sabato 17 agosto 2013

ANTICHI SISTEMI DI NUMERAZIONE: I MAYA


Il sistema di numerazione usato dai Maya era vigesimale (a base venti), posizionale e comprendeva l'uso dello zero.
I numeri erano rappresentati attraverso tre simboli, una conchiglia vuota, un punto (Frijolito o Maisito, cioè un chicco di mais) e una linea (Palito cioè una barretta di legno), che rappresentavano rispettivamente lo zero, l'uno e il cinque. Le cifre venivano ordinate verticalmente: la cifra che rappresentava un valore più alto si trovava al livello grafico superiore.
A volte le cifre venivano rappresentate come glifi a forma di faccia. Si pensa che questi glifi rappresentino la divinità associata al numero; questo uso è però raro, e testimoniato solo in alcune delle incisioni più elaborate.
In tutti gli esempi a noi giunti di rappresentazione di grandi numeri la base moltiplicativa per il primo livello è uno, per il secondo livello è 20,  per il terzo livello è 360 (18*20) anziché 400 (20*20). Si pensa che questo sia dovuto a motivi religiosi legati al loro calendario (360 è un numero vicino alla durata dell'anno), mentre il rapporto tra i livelli più alti riprende ad essere 20.


I Maya per indicare un ordine numerico vuoto inventarono lo zero. Lo rappresentavano usando diversi glifi per lo più a forma di conchiglia; altre interpretazioni possibili del simbolo sono una spirale, un guscio vuoto o un occhio socchiuso.
Una delle possibili cause dell'introduzione dello zero è religiosa: per i Maya infatti la numerazione scritta aveva una grande importanza dal punto di vista del computo del tempo, e i sacerdoti avevano bisogno dello zero come segnaposto nei loro calcoli legati all'astronomia e al calendario.


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