giovedì 27 marzo 2014

IL PRIMO ASTEROIDE CON ANELLI

                      

Chariklo, un asteroide scoperto nel 1997 tra Saturno e Urano e stato osservato con estremo dettaglio. Si è scoperto così che i suoi anelli sono fatti di ghiaccio d'acqua.
Dalle reminiscenza scolastiche ricordiamo un po’ tutti che Saturno è noto per essere il pianeta con gli anelli. Ma le ricerche astronomiche degli ultimi decenni hanno permesso di scoprire che anche Giove e poi Urano e Nettuno possiedono anelli attorno ad essi. E forse un giorno li possedeva anche la Terra. 
Ma ora ricerche condotte con vari telescopi sparsi nel mondo, tra cui l’Osservatorio di La Silla dell’Eso, hanno permesso di scoprire anelli anche attorno ad un asteroide, noto con il nome di Chariklo.
Scoperta casuale
Alla loro esistenza si è arrivati casualmente, mentre i ricercatori stavano osservando l’asteroide per altri motivi. Una coincidenza ha voluto che durante la campagna osservativa Chariklo sia passato di fronte ad una stella e l’eclisse che si è venuta a creare non è stata netta, ma preceduta e seguita per alcuni secondi da un indebolimento della luce dell’astro. C’era qualcosa cioè, davanti e dietro all’asteroide che bloccava la luce della stella prima che questi la coprisse con il proprio corpo. 
Il fenomeno è stato osservato sia dal telescopio cileno, che ha avuto il ruolo fondamentale, sia da altri 6 telescopi sparsi nel mondo. Confrontando i numerosi dati che i 7 telescopi hanno raccolto si è potuti arrivare alla spiegazione: la presenza di polvere attorno all’asteroide e quindi all’esistenza degli anelli.
Due anelli e forse una mini luna
La sorpresa la spiega così uno dei ricercatori che hanno pubblicato lo studio, Braga-Ribas dell’Osservatorio nazionale MCTI del Brasile: «La nostra analisi aveva altri scopi perché nessuno ipotizzava che oggetti piccoli come Chariklo potessero avere anelli, perciò la scoperta - e l'incredibile quantità di dettagli che abbiamo osservato nel sistema - sono stati una vera sorpresa».
I dati raccolti erano così tanti e precisi che si è potuto identificare anche la forma, la lunghezza e l’orientamento degli anelli. 
E così si è messo in luce che, in realtà, gli anelli sono due, il primo è largo 3 km, il secondo 7 km, i quali sono stati chiamati provvisoriamente Oiapoque e Chuì, dal nome di due fiumi brasiliani. Tra un anello e l’altro vi è uno spazio vuoto di 9 km. Non è da escludere che in tale spazio vi possa essere una piccola luna. Il tutto attorno ad un oggetto di soli 250 km di diametro (a confronto si ricordi che la Terra ha un diametro di circa 12.600 km).
Chariklo fa parte di un gruppo di asteroidi chiamati Centauri e la sua orbita si trova tra Saturno e Urano. 
Uffe Gråe Jørgensen, del Niels Bohr Institute della University of Copenhagen (Danimarca), membro del gruppo di ricerca si è lasciato sfuggire un’osservazione immaginifica più che scientifica della scoperta: «Cerco di immaginarmi cosa significhi stare sulla superficie di questo oggetto ghiacciato - abbastanza piccolo perché una macchina da corsa possa raggiungere la velocità di fuga e scappare nello spazio - e intanto ammirare un sistema di anelli di 20 chilometri di larghezza 1000 volte più vicino della Luna». 
Ma al di là dell’aspetto emozionante della scoperta quale significato scientifico dare agli anelli di un asteroide? In verità al momento non c’è una risposta certa al fenomeno ma probabilmente questo tipo di anelli si forma a partire dai detriti rimasti dopo una collisione. E non è da escludere che questo materiale possa, con il tempo, aggregarsi fino a dare origine ad una luna.

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