giovedì 28 novembre 2013

BYE BYE ISON!

Le ultime immagini dalla sonda SOHO elaborate da Carl Hergenrother (Acting Co-coordinator ALPO Comet Section) dimostravano da qualche giorno che il nucleo della cometa si era  totalmente consumato. Restava una coda che si stava già indebolendo.


Sarà sopravvissuta al suo passaggio nel punto più vicino al sole, oggi 28 novembre ? (perielio, 1 170 000 km dalla superficie del Sole   )


L'abbiamo vista scomparire dietro al sole e non ricomparire più, cosa le sarà successo realmente? Pare che si sia disgregata totalmente!

Guarda l'ultimo  filmato di Ison


Bye, bye, Ison, ci dispiace moltissimo! Però ci avevano avvertito che le comete sono come i gatti... hanno la coda e fanno proprio ciò che vogliono!


lunedì 25 novembre 2013

DUE SPLENDIDI MINUTI

No comment, buona visione!

      I I

 I see trees of green, red roses too
 I see them bloom for me and you
 And I think to myself, what a wonderful world
 I see skies of blue and clouds of white
 The bright blessed day, the dark sacred night
 And I think to myself, what a wonderful world
 The colours of the rainbow, so pretty in the sky
 Are also on the faces of people going by
 I see friends shakin' hands, sayin' How do you do?
 They're really saying I love you
 I hear babies cryin', I watch them grow
 They'll learn much more than I'll ever know
 And I think to myself, what a wonderful world
 Yes, I think to myself, what a wonderful world

What a Wonderful World (inglese: che mondo meraviglioso) è una famosa canzone scritta da Bob Thiele (con lo pseudonimo George Douglas) e George David Weiss e interpretata per la prima volta da Louis Armstrong. Fu pubblicata come singolo agli inizi dell'autunno del 1968.

domenica 24 novembre 2013

FANTASTICO VALZER TRA GLI ANELLI E LUNE DI SATURNO

Usando oltre 200.000 immagini scattate dalla sonda Cassini, intorno a Saturno tra il 2004 ed il 2012, Fabio di Donato ha creato questo spettacolare filmato, dal titolo "Around Saturn " in cui si può fare davvero un volo mozzafiato all'interno del sistema saturniano, sulle note di Dmitri Shostakovich - Jazz Suite No.2: VI. Waltz 2 - Armonie Symphony Orchestra.Il video è dedicato alla memoria di Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica che ha segnato un'epoca nell'informazione astronomica in Italia, scomparsa nel 2013.
In questa foto il Sole illumina Saturno e gli anelli creano gigantesche ombre sul pianeta. Insieme, al centro, potete vedere anche Teti. Credit: NASA/JPL-Caltech.
A causa delle immagini in movimento è sconsigliata la visione a chi soffre di epilessia.

                               
da http://www.link2universe.net/2013-09-24/staordinario-valzer-tra-gli-anelli-e-lune-di-saturno/

LUCA PARMITANO, ASTRONAUTA E POETA

Con un perfetto atterraggio nelle steppe del Kazakistan nelle l' 11 novembre è terminata l’avventura di Luca Parmitano e della Expedition 37. La stessa capsula Soyuz che li condusse nel cosmo il 29 maggio ha infatti concluso le manovre di discesa quando in Italia erano le 3:49 del mattino, riportando sulla Terra insieme a Parmitano anche i compagni di spedizione Karen Nyberg, statunitense, ed il russo Fyodor Yurchikhin.
Luca ha trascorso circa cinque mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale per la sua missione Volare, frutto di un accordo bilaterale tra la NASA e la nostra agenzia spaziale nazionale, l’ASI. In questo periodo sono stati condotti oltre 30 esperimenti scientifici, effettuate due passeggiate spaziali così come le normali incombenze per il buon funzionamento della Stazione stessa. 
Tutte queste ricerche hanno ricadute dirette sull’intera popolazione della Terra e allo stesso tempo consentono agli scienziati di raccogliere preziose indicazioni per la preparazione alle future spedizioni umane nel Sistema Solare.
Nella fisica dei materiali sono stati fatti grandi passi avanti, che hanno enormemente migliorato i processi industriali per la creazione di complesse leghe di titanio, con una conseguente riduzione di costi e tempi di lavorazione a parità di qualità del prodotto finale.
In aggiunta al carico di lavoro scientifico, Luca e i suoi compagni hanno anche gestito l’arrivo sulla ISS di tre veicoli da rifornimento. 
Volare/Expedition 37 è stata la prima esperienza nello spazio per Luca. Il prossimo astronauta ESA a volare a bordo della Stazione sarà il tedesco Alexander Gerst, che partirà alla volta della ISS il prossimo 28 maggio a bordo di una capsula Soyuz.
Luca Parmitano è stato molto attivo nel comunicare le vicende che ha vissuto nel corso della sua intera spedizione, aggiornando regolarmente un blog in italiano ed inglese (dando prova di non comuni doti di scrittura), rilasciando frequentissimi aggiornamenti sul suo account Twitter, e scattando centinaia di splendide fotografie che sono liberamente consultabili online.  Gli va senza dubbio riconosciuta una spiccata capacità di far partecipi i suoi lettori del senso del meraviglioso che  ha provato durante tutta la missione.
In questo video sono riportati i suoi pensieri, mentre  per l'ultima volta osserva la terra lassù dallo spazio. E' veramente un video struggente, nostalgico, commovente, mentre in sottofondo possiamo sentire le note dell'altrettanto indimenticabile canzone "Volare" di Domenico Modugno. Forse non sapete chi è, ma fa niente, ascoltate e capirete.


IONI E LEGAME IONICO


Se ad un atomo neutro viene strappato un elettrone. esso possiederà una carica positiva in eccesso.
Si dice che si è formato uno ione positivo o catione.
Se un atomo neutro acquista un elettrone, esso viene ad avere una carica negativa in eccesso: si dice che si è formato uno ione negativo o anione. Dunque, gli ioni sono atomi elettricamente carichi.
Gli elettroni perduti o acquistati possono essere anche due o raramente tre. In questo caso l'atomo possiede rispettivamente due o tre cariche positive o negative.
Se uno ione positivo e uno ione negativo si trovano in presenza uno dell'altro, ad una distanza sufficientemente piccola, si attraggono e tra di loro si forma un legame detto legame ionico.
Per esempio, se il cloro gassoso si trova in presenza del metallo sodio , gli atomi di cloro ( Cl ) strappano un elettrone agli atomi di sodio ( Na ) e così si formano anioni cloruro e cationi sodio. I due tipi di ioni si attraggono e formano il cloruro di sodio ( NaCl ), che è il sale da cucina.
In questo modo, sia il catione che l'anione hanno 8 elettroni nel guscio più esterno, il che li rende particolarmente stabili.
In generale il legame che si stabilisce tra gli ioni a causa della forza di attrazione elettrostatica si chiama legame ionico.
Esso si può stabilire anche tra più di due atomi.
Es: l'atomo di calcio ( Ca ) ha 8 elettroni nel penultimo strato e 2 elettroni in quello più esterno; ognuno di questi due elettroni può essere acquistato da un atomo di cloro per formante una molecola di cloruro di calcio ( CaCl2 ) 

Quando sono presenti moltissimi ioni di segno opposto , essi si aggregano a formare dei cristalli.
I cristalli di cloruro di sodio sono formati dagli ioni sodio positivi e dagli ioni cloro negativi.
Si può pensare ad un ione come una sferetta, ogni sferetta di un certo segno si circonda di sferette di segno contrario, che tiene unite a sè grazie alla forza di attrazione elettrostatica.
Le sferette si dispongono in modo ordinato e formano il cristallo del cloruro di sodio.
Il legame ionico si forma tra gli elementi dei primi gruppi della tavola periodica e quelli degli ultimi gruppi, perché per formare il catione o l'anione basta togliere o aggiungere uno o due elettroni soltanto.


TEST ED ESERCIZI SUI NUMERI DECIMALI

Per integrare il nostro libro di testo, ecco degli esercizi in più sui numeri decimali.



 http://online.scuola.zanichelli.it/arpinati_matematica-files/Esercizi/Arpinati_eserciziC2.pdf



http://www.mathubi.com/numerirazionali/test/razionaliQ.htm

PERCHE' SI USANO I NUMERI DECIMALI?

Per esprimere le parti dell’unità non bastavano le frazioni? In realtà no, come ci spiega questo video: lo sviluppo rinascimentale del commercio e dell’economia, e la crescente complessità dei conti che ne conseguiva, trovavano ostacolo nelle faticose operazioni con le frazioni. Bisognava superare questa difficoltà… 
La risposta la diedero proprio i numeri decimali. Ma questi numeri, accolti poi dalla scienza, si confrontano con le “antiche” frazioni, portando a risultati inaspettati e sorprendenti…

giovedì 21 novembre 2013

ODE A UN FIORE DI R.FEYNAMAN

 Ode a un fiore è una famosa intervista della BBC a Richard Feynman, realizzata nel 1981.
Il succo di questa breve riflessione di Feynman è: la scienza non toglie valore all'apprezzamento della bellezza, ma ne aggiunge, perchè grazie alla scienza possiamo aggiungere alla parte esterna di cui tutti possiamo godere anche una parte interna, che non si vede immediatamente, e che è rappresentata dalla microstruttura della cosa che stiamo osservando, e dalla sua storia scientifica. E' grazie agli studi scientifici che possiamo raggiungere questa conoscenza e goderne insieme all'aspetto estetico o meglio, insieme all'aspetto che tutti possono cogliere.
C'è  da aggiungere a questa considerazione di Feynman, perfettamente condivisibile, che ogni specializzazione porta con sè una maggiore sensibilità e capacità di trarre informazioni, alla quale non sfuggono neanche le competenze umanistiche. In questo modo è accettabile che un esperto d'arte o di musica, davanti a un'opera, possa apprezzarne maggiormente il valore grazie al fatto che ne conosce la storia, anche se  non scientifica. Resta però valido l'assunto che il take this all apart -fare tutto a pezzi-  non fa diventare le cose noiose anzi,  aumenta la capacità di goderne.
La scienza non può essere considerata un'arida disciplina indifferente all'aspetto estetico della vita. E' vero il contrario: è un perfetto amplificatore di quel godimento estetico che tutti ritengono di avere, per la capacità che ha di svelare la vita segreta oltre quella che riusciamo a cogliere con i cinque sensi.
Ecco qui l'intervista a Feynman, sottotitolata:



Segue una divertente animazione:



Infine una vignetta  di Zen Pencil, cliccare sull'immagine per vedere bene
Segue la trascrizione, in inglese dell'intervista:
I have a friend who's an artist and he's some times taken a view which I don't agree with very well.
He'll hold up a flower and say, "look how beautiful it is," and I'll agree, I think.
 And he says, "you see, I as an artist can see how beautiful this is, but you as a scientist, oh, take this all apart and it becomes a dull thing." And I think he's kind of nutty.
First of all, the beauty that he sees is available to other people and to me, too, I believe, although I might not be quite as refined aesthetically as he is. But I can appreciate the beauty of a flower.
At the same time, I see much more about the flower that he sees.
I could imagine the cells in there, the complicated actions inside which also have a beauty. I mean, it's not just beauty at this dimension of one centimeter: there is also beauty at a smaller dimension, the inner structure...also the processes.
The fact that the colors in the flower are evolved in order to attract insects to pollinate it is interesting -- it means that insects can see the color.
It adds a question -- does this aesthetic sense also exist in the lower forms that are...why is it aesthetic, all kinds of interesting questions which a science knowledge only adds to the excitement and mystery and the awe of a flower.
It only adds. I don't understand how it subtracts.

TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI

Viste le vostre curiosità sugli elementi chimici e sulla tavola periodica , ecco qui un link a tante risorse per rispondere alle tantissime domande.


martedì 19 novembre 2013

SEGUIAMO LA COMETA!

Della cometa Ison abbiamo già parlato qui.
Essa raggiungerà il perielio, la distanza minima dal Sole, soltanto il prossimo 28 novembre, ma dall’alba di ieri curiosi ed appassionati di astronomia possono già ammirare ad occhio nudo la cometa Ison, non lontana da Spica, la stella più brillante della costellazione della Vergine. Nuvole permettendo.

                   Qui posiamo vedere il percorso della cometa verso il sole in modo interattivo.



Per chi vorrà seguire la cometa on line sarà possibile seguire l’evento astronomico attraverso diverse dirette streaming, come quella proposta da Livestream.com. Altre immagini spettacolari della cometa sono proposte dal Marshall Space Flight Center di Huntsville, in Alabama (Stati Uniti)

I più curiori potranno  seguire tutte le informazioni e i dettagli tecnici sul percorso della cometa su Cometison2013. La cometa dovrebbe riservare un grande spettacolo per tutto il periodo di dicembre, compresi i giorni di Natale.   Rispetto agli entusiasmi del 2012, al momento della sua scoperta, quando fu definita come la «cometa del secolo» e si calcolò come avrebbe dovuto brillare più della Luna piena, le aspettative si erano però ridimensionate. E non mancavano i timori per la possibilità che venisse disintegrata dal calore. Nei giorni scorsi si spiegava come la cometa fosse ancora poco luminosa, nonostante si fosse avvicinata al perielio, mentre Nextme.it aveva ribadito come fosse «lontana dalla stazza della spettacolare cometa Hale-Bopp, larga circa 30 km, che illuminò i cieli notturni della Terra durante il suo passaggio, nel 1997». Eppure, durante il suo viaggio verso il Sole, ISON ha acquistato sempre maggiore luminosità. fino all’appuntamento di ieri, da quando è diventata visibile anche ad occhio nudo, in anticipo rispetto alle ultime previsioni. Per ammirare Ison servirà individuare la posizione di Spica.
Un gruppo di ricercatori ha stabilito che le fiamme luminose che escono dalla testa della cometa potrebbero indicarne la scissione del nucleo. Questo fenomeno ha catturato l’attenzione di Karl Nattams, un osservatore del Naval Research Laboratory che ha un ruolo di primo piano nel’osservazione del corpo celeste per la NASA. «Questo fenomeno potrebbe essere il risultato della frammentazione del nucleo di ISON, tuttavia potrebbe essere il risutato dell’aumento di attività della cometa man mano che si avvicina al sole», ha detto Battams. Se la cometa si sta frammentando, la sua luminosità dovrebbe aumetare vertiginosamente per poi diminuire allo stesso modo: «Non possiamo saperlo fino a quando ISON non raggiungerà il campo visivo della sonda STEREO della NASA il 21 novembre».

Ricordiamo che la cometa passerà a 1,2 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. Timori per la Terra? Nessuno, dato che la cometa resterà comunque a una distanza di circa 64 milioni di chilometri rispetto al nostro pianeta.


                      
Comet ISON Rising 11 Nov. 2013 from Roy Spencer on Vimeo.

Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/1220043/ison-come-vedere-lo-spettacolo-della-cometa-ison/

domenica 17 novembre 2013

MENDELEEV E LA TAVOLA PERIODICA

Abbiamo visto che tutti gli elementi chimici, sia naturali, che artificiali , sono disposti in una particolare tabella, chiamata " Tavola Periodica degli Elementi".
In essa, in ogni casella , sono indicati il simbolo chimico ed il nome, il numero atomico ( in alto a sinistra ) e la massa atomica ( sotto il simbolo). Quella riportata qui sotto inoltre è interattiva e ci fa vedere anche il numero di elettroni nei vari strati, oltre a darci notizie sulle proprietà fisiche di quel dato elemento.

Gli elementi della tavola sono disposti in colonne verticali, dette gruppi, e in righe orizzontali , chiamate periodi.
Gli elementi che si trovano nello stesso gruppo hanno la stessa configurazione elettronica dello strato più esterno. 
Gli elementi dello stesso gruppo hanno proprietà chimiche molto simili, mentre gli elementi di ciascun periodo hanno proprietà che variano gradualmente.
Tra i primi e gli ultimi elementi dello stesso periodo c'è una grandissima differenza chimica.

Si conclude che: le caratteristiche chimiche degli elementi dipendono dalla configurazione elettronica dello strato più esterno.

Questa dunque è la legge naturale che ha permesso a Mendeleev di fare la sua classificazione senza conoscere nulla della struttura degli atomi, ma semplicemente basandosi sulla regolarità delle caratteristiche chimiche e fisiche degli elementi. le sue osservazioni furono così precise che gli consentirono di prevedere l'esistenza di elementi ancora sconosciuti ai suoi tempi.

Ma scopriamo meglio chi era Mendeleev: 

http://online.scuola.zanichelli.it/esploriamolachimica/files/2010/03/Zanichelli_Valitutti_Mendeleev.pdf

Dmitrij Ivanovic Mendeleev nacque a in Siberia nel 1834 e morì a San Pietroburgo nel 1907. Nel 1860 partecipò al primo Congresso internazionale di chimica a Karlsruhe (nell’attuale Germania) e nel 1869 elaborò la prima tavola periodica. Mendeleev insegnò all’Università di San Pietroburgo; l’elemento 101 della tavola periodica moderna è chiamato mendelevio in suo onore.
Mendeleev viene considerato anche uno dei padri dell’industria petrolifera russa. Si dedicò inoltre a studi sulle proprietà dei gas, formulando l’anticipazione di quella che verrà chiamata temperatura critica, e costruendo diversi strumenti per ricerche di tipo applicativo.
La tavola periodica moderna deve la sua nascita alle discussioni in occasione del congresso di chimica di Karlsurhe. Al convegno, infatti, uno tra gli argomenti principali fu il metodo da utilizzare per la determinazione delle masse atomiche. Mendeleev e il tedesco Julius Lothar Meyer vi parteciparono e la conferenza stimolò in loro il pensiero sulla classificazione degli elementi e su come le «reali» masse atomiche potessero essere alla base della classificazione.
A San Pietroburgo Mendeleev afffrontò con successo il problema dell’ordine dei circa sessanta elementi a lui noti. Mendeleev utilizzò come criterio la massa atomica per cercare di attribuire un ordine agli elementi, ma si concentrò sulle affinità nelle proprietà chimiche. Il russo ordinò gli elementi per massa atomica crescente. Nella prima versione della tavola l’idrogeno era a parte, seguito da righe di sette elementi ciascuna (non erano ancora stati scoperti i gas nobili). La seconda versione prevedeva già una disposizione in righe e colonne, in modo che tutti gli elementi con proprietà chimiche simili si trovassero nella stessa colonna.
Mendeleev lasciò spazi vuoti nei punti in cui le proprietà chimiche non corrispondevano a quelle del gruppo.
Egli previde, per gli elementi ancora sconosciuti, sia la massa atomica sia le proprietà chimiche. In particolare, lasciò vuoti gli spazi sotto boro, alluminio e silicio e chiamò questi elementi rispettivamente eka-boro, ekaalluminio, eka-silicio. Alcuni anni dopo furono scoperti gli elementi gallio (1875), scandio (1876) e germanio (1886), che possedevano proprietà analoghe a quelle previste per eka-boro, eka-alluminio ed eka-silicio. Furono queste previsioni, confermate dai dati sperimentali,a convincere la comunità scientifica del valore della tavola periodica.
Nel 1894, dopo avere scoperto l’argon, il chimico William Ramsay cercò di dimostrare l’esistenza di altri
gas con caratteristiche simili, perché aveva capito che il nuovo elemento non poteva essere collocato in nessuna delle colonne già esistenti. Ramsay scoprì così anche elio, neon, cripton e xenon, ottenendo l’ottava colonna della tavola periodica.
La scoperta del nucleo consentì in seguito la definitiva spiegazione della regolarità della tavola periodica.
Nel 1913 Henry G. J. Moseley completò il lavoro di Mendeleev arrivando alla conclusione che è il numero atomico e non la massa atomica il principio su cui basare la classificazione periodica.

Ecco qui una tavola periodica minimalista, in cui sono  rappresentati solo gli elettroni ( ogni elettrone è un puntino ), ideata dalla  designer Allison Haigh.
L'idrogeno, che ha numero atomico (cioè numero di protoni) e numero di elettroni pari ad uno, è rappresentato da un solo puntino. Inoltre, la posizione dell’elemento rimane invariata rispetto alla sua posizione nella versione “classica” della tavola: ad esempio, l’idrogeno si trova nell’angolo in alto a sinistra della tavola, mentre l’elio si trova nell’angolo in alto a destra. Seguendo l’andamento della tavola, dunque, il numero di puntini, e dunque di elettroni, andrà aumentando se si procede da sinistra a destra lungo un periodo (che è una riga della tavola periodica). Ma non è tutto. Questi puntini infatti sono disposti in una particolare forma simmetrica, piuttosto attraente, che consente di cogliere visivamente, in maniera rapida, le differenze tra i diversi elementi.







ANESTETICI, PER FORTUNA!!

L'anestesia moderna é iniziata come uno dei frutti dello sviluppo scientifico parallelo all'illuminismo. Alla fine del 1700 Joseph Priestly e Sir Humpry Davy, due chimici inglesi, sperimentarono sull'uomo il  monossido di diazoto, N2O, noto anche come protossido d'azoto e lo  chiamarono "gas esilarante" per il suo effetto euforizzante. 
Oltre a indurre "allegria", è  leggermente dolce, ma soprattutto è un sedativo e un discreto anestetico; a dosi più alte causa prima sonnolenza e poi induce il sonno. 
Già dalla sua scoperta venne usato come anche come droga; adesso sappiamo che un uso prolungato, per mesi e anni, procura danni anche gravi alle cellule nervose.
W.Morton
La sostanza, dal punto di vista chimico, era stata scoperta  da Humpry Davy nel 1772
Circa venti anni dopo,  Michael Faraday stava studiando la chimica dell'etere dietilico. H3CH2OCH2CH3
Nel 1830, negli Stati Uniti, molti ragazzi partecipavano a “party all’etere”, party che producevano una “gioiosa ebbrezza”.
Adesso useremmo termini diversi: rave party e “andare su di giri”…. In pratica una droga, più o meno leggera. Non sappiamo quanto questo fenomeno fosse diffuso, ma lo era certamente nella cittadina di Jefferson, in Georgia, non lontano da Atlanta.
A Jefferson esercitava il dottor Crawford Williamson Long, che era al corrente degli esperimenti di Priestly e di Davy.
Long pensò allora di sfruttare proprio l’etere, utilizzato in modo discutibile dai giovani dei dintorni, per operare un paziente particolarmente spaventato dall’operazione che lo aspettava: l’asportazione di un tumore al collo. (In parole povere un fifone... Un fifone? Ma chi di noi non sarebbe spaventatissimo all’idea di essere operato senza anestesia???)
Il 30 marzo 1842 il tumore è asportato senza alcun dolore e successivamente Long iniziò a usare con successo l'etere nelle operazioni chirurgiche, soprattutto amputazioni e parti.
Nonostante il successo, disturbato da alcune polemiche, egli rinunciò a pubblicare i risultati dei suoi lavori fino al 1849, venendo così “superato” da William Morton,
Intanto, nel 1842 (altre fonti indicano il '44) Horace Wells, dentista a Boston, tentò di anestetizzare un paziente con il protossido di azoto, N2O, ma con scarso successo.
Prima estrazione dentaria con etere
William T. G. Morton è considerato il padre della moderna anestesiologia, perché ha sempre pubblicato accuratamente i risultati dei suoi lavori; inoltre è l’inventore dell’inalatore Morton, per inalare l'etere. 
La sua prima sperimentazione, in data 30 settembre 1846 fu una estrazione dentaria, resa totalmente indolore con l'etere dietilico, evento prontamente pubblicato sul Boston Daily Giournal. 
A questo seguì un vero intervento chirurgico, ancora la rimozione di un tumore al collo, eseguita il 16 ottobre 1846 dal dottor John Collins Warren del Massachusetts General Hospital.
Morton infatti era dentista e non aveva i titoli (e probabilmente neppure la preparazione) per operare personalmente. Al contrario aveva messo abbastanza a punto la tecnica di anestesia (generale) del paziente.... il primo esempio di anestesista.
In quella occasione Morton utilizzò e presentò ufficialmente alla comunità scientifica un inalatore per etere, composto semplicemente da una sfera di vetro (al cui interno va posizionata una spugna imbevuta di etere) dotata di due valvole, una di entrata dell'aria una di uscita dell'aria contenente vapori di etere.
Questa scoperta venne portata all'attenzione della comunità scientifica mondiale con la pubblicazione, il 18 novembre 1846, di un articolo sul Boston Medical and Surgical Journal. 
Il dottor Morton sapeva curare la propria immagine….
La stessa parola “anestesia” dal greco ἀναισθησία a (senza) e aisthesis, sensazione, venne inventata poco dopo da Oliver Holmes, medico e poeta.
In Europa nel frattempo,  si stavano orientando su un’altra sostanza, sempre un gas, da assumere per inalazione: il Cloroformio o triclorometano, CHCl3
Questa sostanza viene prodotta per la prima volta nel 1831 dal famoso chimico Justus von Liebig (quello da cui prenderanno il nome i dadi per il brodo) e, indipendentemente, anche da Eugène Souberain
Nel 1847 James Young Simpson, un ostetrico di Edimburgo, usava il cloroformio per anestetizzare le partorienti
All’inizio del XX secolo, anche in America si iniziò a usare il cloroformio al posto dell’ etere, ma per poco tempo….
A riprova della pericolosità psicologica di queste sostanze,  Horace Wells e William Morton non ebbero vita facile, nonostante il loro impegno e nonostante i buoni risultati di Morton.
Il dottor Wells, infatti, tra il 1867 ed il 1868 pubblicò diversi articoli per reclamare la paternità della scoperta e iniziò a sperimentare il cloroformio, ma divenne dipendente da questa sostanza fino ad arrivare al suicidio (tagliandosi le vene sotto anestesia) dopo esser stato arrestato per aggressione a delle prostitute.
1846, primo intervento chirurgico con anestesia generale 
Invece il dottor Morton cercò di nascondere la vera natura dell'etere e lo brevettò sotto il nome di Letheon. Scoperta quasi subito la falsificazione, il brevetto non gli viene riconosciuto. Morton trascorse l'ultima parte della sua vita, tossicodipendente dall'etere, a Boston.
In Italia la prima applicazione dell'etere come anestetico avvenne il 2 febbraio 1847 all'ospedale Maggiore di Milano.
Attualmente, dopo una lunga evoluzione, si distingue tra anestesia locale e generale o sistemica.
Nel primo caso le sostanze (lidocaina, benzocaina), vengono iniettate localmente, e anestetizzano un piccola parte del corpo. Se venissero iniettate in circolo, sarebbero molto pericolose.
Le anestesie generali, invece si compongono di diverse sostanze che hanno diverse funzioni.
Generalmente una preanestesia a base di benzodiazepine, che serve come rilassante muscolare.
Successivamente il paziente deve essere sedato, cioè reso tranquillo e privo di ansia, deve essere privato della sensazione del dolore, almeno nell'area interessata dall'operazione; inoltre deve essere indotto un profondo rilassamento muscolare.
In breve, i più usati sono i barbiturici che una volta venivano usati come sonniferi (ora non più perché era facile adoperarli per suicidarsi); sono molto potenti, danno generalmente un sonno profondo e duraturo e rilassano la muscolatura.
Gli anestetici gassosi come etere e cloroformio sono ormai superati, in particolare il cloroformio è cancerogeno.
Il protossido d'azoto viene ancora utilizzato quando la componente da combattere è principalmente legata all'ansia o per il mantenimento dell'anestesia, perché possiede blande proprietà anestetiche ma potenti proprietà analgesiche ed ansiolitiche.
Senza l'uso di altre sostanze, l'inalazione di questo gas induce uno stato di sedazione cosciente, descritto come uno stato di depressione della coscienza, durante il quale vengono conservate la capacità di respirare autonomamente, i riflessi protettivi delle vie aeree e la capacità di rispondere a stimoli verbali.
Esistono tutta una serie di composti organici abbastanza semplici, molti dei quali sono eteri, spesso con alogeni, che negli ultimi 50 anni sono stati scoperti e utilizzati come anestetici e poi sostituiti da altri e da altri ancora.
A seconda del tipo di intervento e del paziente (allergie, età, peso, malattie), il lavoro dell'anestesista è proprio quello di scegliere il mix adatto all'operazione e al paziente...
Resta da chiarire un elemento più importante: gran parte dell'enorme sviluppo che ha avuto la chirurgia nel secolo scorso è stato possibile grazie all'invenzione dell'anestesia. Senza questa la chirurgia sarebbe rimasta un "ramo terrifico" della medicina.

sabato 16 novembre 2013

LA CANZONE DELLA TAVOLA PERIODICA

Veramente divertente questo video che passa in rassegna tutti gli elementi della tavola periodica, sulle note di un velocissimo e travolgente  "can can"


                     

Scritto, diretto, prodotto, modificato e cantata da Mitchell Moffit.
Basato sulla musica "Can-Can", di Offenbach.

LYRICS:

There's Hydrogen and Helium
Then Lithium, Beryllium
Boron, Carbon everywhere
Nitrogen all through the air

With Oxygen so you can breathe
And Fluorine for your pretty teeth
Neon to light up the signs
Sodium for salty times

Magnesium, Aluminium, Silicon
Phosphorus, then Sulfur, Chlorine and Argon
Potassium, and Calcium so you'll grow strong
Scandium, Titanium, Vanadium and Chromium and Manganese

CHORUS

This is the Periodic Table
Noble gas is stable
Halogens and Alkali react agressively
Each period will see new outer shells
While electrons are added moving to the right

Iron is the 26th
Then Cobalt, Nickel coins you get
Copper, Zinc and Gallium
Germanium and Arsenic

Selenium and Bromine film
While Krypton helps light up your room
Rubidium and Strontium then Yttrium, Zirconium

Niobium, Molybdenum, Technetium
Ruthenium, Rhodium, Palladium
Silver-ware then Cadmium and Indium
Tin-cans, Antimony then Tellurium and Iodine and Xenon and then Caesium and...

Barium is 56 and this is where the table splits
Where Lanthanides have just begun
Lanthanum, Cerium and Praseodymium

Neodymium's next too
Promethium, then 62's
Samarium, Europium, Gadolinium and Terbium
Dysprosium, Holmium, Erbium, Thulium
Ytterbium, Lutetium

Hafnium, Tantalum, Tungsten then we're on to
Rhenium, Osmium and Iridium
Platinum, Gold to make you rich till you grow old
Mercury to tell you when it's really cold

Thallium and Lead then Bismuth for your tummy
Polonium, Astatine would not be yummy
Radon, Francium will last a little time
Radium then Actinides at 89

REPEAT CHORUS

Actinium, Thorium, Protactinium
Uranium, Neptunium, Plutonium
Americium, Curium, Berkelium
Californium, Einsteinium, Fermium
Mendelevium, Nobelium, Lawrencium
Rutherfordium, Dubnium, Seaborgium
Bohrium, Hassium then Meitnerium
Darmstadtium, Roentgenium, Copernicium

Ununtrium, Flerovium
Ununpentium, Livermorium
Ununseptium, Ununoctium
And then we're done!!

COME SI DISPONGONO GLI ELETTRONI INTORNO AL NUCLEO

Gli elettroni non sono distribuiti a caso nello spazio intorno al nucleo; In realtà essi non si muovono lungo orbite fisse (come un treno lungo i binari), ma si allontanano e si avvicinano al nucleo, viaggiando a una velocità così elevata (prossima alla velocità della luce, circa 300.000 km al secondo), che è praticamente impossibile stabilire contemporaneamente, in un determinato istante, la loro posizione e la loro velocità (principio di indeterminazione di Heisenberg).
Di ogni elettrone possiamo solamente definire lo spazio tridimensionale intorno al nucleo all’interno del quale abbiamo un’elevata probabilità di trovare l’elettrone stesso. È come se l’elettrone fosse “contenuto” (con alta probabilità) all’interno di una nube (di dimensioni, forma e orientamento spaziale definiti matematicamente), che chiamiamo orbitale.

L’orbitale è quindi la porzione di spazio tridimensionale disposta intorno al nucleo, all’interno della quale abbiamo un’alta probabilità (più del 90%) di trovare l’elettrone.

Il primo stato è quello di raggio più piccolo e può contenere al  massimo due elettroni; il secondo strato è più grande e può contenere al massimo 8 elettroni; il terzo è ancora più grande e può contenere al massimo 18 elettroni, tuttavia negli elementi più semplici ne contiene 8.
Gli atomi più complessi giungono ad avere fino a 7 strati, ma ( ad eccezione del primo strato) l'ultimo ne può contenere al massimo 8. Gli atomi che hanno 8 elettroni nell'ultima orbita sono molto stabili e non tendono a formare legami chimici, come vedremo.
 Puoi trovare la configurazione elettronica di tutti gli elementi in questa tavola periodica  interattiva , molto utile per capire perchè gli atomi siano stati disposti così.

Naturalmente questa è una spiegazione ultra semplificata rispetto alla realtà, tuttavia questo per voi può bastare.
Aggiungo una App, dal sito http://lnx.sinapsi.org/wordpress/2011/09/28/costruisci-latomo/, intuitiva, semplice, molto carina !

Ma forse più bella ancora è questa app dalla Colorado University, dice anche quando un nucleo è instabile!
                                                            



L'ATOMO IN PILLOLE

L'atomo, la particella che come un mattone costituisce tutta la materia, non è un corpicciolo semplice. Esso è a sua volta composto da particelle elementari piccolissime: i protoni, i neutroni e gli elettroni.
I protoni e i neutroni formano insieme quello che possiamo definire il cuore dell'atomo: il nucleo.
Queste due particelle hanno più o meno la stessa massa, cioè sono formate da una quantità di materia quasi uguale. Il protone, però, è diverso dal neutrone perché ha una proprietà, chiamata carica elettrica positiva, che il neutrone non possiede. 
Attorno al nucleo ruotano rapidissimamente gli elettroni, che sono carichi negativamente e la cui massa è di circa 2.000 volte inferiore a quella di un protone, precisamente ne servono 1836 per uguagliare la massa di un protone. I fisici hanno calcolato che un elettrone pesa mediamente 9X10-28 grammi, il che significa che per ottenere un grammo di elettroni dovremmo accumularne novecento miliardi di miliardi di miliardi. 
In un atomo in condizioni normali il numero degli elettroni è sempre uguale a quello dei protoni: a un certo numero di cariche positive corrisponde un ugual numero di cariche negative. L'atomo, dunque, risulta neutro, né positivo né negativo.
Gli elettroni, il cui numero varia da elemento a elemento,  come abbiamo detto, sono in continuo movimento e ruotano attorno al nucleo come i pianeti intorno al sole, con la sola differenza che le orbite sono meno precise. Le ridottissime dimensioni e l'altissima velocità, tipiche degli elettroni, fanno si che l'orbita tracciata da questa piccola particella appaia all'occhio umano come una specie di onda luminosa, in cui è impossibile individuare la posizione dell'elettrone.
 Il numero di protoni ( e quindi degli elettroni ) nel nucleo è detto numero atomico e si abbrevia con la lettera maiuscola Z; Con il numero di massa si indica la somma del numero dei neutroni  e dei protoni.

Pur essendo tutti formati dalle stesse particelle, gli atomi non sono tutti uguali tra loro: alcuni sono più piccoli, altri più grandi e questo dipende dal numero di protoni del suo nucleo. 
Immagine dell'orbita di un elettrone in un atomo di idrogeno H
L'atomo che possiede 7 protoni è quello dell'azoto, una sostanza presente nell'aria; l'atomo con numero atomico 8, cioè con 8 protoni, è l'ossigeno.
Ecco qui  il nome di altri atomi: carbonio, rame, ferro, oro, argento, sodio, cloro...
Ogni elemento chimico, per brevità, è indicato con un simbolo, che deriva dal nome dell'atomo. Ogni simbolo è formato dalla prima o dalle prime due lettere del nome dell'atomo, per non creare confusione tra atomi i cui nomi hanno la stessa iniziale
Per esempio il simbolo del carbonio è C (si legge ci), quello del calcio è Ca (si legge ci-a) e quello del cloro è Cl (si legge ci-elle). Ci sono poi alcuni elementi il cui simbolo è molto diverso da quello del loro nome.
Così il simbolo dell'oro è Au, perché è ricavato dal termine latino aurum; quello del rame è Cu, perché gli antichi romani chiamavano il rame cuprum. 
Il nucleo è circa 100 000 volte più piccolo dell'intero atomo, esso perciò è estremamente denso, tra i diametri del nucleo e dell’atomo c’e un rapporto pari a quello fra la capocchia di uno spillo e la cupola della basilica di San Pietro a Roma. Poiché tutto sulla terra è fatto di atomi, ciò vuol dire che il nostro corpo e la sedia su cui siamo seduti, sono composti da una quantità di spazio vuoto un milione di milioni di volte maggiore dello spazio occupato dalla materia.
La tavola periodica degli elementi è lo schema col quale vengono ordinati gli atomi sulla base del loro numero atomico.  Ideata dal chimico russo Mendeleev nel 1869, inizialmente contava numerosi spazi vuoti, previsti per gli elementi che sarebbero stati scoperti in futuro, taluni nella seconda metà del 1900. 
A questo punto verrebbe naturale domandarsi: che cosa tiene uniti i protoni, che sono di carica positiva? I protoni sono legati fra loro da una forza cento volte più forte di quella elettrica; questa forza misteriosa prende il nome di interazione forte. I neutroni hanno la funzione di stabilizzare il nucleo, ma quando i protoni sono molti, l'atomo diventa instabile ed emette radiazioni o particelle ( elettoni, protoni, raggi gamma)



mercoledì 13 novembre 2013

IL MAGNETISMO



Il magnetismo è un fenomeno fisico dimostrato da alcuni materiali che hanno la capacità di attrarre il ferro nonché di trasmettere tale capacità ad altri materiali.
Gli antichi avevano scoperto la capacità di alcuni minerali (ad esempio la magnetite) di attrarre la limatura di ferro o piccoli oggetti ferrosi. Questa capacità di esercitare una forza a distanza e` chiamata forza magnetica.

Una proprietà interessante dei magneti naturali è che essi presentano un polo nord e un polo sud; se si divide in due parti un magnete, tentando di “separarne” i due poli, si ottengono due magneti del tutto simili (ciascuno con una coppia di poli opposti).
Le forze di attrazione dei due poli di un magnete generano un campo magnetico.
Particolarmente rilevante è l’esistenza di un magnetismo terrestre.
Il Polo Nord magnetico è spostato di circa 1.000 km da quello geografico e si trova attualmente in territorio canadese. La definizione di polo nord e sud è legata alla proprietà di un ago magnetico che è libero di ruotare senza attriti attorno al suo baricentro e di disporsi lungo le linee del suddetto campo di forze.
Pertanto definendo il polo magnetico “nord” quello dell’ago della bussola che si rivolge a Nord ne segue che il polo Nord terrestre è in realtà un polo Sud magnetico e viceversa.
L'origine del campo magnetico terrestre è da ricercarsi nella parte esterna fluida del nucleo. La parte interna solida è ricca di ferro e nichel, che sono minerali ferromagnetici, ma si trova a una temperatura elevatissima alla quale anche il ferro e il nichel cessano di essere magnetici. Perciò si pensa che il campo magnetico terrestre sia generato da correnti elettriche che circolano nel nucleo liquido.
Gli scienziati pensano che un magnete sia costituito da moltissimi magnetini elementari (corrispondenti ad atomi o molecole) disposti in modo ordinato, in una stessa direzione, con il polo Nord in un verso ed il polo Sud in quello opposto.


All' interno del magnete, ogni polo Nord di un magnetino, viene neutralizzato dal polo Sud del magnetino vicino; gli unici punti della calamita in cui la forza magnetica rimane non bilanciata e manifesta tutto il suo valore sono i poli.

 Secondo questa teoria i corpi di ferro, di acciaio o le leghe contenenti  ferro, cobalto o nichel, sono costituiti anch'essi  da magnetini elementari disposti però in modo disordinato: in condizioni normali, quindi, non manifestano proprietà magnetiche.
Se questi corpi entrano nel campo magnetico di una calamita, diventano anch'essi magneti perché i loro magneti elementari, sotto l'influsso della forza magnetica, si dispongono ordinatamente uno di seguito all'altro e con i poli opposti affacciati.
Secondo questa teoria i corpi di ferro, di acciaio o le leghe contenenti  ferro, cobalto o nichel, sono costituiti anch'essi  da magnetini elementari disposti però in modo disordinato: in condizioni normali, quindi, non manifestano proprietà magnetiche.
Se questi corpi entrano nel campo magnetico di una calamita, diventano anch'essi magneti perché i loro magneti elementari, sotto l'influsso della forza magnetica, si dispongono ordinatamente uno di seguito all'altro e con i poli opposti affacciati.
Se il corpo è di ferro la magnetizzazione sarà temporanea, se è di acciaio o alnico la magnetizzazione sarà, invece, permanente. Questa teoria ci permette di dare una facile spiegazione ai tre metodi di magnetizzazione per strofinio, contatto e induzione.
Strofinando l'oggetto con un magnete i magnetini si orientano in gran parte nella stessa direzione.
Tenendo un polo magnetico a contatto con l' oggetto di ferro i magnetini si orientano nella stessa direzione.
Avvicinando un polo di un magnete ad un oggetto di ferro i magnetini si orientano nella stessa direzione

lunedì 11 novembre 2013

CAPILLARITA'

Il fenomeno della capillarità, connesso alla tensione superficiale, consiste nel fatto che se si immerge in un liquido l'estremità di un capillare (tubo di vetro di diametro molto piccolo), il liquido stesso (vedi figura) tenderà a disporsi nel capillare a un livello più alto (1) o più basso (2) rispetto al livello del liquido esterno; inoltre, la superficie libera del liquido all'interno del capillare non è piana, ma tende ad assumere una forma curva (menisco), rispettivamente concava nel caso (1) o convessa nel caso (2).
Nel primo caso, tipico dell'acqua, il liquido "bagna'' la superficie di vetro poiché le forze di adesione tra liquido e vetro sono maggiori delle forze di coesione alla superficie del liquido (dovuta alla tensione superficiale).
Nel secondo caso, tipico del mercurio, il liquido "non bagna'' il vetro, cioè le forze di coesione prevalgono su quelle di adesione.
In natura la capillarità assume particolare importanza nella salita della linfa lungo i fusti delle piante e nella circolazione periferica del sangue.
Il diverso comportamento dell'acqua e del mercurio in presenza di un capillare


sabato 9 novembre 2013

ELETTROMAGNETISMO

Ecco due filmati che spiegano in modo chiaro i fenomeni dell'elettromagnetismo, un argomento non certo facile da capire.

IL MAGNETISMO

                                               

CARL SAGAN DAY

Il 9 Novembre del 1934 nasceva Carl Sagan e oggi  si celebra, negli Stati Uniti, il  Carl Sagan Day.
Carl Sagan è stato un cosmologo, un divulgatore scientifico, autore nel 1985 di un popolare libro di fantascienza, Contact (da cui è stato tratto nel 1998 l’omonimo film di Robert Zemeckis); con il suo amore per la scienza, ha ispirato milioni di persone.
Con i suoi libri ha contribuito a rompere la visione di una scienza come una cosa  fredda, dogmatica, priva di sensibilità ed etica, che offre una visione ristretta di una non meglio specificata “realtà”. Al contrario la scienza è lo strumento migliore che abbiamo per comprendere l’Universo per quello che è, e non per quello che noi vorremmo che fosse.
Il suo libro " Il mondo infestato dai demoni "( 1996) è stato interpretato come una sorta di testamento spirituale: malato da tempo di mielodisplasia, nonostante ripetuti trapianti di midollo osseo, Carl sarebbe morto lo stesso anno della pubblicazione del libro, il 20 dicembre 1996. Egli volle  anche raccontare questo suo travaglio (non smise di scrivere nemmeno dal suo letto di ospedale) in quello che è forse il più personale dei suoi libri" Miliardi e miliardi, riflessioni di fine millennio sulla Terra e i suoi inquilini" (pubblicato postumo ne 1997) dove racconta anche dell’incontro e del sodalizio professionale con la sua ultima moglie, la produttrice Ann Druyan 
La sua opera più famosa è la serie televisiva Cosmos (1980), uno dei programmi più visti di tutti i tempi (non in Italia, dove non è mai arrivato tradotto, anche se ora esiste una versione in DVD sottotitolata).
Nel programma affermava:
"Una parte di noi sa che proveniamo dal cosmo. Vogliamo ricambiare. E possiamo farlo. Perché il cosmo è anche dentro di noi. Siamo fatti di materia stellare. Siamo una via che ha il cosmo per conoscere sé stesso."
Ecco qui  il video " Great Minds: Carl Sagan - Pale blue dot ", con sottotitoli in italiano, mentre la voce di Sagan recita le sue bellissime riflessioni.


                       

mercoledì 6 novembre 2013

GIOCA CON LE AREE, I PERIMETRI, IL PIANO CARTESIANO

Un   "gioco " che sarà utile agli alunni di seconda ( e non solo ) visto che abbiamo iniziato lo studio delle aree, da non confondere con il concetto di perimetro.
Le figure proposte sono quadrati, rettangoli, triangoli e anche cerchi, con la semplificazione di considerare pi greco uguale a 3. Provare! Comunque ci eserciteremo anche in classe!
  


LA TORCIA OLIMPICA TRA LE STELLE!

L.Parmitano su Canada-Arm
Non sono ancora iniziate (la cerimonia ufficiale di apertura è prevista il  7 febbraio del prossimo anno), ma le XXII Olimpiadi Invernali in programma a Sochi, in Russia stanno già per entrare nella storia. La staffetta che dall’ottobre scorso sta portando la torcia olimpica da Mosca a Sochi attraverso le 83 regioni della Federazione Russa, infatti, non solo sarà la più lunga dei Giochi Olimpici Invernali finora disputati, ma per la prima volta compirà una parte del suo viaggio addirittura nello spazio. È infatti in programma per domani la partenza della torcia olimpica dal cosmodromo di Baikonour nel Kazakistan alla volta della Stazione Spaziale Internazionale, ‘scortata’ nella capsula Soyuz dal cosmonauta russo Vladislavovich Tyurin, dall’americano Rick Mastracchio e dal giapponese Koichi Wakata. Una volta arrivata, saranno i proprio due membri russi della ISS a compiere una passeggiata spaziale con la torcia. Visto l’ingombro delle tute e dell’attrezzatura necessaria per le attività extraveicolari, forse il gesto atletico sarà poco elegante, ma indubbiamente efficiente, dato che in poco più di un’ora e mezza la ISS compie un giro completo attorno alla Terra. L’avventura spaziale della torcia olimpica, il cui fuoco sia per ragioni di sicurezza che e a causa dell’assenza di gravita sarà sostituito da una luce artificiale, si concluderà l’11 novembre prossimo quando parte dell’attuale equipaggio della ISS tornerà a Terra come programmato. Tra i tedofori d’eccezione che riaccompagneranno la ‘torcia spaziale’ ci sarà anche l’astronauta italiano Luca Parmitano, che concluderà la sua lunga missione nella Stazione Spaziale Internazionale, iniziata il 28 maggio scorso.