è improbabile che la sia Terra sia l’unico pianeta dove si è evoluta la vita. “Per il mio cervello matematico, bastano i numeri a rendere l’idea degli alieni perfettamente razionale“, ha detto. “La vera sfida è quella di capire cosa gli alieni potrebbero effettivamente essere.“ In gran parte la vita extraterrestre sarebbe costituita da microbi o di animali semplici , le stesse forme che hanno dominato sulla terra per miliardi di anni. Ma delle creature intelligenti cosa rappresenterebbero per noi umani? Non c’è dubbio per Hawking: rappresentano una minaccia e il contatto con tali specie potrebbe essere devastante per l’umanità.
Vediamo questo interessante video, che ci parla in termini seri, della questione alieni...
E non abboccare  a tutto quello che si legge sui giornali o sul web!....

                       

da: http://www.giornalettismo.com/archives/60707/hawking-gli-alieni-sono-vogliono/

MISTERI E SFIDE PER IL FUTUTO

Oggi possiamo dire di conoscere alcuni angoli di spazio meglio delle nostre tasche. E questo è vero quasi in senso letterale: ad esempio, possediamo una mappa della superficie di Marte molto più dettagliata di quella degli oceani terrestri. Mentre l’Universo viene svelato anno dopo anno, sono ancora tanti i misteri che avvolgono quella che è la nostra casa da millenni, il Pianeta Terra.
In occasione della Giornata mondiale della Terra, la giornalista scientifica Becky Oskin ha pubblicato su Livescience un articolo che parla proprio degli enigmi terrestri ancora rimasti irrisolti., identificando 8 domande fondamentali, corrispondenti ad altrettanti rompicapo che la scienza dovrà risolvere nei prossimi anni.

1. Perchè sulla Terra c'è l'acqua?
Secondo gli scienziati, quando 4,5 miliardi di anni fa la Terra si è amalgamata nella forma attuale, era costituita per lo più da un grande masso arido e secco. Da dove è spuntata tutta quest’acqua? In che modo l’H2O, elemento chimico per eccellenza simbolo di vita, si è formato fino a raggiungere le percentuali attuali? Una delle ipotesi più accreditate è che l’origine sia stato il violento impatto con asteroidi ghiacciati, da cui il nostro pianeta si sarebbe rifornito di acqua per la prima volta. Eppure sono state trovate pochissime prove di questi scontri, e così il mistero dell’acqua rimane irrisolto.

2. Che cosa c'è al centro della terra?
 Per molto tempo, sia scienza che letteratura hanno parlato del centro irraggiungibile della Terra: fino agli anni ’40, quando lo studio di alcuni meteoriti portò a una vera e propria rassegna di tutti i minerali che dovevano essere presenti sopra e dentro il nostro pianeta. I “grandi assenti” erano il ferro e il nichel, che poiché non si trovavano sulla crosta terrestre, dovevano necessariamente stare nel nucleo: ecco elaborata la prima teoria sul centro della Terra. Ma appena un decennio dopo, una serie di misure che sfruttavano la forza di gravità dimostrarono che quella stima era erronea: il nucleo era troppo leggero. Oggi i ricercatori continuano a fare ipotesi sugli elementi che compongono la zona più interna e calda del pianeta, ma ancora non è stata raggiunta una teoria condivisa.

3. Da dove viene la Luna?
Da uno scontro titanico tra la Terra e un protopianeta della dimensione di Marte? È la teoria più accreditata, ma non convince tutti. Anche perché alcuni dettagli non quadrano: per esempio, la composizione chimica di Terra e Luna è troppo simile perché il nostro satellite sia arrivato da lontano. Per questo, secondo alcuni, si trattava invece di un gigante frammento staccato proprio dal nostro pianeta; ma ancora, in questo caso non è chiaro in che modo la Luna si sarebbe staccata da noi. Insomma, il mistero dell’origine della Luna resta tale.

4. Come si è formata la vita?
Questa è forse la domanda delle domande. I primi organismi viventi hanno avuto origine sulla Terra, o sono stati portati dallo spazio? Le componenti più basilari della vita, come gli amminoacidi e le vitamine, sono state trovate “impigliate” sia nelle rocce degli asteroidi sia nelle zone più inospitali della Terra. Per questo l’ago della bilancia ancora non può pendere per l’una o per l’altra teoria, anche perché non è mai stata trovata traccia di quelli che si pensa fossero gli abitanti più primitivi del nostro pianeta, i primi batteri



5. L’ossigeno, come e quando?
Dobbiamo la nostra esistenza ai cianobatteri, creature microscopiche che hanno avuto un ruolo determinante nella trasformazione dell’atmosfera terrestre. Questi microrganismi buttavano fuori ossigeno come scarto, riempiendone così il cielo per la prima volta circa 2,4 miliardi di anni fa. Eppure l’analisi delle rocce rivela tracce di ossigeno risalenti a 3 miliardi di anni fa: ci manca quindi un tassello per capire davvero la storia della vita sul nostro pianeta.

6. Cosa causò l’esplosione Cambriana?
Il periodo Cambriano, 4 miliardi di anni dopo la formazione della Terra, vide una vera e propria esplosione di vita: improvvisamente comparvero animali con cervelli e vasi sanguigni, occhi e cuori, tutti in grado di evolversi più rapidamente rispetto a qualunque altra era geologica conosciuta. Ci fu un responsabile di questa esplosione? Secondo alcuni, una spiegazione potrebbe essere un aumento del livello di ossigeno appena prima l’inizio del Cambriano, ma altri fattori potrebbero aver concorso a questa rivoluzione di vita.


7. E i terremoti?
Più che un mistero, questa è una sfida. I modelli statistici sono oggi in grado di prevedere la probabilità statistica dei terremoti, più o meno come gli esperti sanno fare con le previsioni del tempo. Ma prevedere un evento specifico è ancora impossibile: persino il più grande esperimento mai fatto in proposito è fallito, quando i geologi hanno annunciato un terremoto a Parkfield, in California, nel 1994, e l’evento si è verificato solo nel 2004. Per questo, oltre agli enigmi sul passato del nostro pianeta, ci sono enigmi e sfide sul suo futuro: tra tutti, riuscire a proteggerlo dai disastri atmosferici.

 da: http://www.media.inaf.it/2014/04/23/gli-8-grandi-misteri-della-terra/

venerdì 25 aprile 2014

.....LENTICCHIE

La germinazione è un processo evolutivo che ha inizio quando il seme, grazie a condizioni di temperatura e di umidità adeguate, inizia ad assorbire acqua (imbibizione) che lo fa aumentare di volume provocando la rottura del tegumento (tessuto). La prima fase ha ripercussioni immediate sul metabolismo dell'embrione, difatti gli enzimi contenuti nel seme si attivano al fine di scindere le sostanze nutritive e di riserva immagazzinate nell'endosperma o nei cotiledoni. Tra piante monocotiledoni e dicotiledoni intercorre qualche differenza ma il processo di germinazione è pressoché identico. Le monocotiledoni tendono a far crescere quasi simultaneamente sia la radice che la guaina protettiva da cui poi si svilupperanno le foglie, dando precedenza di pochissimo alla radice; mentre nelle dicotiledoni l'accrescimento interessa prima la radice e in un momento successivo viene spinto all'esterno del seme il germoglio, il cui piccolo stelo viene leggermente incurvato durante l'attraversamento del suolo al fine di proteggere le giovani foglie.



Le condizioni necessarie alla germinazione sono:

presenza di ossigeno (il quale permette di demolire il glucosio e partecipa al processo di fotosintesi assieme alla luce);
acqua (che permette di riprendere i processi metabolici ed, in tal modo, è possibile la crescita dell'embrione)
la temperatura, la quale deve rientrare in un range compreso tra i 20° e i 24° per le piante dei climi temperato.

non è necessaria la luce in quanto l'amido di riserva del seme basta per tutta la durata della germinazione fino all'apertura delle foglioline derivate dai cotiledoni.

CRESCONO FAGIOLI E..........

GERMINAZIONE DEL SEME DI FAGIOLO

Prima fase: il seme assorbe acqua e  si gonfia

seconda fase: il tegumento si rompe

terza fase: la pianta sfrutta le riserve del seme e spunta la radice

Quarta fase: spuntano le foglie e il seme si solleva






GUGLIELMO MARCONI



                     






                            
                            

MIMETISMO

                     

Il Mimetismo rappresenta una delle dimostrazioni di adattabilità all’ambiente tra le più straordinarie rintracciabili in natura. Si tratta di una vera e propria strategia di difesa che numerose categorie di animali e vegetali hanno adottato nel corso dell’evoluzione al fine di aumentare le proprie possibilità di sopravvivere in una natura spesso avversa: che venga adottato per predare con più agilità o, al contrario, per minimizzare il rischio di essere predati, l’azione mimetica è parte integrante dell’equilibrio e della stabilità del mondo animale poiché permette la coesistenza in un medesimo ambiente di specie altrimenti ostili l’un per l’altra.
Questa strategia “del nascondimento” o “dell’inganno” si articola in differenti forme ognuna delle quali esplica una specifica funzione necessaria alla sopravvivenza in un determinato ambiente. 
Il tipo di mimetismo più diffuso è sicuramente il criptico , detto anche camuffamento, attraverso il quale molte categorie di animali, talvolta anche vegetali, riescono ad ingannare l’osservatore fingendosi parte stessa dell’ambiente in cui vive. E’ questo il caso, tra i più conosciuti e rappresentativi, del camaleonte e dei polpi che riescono a modificare il colore dell’epidermide adattandola in maniera perfetta a quello dell’ambiente circostante. Significativo è anche il caso della farfalla Foglia asiatica Kallima paralekta che, poggiata sul ramo di un albero, sembra confondersi perfettamente con le foglie circostanti oppure quello del bradipo il cui pelame è ricoperto da tante minuscole alghe che meglio lo nascondono tra i rami frondosi. In questi casi appena illustrati si tratta nello specifico di mimetismo criptico difensivo poiché è adottato al fine di tutelarsi da eventuali minacce predatorie, ma vi è poi anche una forma di mimetismo criptico offensivo dove il nascondimento facilita l’avvicinamento e la cattura delle prede. 
Se nascondersi non è sufficiente per sopravvivere all’ostilità dell’ambiente ecco che il mimetismo fanerico sfrutta una nuova strategia vitale basata sull’inganno della falsa identità: l’azione mimetica consiste nel dissimulare la propria natura innocua rendendosi molto simili a specie animali ben più temute e pericolose. La dissimulazione è soprattutto di carattere visivo, eclatante è il caso dell’inoffensiva e mite mosca Sirfide la quale, per scoraggiare eventuali predatori, ha imitato perfettamente le sembianze fisiche della ben più pericolosa ape.
Rientra nella categoria del mimetismo fanerico anche il mimetismo batesiano, così chiamato dal nome del suo primo teorizzatore, il natulista inglese Henry Bates. Affinché esso possa verificarsi è fondamentale che la specie che necessita protezione condivida lo stesso ambiente con una specie aposematica (cioè quelle specie che presentano una colorazione vistosa che ne denuncia  la tossicità) della quale imiterà abilmente la colorazione e comportamento in modo da garantirsi un minor rischio di essere oggetto di caccia.
Esiste poi un’altra specie di mimetismo, chiamato mülleriano, che potrebbe definirsi quasi come un patto di solidarietà e di mutuo soccorso tra due diverse specie entrambe innocue. Queste si imitano l’un l’altra perfettamente nell’aspetto e nel comportamento in modo tale che le eventuali prede risultino disorientate e confuse circa la loro reale natura.
L’inganno può avvenire anche attraverso l’olfatto. Alcuni animali sono in grado di produrre odori molto particolari al fine di ottenere particolari benefici. I maschi del serpente Thamnophis sirtalis, ad esempio, sono capaci di produrre un profumo molto simile a quello secreto dalle femmine della specie nel momento del calore: questa particolare capacità è utilizzata dal maschio nel momento in cui si risveglia dal letargo e necessita di calore per raggiungere una temperatura corporea ottimale, infatti esso, rilasciando l’odore, sarà in breve raggiunto e ricoperto da numerosi maschi desiderosi di accoppiarsi poiché ignari della sua vera natura.
Anche l’ espediente sonoro può in qualche modo rientrare nel fenomeno del mimetismo in quanto sono molte le specie che si avvalgono della capacità di imitare perfettamente i suoni emessi da altre specie al fine di trarne un vantaggio. Emblematico è il caso del muso di porcello, serpente assolutamente innocuo che per spaventare i predatori riesce a produrre attraverso le squame un suono molto simile a quello emesso dal temibile serpenti a sonagli.

da: http://www.mille-animali.com/animali/approfondimenti/mimetismo.php

lunedì 21 aprile 2014

DUE MINUTI SPLENDIDI

In occasione di questa giornata , l' Earht day 2014, vi ripropongo questo bellissimo video, sulle note di What a wonderful world" (inglese: che mondo meraviglioso),  una famosa canzone scritta da Bob Thiele (con lo pseudonimo George Douglas) e George David Weiss, interpretata per la prima volta da Louis Armstrong. Fu pubblicata come singolo agli inizi dell'autunno del 1968. 

                            

Questo il testo della canzone:

I see trees of green, red roses too
 I see them bloom for me and you
 And I think to myself, what a wonderful world
 I see skies of blue and clouds of white
 The bright blessed day, the dark sacred night
 And I think to myself, what a wonderful world
 The colours of the rainbow, so pretty in the sky
 Are also on the faces of people going by
 I see friends shakin' hands, sayin' How do you do?
 They're really saying I love you
 I hear babies cryin', I watch them grow
 They'll learn much more than I'll ever know
 And I think to myself, what a wonderful world
 Yes, I think to myself, what a wonderful world

EARTH DAY 2014

Oggi è l'Earth Day, il giorno della Terra che dal 1970 si festeggia ogni anno il 22 aprile di ogni anno in ben 175 nazioni. Sono passati 44 anni da quando Gaylord Nelson, senatore del Wisconsin, mobilitò 20 milioni di americani per una gigantesca dimostrazione in favore dell'ambiente, con “Buone pratiche personali per la riduzione della nostra impronta ecologica”. L’intento era  quello di promuovere la formazione di una nuova coscienza ambientale tra i cittadini creando una rete tra i soggetti coinvolti a vario titolo nella salvaguardia del pianeta.
Il tema di quest’anno è Green Cities, con riferimento alla costruzione di agglomerati urbani dotati di edifici più efficienti, trasporti ecosostenibili e una struttura più verde.

                   

Le aree verdi cittadine, i parchi urbani, le ville e i giardini storici assorbono il 3% delle emissioni totali di Co2 del nostro Paese, hanno quindi un ruolo importantissimo nel contenimento dei fenomeni di riscaldamento globale. Uno studio recente  ha valutato che ogni ettaro di verde urbano, composto da un mix di alberi di medio e alto fusto, arbusti e prato, abbia un assorbimento presunto di 4,2 tonnellate di Co2 annue. Ora, fatta questa premessa, considerando che il verde che ricade nel territorio comunale dei capoluoghi di provincia italiani  è pari (secondo i dati Istat) al 9,3% della superficie totale dell’Italia, ovverosia a 2 milioni e 800mila ettari di verde urbano, se ne ricava che 12 milioni di tonnellate di Co2 possono essere assorbite dal verde presente nei centri urbani italiani. Questa cifra rappresenta il 3% delle emissioni che l’Italia produce ogni anno può contribuire a contrastare l'aumento medio della temperatura del nostro pianeta.
Comunque se è importante celebrare Madre Natura nel giorno del suo compleanno, altrettanto fondamentale è festeggiarla e non dimenticarsi di lei negli altri 364 giorni dell'anno. Come? Adottando degli atteggiamenti responsabili anche nel nostro vissuto quotidiano, modificando anche  il nostro stile di vita, evitando gli  sprechi e riciclando al massimo sia i rifiuti sia gli oggetti che non usiamo più. Qui puoi trovare  i dieci gesti quotidiani consigliati che possono salvare il nostro pianeta.
Questo video ci racconta invece quello che potrebbe succedere se l'uomo non cambiasse il suo atteggiamento di conquista nei riguardi della natura.


                         
Da: http://www.ecoblog.it/post/128167/earth-day-italia-il-verde-urbano-assorbe-il-3-delle-co2

martedì 15 aprile 2014

FECONDAZIONE:BELLISSIMO VIDEO

La fecondazione consiste nell'unione dell'ovulo femminile con uno dei tanti spermatozoi maschili, per formare una cellula - lo zigote - da cui si svilupperà una nuova vita.
Nonostante la fecondazione metta in gioco milioni di spermatozoi, solamente uno di questi riesce a fecondare l'ovulo. Quest'ultimo, infatti è protetto - seppur labilmente - da uno strato di cellule chiamato corona radiata. Dopo aver superato questo primo ostacolo, lo spermatozoo si trova davanti ad un'altra, ben più ardua, barriera di natura glicoproteica, rappresentata dalla zona pellucida. 
Per poterla attraversare, gli spermatozoi rilasciano potenti enzimi contenuti nell'acrosoma, una vescicola confinata nella parte superiore della loro testa. Il processo, chiamato reazione acrosomale, consente agli spermatozoi di scavarsi un piccolo canale per la fecondazione dell'ovulo. Come più volte ricordato, tale privilegio spetterà solamente al primo spermatozoo che completa l'assalto all'ovocita. La fusione delle due membrane cellulari è molto importante perché: 
1)stimola l'ovulo a completare la sua seconda divisione meiotica
2)apre una via che consente al nucleo dello spermatozoo di raggiungere quello dell'ovocita e fondersi con esso;
3)innesca una reazione chimica, chiamata reazione corticale, che impedisce la fecondazione dell'ovulo da parte di altri spermatozoi (impedisce la polispermia).
L'unione dei nuclei origina una nuova cellula, chiamata zigote, di 46 cromosomi, 23 dei quali ereditati dallo spermatozoo paterno e 23 dei quali dalla cellula uovo materna. Lo zigote andrà quindi incontro ad una lunga serie di divisione mitotiche, iniziate già nel suo percorso di avvicinamento verso l'utero, nel quale si annida dopo circa una settimana. La  fecondazione sessuata, così come avviene nell'uomo e in molti altri organismi superiori, consente al nuovo individuo di ereditare una combinazione di cromosomi paterni e materni tra le milioni possibili, assicurando una variabilità di caratteri che è alla base dell' evoluzione.

                          

da: http://www.my-personaltrainer.it/salute/fecondazione.html

LEONARDO DA VINCI

562 anni fa, il 15 aprile 1452,  nacque a Vinci ( FI )   Leonardo, una delle figure più importanti del rinascimento; egli ha creato capolavori della storia dell'arte ed è uno dei più grandi maestri di sempre.


                     
                     
   

SO QUEL CHE PROVI: NEURONI SPECCHIO

La parola “empatia” deriva dall’etimologia greca (in – dentro, pathos – soffrire/sentire) che vuol dire provare le stesse sensazioni/emozioni dell’altro.
Si è in empatia con un’altra persona nel momento in cui ci si cala nei suoi stessi panni e si percepisce allo stesso modo la realtà.
E’ naturale che una mamma si trovi in perfetta empatia con i propri figli riuscendo a coglierne le esigenze più intime vivendo in uno stato di simbiosi. Anche un bravo attore che interpreta una parte deve essere in empatia con il personaggio che interpreta.
E’ importante entrare in empatia a volte per comprendere meglio la realtà degli altri e per operare delle scelte che non siano condizionate unicamente dal proprio punto di vista, spesso limitato. Così in certi momenti è utile per un venditore entrare in empatia con il proprio cliente al fine di interpretare meglio il suo stato d’animo e le sue necessità più profonde.
Ci sono poi alcuni che riescono più facilmente ad entrare in empatia, altri meno, ma da cosa dipende tutto questo? Come nasce questa abilità? Tutto dipende dai " neuroni a specchio".
Queste cellule, scoperte negli anni Ottanta nel cervello della scimmia da uno scienziato italiano, Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma, ci consentono di simulare nel nostro cervello quello che gli altri fanno e di capire le loro emozioni. E’ come se l’evoluzione ci avesse predisposto all’empatia. Siamo stati selezionati per essere empatici con chi è simile a noi. Di contro, in virtù dello stesso meccanismo dei neuroni a specchio, siamo predisposti a provare resistenza con chi ci appare diverso per fisionomia, razza, atteggiamenti, cultura. Tuttavia è stato rilevato che queste cellule apprendono, quindi nel tempo, se attivate, tendiamo a capire anche gli altri, cioè a comprendere anche chi è diverso da noi.

                                
                                

sabato 12 aprile 2014

UN MONDO FANTASTICO IN UNA GOCCIA D'ACQUA

Anche una goccia d'acqua è densamente popolata!

                     

SIAMO POLVERE DI STELLE

Eh sì, la Terra e quindi anche noi dobbiamo la nostra origine dall'esplosione di una stella e quando il nostro Sole avrà esaurito tutto il  il suo carburante, ritorneremo ad essere povere di stelle .... Ma come può succedere tutto questo?
Le stelle nascono dalla contrazione gravitazionale di una nube di materia interstellare che, riscaldandosi, porta il nucleo centrale a temperature sufficienti ad innescare le reazioni termonucleari, in particolare di fusione dell’idrogeno in elio. L’evoluzione successiva di una stella, una volta accesa, dipende solo da due fattori: massa iniziale e composizione chimica; in particolare dalla prima dipende la sua luminosità e quindi la velocità con cui brucia il combustibile nucleare. Stelle di massa maggiore sono più calde e luminose e bruciano perciò più rapidamente. La vita di una stella di questo tipo è quindi più breve rispetto a quella di una stella di piccola massa.
Una stella che brucia idrogeno si dice che è in sequenza principale. La stella trascorre la maggior parte della propria vita in questa fase. Il Sole, per esempio, è in questa fase da 5 miliardi di anni e vi rimarrà per un periodo altrettanto lungo, finito il quale la stella passerà una breve fase di instabilità seguita da un nuovo equilibrio raggiunto nella fase di gigante rossa, con la contrazione del nucleo stellare che accende la reazione di fusione dell’elio e la conseguente espansione degli strati esterni. Una gigante rossa è enormemente più grande e luminosa di una stella di sequenza principale, ma anche molto più fredda. Antares, nello Scorpione, e Betelgeuse, in Orione, sono splendidi esempi di giganti rosse: anche a occhio nudo è immediato riconoscerne il colore.
Quando il Sole si trasformerà in una gigante rossa, i suoi strati più esterni “inghiottiranno” i pianeti Mercurio e Venere, arrivando a sfiorare l’orbita della Terra. Nella fase di gigante rossa, le stelle perdono gran parte degli strati atmosferici esterni, che vanno a formare una nebulosa planetaria, come, per esempio, M57, la “Nebulosa Anulare” nella costellazione della Lira, o M27, la “Nebulosa Manubrio” nella Volpetta, meravigliosi oggetti da osservare anche con un telescopio amatoriale. Al centro di entrambe si trova adesso una nana bianca.
Questo accade se la stella ha una massa inferiore a 1,4 masse solari e ci vogliono altri miliardi di anni perché la nana bianca si raffreddi e diventi  invisibile.
Al contrario, una stella di grande massa (almeno otto volte più massiccia del Sole), una volta terminato l’idrogeno, tenta di sopravvivere bruciando elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio, attraversando diverse fasi di contrazione ed espansione. Ma in pochi milioni di anni arriva ad esplodere in maniera catastrofica come supernova, eiettando nello spazio gran parte della materia che la costituiva (resto di supernova).

                    

La supernova supera in luminosità tutte le altre stelle della sua galassia, poi si oscura rapidamente. Ciò che resta al centro è una stella di neutroni, oggetto di dimensioni ridotte, ma di densità estrema, che può manifestarsi sotto forma di pulsar (stella pulsante). Stelle di massa ancora più elevata, come esito finale dell’esplosione di supernova hanno invece la probabile formazione di un buco nero.
Per circa una settimana,

I resti di supernovae

Carl Sagan
Una supernova diffonde nello spazio gran parte del materiale che la costituiva. Il risultato dell’esplosione è una piccola stella di neutroni (o un buco nero, a seconda della massa della stella che esplode come supernova), circondata da una nube di materia che si espande allontanandosi dal nucleo dell’esplosione a velocità elevatissima: diverse migliaia di chilometri al secondo. Questa nebulosa, di forma irregolare, in continua e rapida evoluzione, prende il nome di resto di supernova (in sigla SNR, dall’inglese “Supernova Remnant”). La sua luminosità è in parte dovuta al fatto di essere “illuminata” dalla luce della stella che ancora si trova al centro, ma una parte della radiazione emessa dalla nube è dovuta anche a processi fisici che avvengono direttamente all’interno della nube stessa.

 Figli delle stelle
Studiando la composizione delle rocce del nostro pianeta troviamo elementi leggeri come l’elio, il carbonio e l’ossigeno, ma anche elementi pesanti come il cobalto, l’oro, il piombo e l’uranio. I primi sono certamente sintetizzati all’interno delle stelle durante le varie fasi evolutive. Ma l’unico meccanismo conosciuto per produrre gli elementi più pesanti del ferro, come sono appunto quelli sopra citati, è la supernova. E’ infatti grazie all’enorme energia rilasciata nell’esplosione che, nella nube di gas eiettata nello spazio, si possono formare tutti gli elementi chimici. Ed è ancora grazie alle esplosioni di supernovae che questi elementi vengono continuamente rimessi in circolo nello spazio. Da questa materia avranno poi origine altri soli, altri pianeti, come è accaduto per il nostro sistema solare e per la nostra Terra.  Ecco perché siamo tutti figli delle stelle.


                        

da: http://siderumpulvis.blogspot.it/2007/06/come-nasce-vive-e-muore-una-stella.html

OMOTETIA E SIMILITUDINE

Un po' di esercizi in più...



QUANTO SIAMO " SIMILI" AGLI ALTRI ESSERI VIVENTI?

Distinguere gli esseri viventi l'uno dall'altro e' un'operazione solo apparentemente facile, basti pensare che solo tra gli insetti esistono almeno 1 milione di specie diverse. Per cercare di mettere ordine ai tentativi fatti fino a quel quel momento per classificare gli esseri viventi noti, il naturalista svedese Carl Linnaeus (noto come Linneo) propose alla fine del '700 un metodo rigorosamente scientifico che permettesse di dare un 'nome e cognome' ad ogni vivente.
Nel corso degli anni il metodo e' stato sempre piu' affinato, grazie anche ai progressi fatti nel campo della genetica. "Gia' da anni - ha commentato lo zoologo Maurizio Casiraghi, dell'Universita' di Milano Bicocca - l'analisi di alcune sequenza di Dna sono uno strumento importantissimo per la classificazione degli esseri viventi". Si tratta pero' di marcatori, ossia brevi tratti di Dna, la cui 'lettura' offre preziose informazioni ma non certo abbastanza da poter classificare tutti gli esseri viventi. Il nuovo passo in avanti suggerito dai ricercatori statunitensi e' ora quello di sequenziare l'intero genoma degli esseri viventi e identificarli quindi con una sorta di 'codice' unico. "E' certamente un passo sensato - ha proseguito Casiraghi - ma con le tecnologie attuali, nonostante gli enormi progressi fatti, si puo' pensare di farlo per ora solo con gli esseri unicellulari come i batteri. Decodificare l'intero genoma di viventi complessi, ad esempio le piante, non lo ritengo ancora proponibile a livello massivo".

Un nuovo sistema che avra' quindi bisogno ancora di anni per vedere pienamente la luce ma che ha gia' iniziato a muovere i primi passi. Clicca sull'immagine per vedere quanto il nostro DNA sia simile agli altri esseri viventi. Stupisce un po' vedere che siamo più simili ai topi che ai cani o alle mucche.  "La classificazione genomica non mandera' pero' necessariamente il sistema di Linneo in pensione. Si tratta infatti di due sistemi diversi che potranno esistere fianco a fianco aumentando la capacita' di classificazione".

YURI GAGARIN, IL PRIMO VIAGGIATORE DELLO SPAZIO

Il 12 aprile 1961 l’astronauta Sovietico Yuri Gagarin compì il primo viaggio nello spazio. Per due ore girò intorno alla terra a bordo della navicella Vostok. Compì un'intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima (apogeo) di 302 km e una minima (perigeo) di 175 km, viaggiando a una velocità di 27.400 km/h. Per tale missione Gagarin aveva scelto il soprannome Кедр "Kedr" ("cedro"), usato durante il collegamento via radio.
Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, comunicò alla base che "la Terra è blu ...Che meraviglia, è bellisima , senza barriere e senza confini. E' incredibile". Dopo 88 minuti di volo intorno al nostro pianeta, senza avere il controllo della navicella spaziale, guidato da un computer controllato dalla base, la capsula frenò la sua corsa accendendo i retrorazzi, in modo da consentire il rientro nell'atmosfera terrestre. Il volo terminò alle 10:20 ora di Mosca, in un campo a sud della città di Engels, più a ovest rispetto al sito pianificato di rientro. Gagarin venne espulso dall'abitacolo e paracadutato a terra.
Migliaia di russi lo attendevano al suo ritorno e la sua impresa ebbe una grande eco in tutto il mondo. Gagarin dimostrò che l'uomo era in grado di volare oltre le previsioni, diventando a soli 27 anni il primo uomo della storia a orbitare intorno alla Terra e a osservarla dallo spazio. Venne decorato da Nikita Khruščёv con l'Ordine di Lenin, la massima onorificenza sovietica, diventando Eroe dell'Unione Sovietica.
In seguito Gagarin collaborò alla preparazione di altre missioni spaziali, come quella della Vostok 6, che nel 1963 portò Valentina Vladimirovna Tereškova nello spazio (prima donna in assoluto a compiere una tale missione). Inoltre, partecipò allo sviluppo della nuova navicella spaziale Sojuz. Il volo di Gagarin spalanca la porta verso un mondo totalmente nuovo: il cosmo. Erano stati sempre i sovietici a inviare in orbita nell’ottobre del 1957 il primo satellite artificiale, lo Sputnik. L’evidente ritardo sui russi sprona il governo degli Stati Uniti a finanziare in modo massiccio i programmi della Nasa con l’ambizioso obiettivo di inviare per primi l’uomo sulla luna.


                                   

La ricostruzione più realistica di ciò che vide Gagarin quella prima volta il 12 aprile 1961 è fornita dal documentario First Orbit, rilasciato gratuitamente nel 2011 in occasione del 50° anniversario del volo della Vostok 1. Ideato da Christopher Riley, è stato prodotto dalla casa cinematografica inglese The Attic Room in collaborazione con l’ESA, Roscosmos, la NASA e altri partner. Ecco qui il film: 

                        

Il film mostra riprese della Terra girate dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale combinate in modo da coprire un’intera orbita, in posizioni e condizioni di illuminazione il più possibile simili a quelle del volo di Gagarin. Le immagini sono state raccolte in momenti diversi e montate in una sequenza che riproduce le fasi dello storico volo.
First Orbit si apre con filmati d’epoca dell’arrivo di Gagarin alla rampa di lancio e degli ultimi preparativi. Il film è accompagnato dalle registrazioni delle comunicazioni radio della missione, materiale audio dell’epoca e una colonna sonora originale.

domenica 6 aprile 2014

PERCENTUALE- PROBLEMI




1. In una classe di 25 ragazzi, 3 sono mancini. Qual è la percentuale di mancini in quella 
classe? 


2. In una classe di 20 alunni il 5% è assente. Quanti sono gli assenti? 


3. Oggi sono presenti 19 alunni che rappresentano il 95% della mia classe. Quanti sono gli 
alunni della mia classe? 


4. Un abito costa 110 euro . Mi viene praticato lo sconto del 5%. Quanto pago l’abito? 


5. Nell’ultimo mese i prezzi sono aumentati del 2%. Qual è il nuovo prezzo di una giacca che 
costava 150 euro? 


6. Mi hanno praticato lo sconto del 20% sul prezzo di listino di un televisore e ho speso 980 
euro. Qual era il prezzo di listino? 


7. Il prezzo di un computer, IVA compresa, è 1500 euro. Qual è il prezzo IVA esclusa? (IVA 
20%) 

 8. In una classe di 25 alunni, l’80% partecipa a una gita scolastica. Di questi il 75% porta il 
pranzo al sacco. Quanti ragazzi pranzano al sacco? 
Quale percentuale degli alunni della classe rappresentano? 


9. Il 48% delle famiglie italiane va in vacanza e di queste il 60% va al mare. Quale percentuale 
di famiglie va al mare? 

MARIA SKLODOWSKA CURIE

Vediamo questi  brevi filmati  sulla vita e sul lavoro di Maria Curie, della quale abbiamo già parlato qui

                  

                  

Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie (Varsavia, 7 novembre 1867 – Passy, 4 luglio 1934), è stata una chimica e fisica polacca naturalizzata russa e in seguito francese.
Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per i suoi lavori sul radio. Marie Curie è stata l’unica donna tra i quattro vincitori di più di un Nobel e, insieme a Linus Pauling, l’unica ad averlo vinto in due aree distinte.
Marie Curie crebbe nella Polonia russa; poiché qui le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere degli studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimasero al centro dei suoi interessi. Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta nel 1906, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa università. Due anni più tardi le venne assegnata la cattedra di fisica generale, diventando la prima donna ad insegnare alla Sorbona.
Maria Sklodowska 1912
Durante la prima guerra mondiale, Marie Curie operò in qualità di radiologa per il trattamento dei soldati feriti: dotando un’automobile di un’apparecchiatura radiografica rese possibili le indagini radiologiche effettuate in prossimità del fronte e partecipò alla formazione di tecnici e infermieri. Dopo la guerra divenne attiva nella Commissione Internazionale per la Cooperazione Intellettuale della Lega delle Nazioni per migliorare le condizioni di lavoro degli scienziati.
Negli ultimi anni della sua vita fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui, all’epoca, si ignorava la pericolosità. Morì nel sanatorio di Sancellemoz di Passy (Alta Savoia), nel 1934. [fonte: wikipedia]

Una interessante lettura "Il testamento intellettuale e morale di Maria Curie  a cura di Ugo Amaldi 

E adesso guardiamo questa foto....

Non è Maria Curie......

La posa è significativa: gli strumenti, lo sguardo di Curie, tutto indica il suo incredibile genio. Una foto del genere è difficile che non venga usata in giro per il mondo. Infatti, molti stati l’hanno usata per tantissimi scopi differenti. Per esempio, in Zambia è stata stampata su una serie di francobolli ( ed anche io la utilizzo  nel blog ..)
Insomma, questa è l’immagine che rappresenta Marie Curie nell’immaginario comune. Ma.........questa foto è stata scattata nel 2011, 67 anni dopo la sua morte
 La foto è un falso. Non ritrae Marie Curie, ma Susan Marie Frontczak, attrice che da anni interpreta il ruolo della famosa scienziata. Sembra veramente una foto scattata ad inizio ’900, soprattutto se la confrontiamo con quella vera  scattata nel 1912.

ERRORI COMUNI ....SUGLI OGM

Oggi in Italia è stata indetta da Legambiente  una manifestazione nazionale durante la quale sarà anche possibile firmare per un referendum che ribadisca il divieto di coltivazione di ogm. Infatti, nonostante una sentenza della Corte europea di giustizia del 2012 abbia di fatto stabilito il diritto degli agricoltori italiani di coltivare tutte le sementi autorizzate a livello europeo, tra cui quelle geneticamente modificate, la palude legislativa italiana lo rende di fatto impossibile; è appunto attesa per il 9 aprile la decisione del Tar del Lazio sull’ammissibilità del ricorso di un agricoltore contro il decreto del 2013 che vieta specificamente la coltivazione del Mais Mon810.
Prima di firmare in massa il referendum, forse però può essere utile dare un’occhiata ad alcune di quelle bufale che di solito si diffondono sugli ogm e di cui abbiamo parlato in un altro post.


Gli ogm hanno più allergeni rispetto alle altre coltivazioni
La degenerazione più popolare di questo mito è quella della fragola-pesce, leggenda metropolitana resa celebre in Italia negli anni ‘90 da Beppe Grillo. Parlando seriamente è invece senz’altro legittimo chiedersi se le nuove proteine introdotte con gli ogm possano dare luogo ad allergie, ma a oggi i dati ci mostrano che nessun prodotto approvato per la commercializzazione ha scatenato reazioni allergiche a esse riconducibili. Non sempre, inoltre, la modifica genetica comporta la produzione di una nuova proteina, e quindi di un potenziale allergene. Anzi, in teoria è possibile produrre piante ipo-allergeniche silenziando selettivamente i geni che codificano per una particolare proteina. Queste molecole non sono poi certo una esclusiva degli ogm: le nuove varietà di piante prodotte in modo convenzionale, sono ugualmente a rischio allergenico e sono pertanto sottoposte a test, e tutte le colture continuano a essere monitorate dopo la messa in commercio.

I semi degli ogm vanno ricomprati ogni anno
Come tutti gli altri. Quello che fate col vostro orto o col basilico sul davanzale è un conto, ma in agricoltura non si conservano quasi mai i semi dalla stagione precedente: è molto più conveniente e pratico comprare sementi selezionate dai produttori, e queste possono naturalmente essere sia ogm che non ogm. Una delle tante ragioni per non farsi i semi in casa se di mestiere fate l’agricoltore è che, ad esempio, in molte specie di piante l’ibrido fra due varietà ha una resa maggiore, ma come il buon Mendel insegna alla generazione successiva, se utilizzassimo la semente raccolta, ricomparirebbero i caratteri delle stirpi parentali.

Tutta colpa di Monsanto
Le task force anti-biotech ci tengono a presentare gli ogm come un prodotto esclusivo delle multinazionali, e quindi cattivo per definizione. Però gli ogm non si studiano solo nei bunker della Monsanto, esiste anche la ricerca pubblica: il Golden Rice, sviluppato all’università di Friburgo, ne è appunto un esempio. Syngenta, compagnia biotech che consente l’utilizzo gratuito dei suoi brevetti a Università e organizzazioni no-profit.
Il peso delle multinazionali (obiettivamente enorme) potrebbe anche essere ridimensionato estendendo alle biotecnologie la filosofia dell’open source, come sembra stia cominciando a fare

Anche in Italia studiavamo gli ogm. Per 30 anni l’università della Tuscia di Viterbo ha portato avanti un progetto di ricerca su olivi, ciliegi e kiwi transgenici. Nel 2009 era scaduta l’autorizzazione speciale per la coltivazione in campo aperto, ma l’esperimento non poteva considerarsi concluso, così i ricercatori sono andati avanti. A far rispettare la legalità è arrivata sedicente  Fondazione Diritti Genetici  che si è  adoperata perché i campi clandestini venissero rasi al suolo, buttando così al vento milioni di euro di ricerca pubblica UNA VERGOGNA!

E per finire...cosa è naturale e cosa non lo è?
Leggete qui, parla del nostro grano duro , del cibo che mangiamo quotidianamente....
“Alla fine degli anni ‘60 nei laboratori del CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare, poi trasformato in ENEA), al Centro Studi Nucleari della Casaccia il gruppo del Prof. Scarascia Mugnozza irraggia con raggi X una gloriosa varietà di grano duro, il Cappelli. Come al solito, la stragrande maggioranza dei semi irradiati muore, o produce piante abnormi. Ma una pianticella sopravvive e mostra caratteristiche interessanti. E’ più bassa, più resistente e con rese maggiori del Cappelli. Quel mutante viene incrociato con altre varietà di grano, per trasferire le caratteristiche interessanti, e nel 1974 viene registrato il Creso (i costitutori sono i Dott. Bozzini e Mosconi). Nel giro di pochi anni diventa il grano duro d’elezione, e tutti voi ne avete mangiato a quintali sotto forma di spaghetti, penne, rigatoni, maccheroni etc. Nel 1984 il Creso occupava il 53.3% del mercato italiano di semi certificati di grano, ed era coltivato su 430.000 ettari”. (da Radiazioni nucleari nell’orto, vegetali mutati geneticamente – ma non OGM).