domenica 3 febbraio 2013

LA TEORIA DELL' ORIGINE DELLA SPECIE

La teoria dell'origine delle specie  fu suggerita a Darwin dalle osservazioni eseguite nel corso del suo viaggio. Fondamentale fu  l'osservazione sulla fauna delle isole Galapagos che, pur essendo vicine l'una all'altra, con clima e condizioni fisiche quasi identiche, presentano ciascuna marcate differenze in uno stesso gruppo animale che le abita.


Dopo il suo ritorno in Inghilterra, Darwin si impegnò su questo problema cercando di stabilire il meccanismo che poteva aver dato luogo alla variazione delle specie. Determinante a questo proposito fu l'analisi delle pratiche dell'allevamento a opera dell'uomo per cui nel corso dei secoli si erano ottenute nuove forme negli animali domestici , scegliendo per la riproduzione i soggetti dotati di particolari caratteristiche. Darwin teorizzò che, analogamente alla selezione artificiale operata dall'uomo, anche in natura dovesse agire un meccanismo simile per effetto di un fattore selettivo che, come gli suggerì la lettura del saggio di T. R. Malthus sull'incremento della popolazione, doveva essere individuato nella lotta incessante per la sopravvivenza all'interno di un dato ambiente. Gli individui di una specie non sono identici ma presentano innumerevoli differenze, anche se spesso difficilmente percepibili; su di esse agisce la selezione naturale. Altro meccanismo, nella formazione delle nuove  specie, è l'isolamento geografico che agisce su di una popolazione piccola e non rappresentativa.
Il libro " Origine della specie " fu fonte di aspre controversie fin dalla sua prima apparizione, poiché esso contraddiceva le allora diffuse teorie "scientifiche" di un intervento divino diretto sulla natura e contrastava con la Creazione vista secondo l'interpretazione letterale del libro della Genesi. La mancanza di un meccanismo coerente dell'eredità restò uno dei principali punti deboli della teoria darwiniana fino alla riscoperta del lavoro di Gregor Mendel nei primi anni del XX secolo. Si può comunque dire che il maggior merito di Darwin fu quello di aver portato l'idea di evoluzione nell'arena del dibattito scientifico propriamente detto.
Sebbene Darwin fosse sostenuto da alcuni scienziati (tra i quali Thomas Henry Huxley), altri esitarono ad accettare la sua teoria a causa del mancato chiarimento del modo con il quale gli individui potevano trasmettere le loro caratteristiche alla discendenza. Darwin propose una propria teoria dell'eredità per pangenesi, ma essa non era molto convincente.
Nel 1874, il teologo Charles Hodge accusò Darwin di negare l'esistenza di Dio per aver definito gli esseri umani il risultato di un processo naturale piuttosto che una creazione concepita da Dio. Infatti, la teoria dell'evoluzione si trova in completa contraddizione con le interpretazioni letterarie di molte leggende o storie religiose che narrano di come si sia originata la vita terrestre. Nel corso della polemica fra Darwin e la chiesa anglicana, Huxley ebbe a dichiarare:

« Preferisco discendere da una scimmia che da un uomo di cultura che ha prostituito il sapere e l'eloquenza al servizio del pregiudizio e della falsità »


La teoria di Darwin cambiò negli uomini il modo di vedere se stessi ed il mondo che li circondava. Con l'accettazione che gli umani discendessero dagli animali, diventava palese che anche l'uomo fosse un animale. Il mondo naturale assunse una tinta fosca nelle menti dei più, poiché gli animali selvaggi erano immaginati in perenne stato di competizione gli uni con gli altri. Il mondo fu visto in termini di minore "solidità": siccome molti milioni di anni fa esso era del tutto diverso dall'attuale, fu chiaro a molti che l'impatto dell'uomo sulla Terra non era così grande, e che l'uomo stesso avrebbe potuto estinguersi in un futuro.
Dal 1860 sino agli anni 1930, la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Darwin non fu accettata universalmente dagli scienziati, mentre "qualche forma" di evoluzione era considerata possibile.  Negli anni '30 il lavoro di numerosi biologi, genetisti, statistici e paleontologi portò alla formulazione della cosiddetta Sintesi moderna dell'evoluzione, che fondeva il concetto darwiniano di selezione naturale con la genetica di Mendel.

Attualmente la stragrande maggioranza dei biologi (oltre il 99%), considera che la teoria di Darwin sia fondamentalmente corretta. Nonostante ciò, negli Stati Uniti una parte significativa della popolazione è contraria all'evoluzione a causa di pregiudizi religiosi.

Negli ultimi decenni del sec. XIX i principi dell'evoluzione di Darwin vengono applicati all'analisi dell'organizzazione sociale. Le gerarchie e le differenze sociali vengono viste come fatto rispondente all'ordine naturale dell'evoluzione umana. TUTTAVIA IL DARWINISMO SOCIALE NON HA PROVE SCIENTIFICHE,  E 'UNA INTERPRETAZIONE FORZATA DEL DARWINISMO.

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