lunedì 31 marzo 2014

OGM, MOSTRI, BUFALE E ALTRO

Mostri falsi

Nell'ultimo decennio i media hanno sfornato alcune storie su ibridi grotteschi nati incrociando i geni di piante e animali. Uno dei casi più eclatanti è quello della fragola-pesce modificata al fine di produrre molecole antigelo al suo interno. La notizia è rimbalzata ovunque, dai giornali fino alla pubblicità dei supermercati e alla trasmissione Report nel 1998. Il fatto è che la fragola-pesce, questa chimera genetica che spesso viene descritta sui media, non esiste. Non è mai esistita. Nessuno ha mai pensato di produrre una cosa del genere, e probabilmente mai nessuno ci proverà. Eppure in molti la descrivono. E’ una leggenda urbana, un po’ come i coccodrilli nelle fogne di New York. E  anche se la fragola-pesce fosse esistita, non avrebbe certo prodotto il glicole etilenico (il liquido blu che mettiamo nei radiatori) perché una pianta viene modificata geneticamente per produrre una proteina, non certo il «liquido antigelo dei radiatori».

Ogm e tumori
ridicolo  terrorismo anti ogm

Gli esseri umani consumano prodotti a base di piante geneticamente modificate da quasi 20 anni. Negli Stati Uniti sono sono ancora emerse controindicazioni sul cibo con ingredienti a base ogm - considerato equivalente a quello tradizionale – ma la ricerca scientifica ha comunque indagato sul suo presunto potere cancerogeno. Nel 2012,  un articolo di Nature ha fatto il punto sui risultati di uno studio francese, condotto dal biologo Seralini,  su una varietà di mais Monsanto considerata pericolosa per i topi. Al di là degli annunci eclatanti l'Europa ha aperto un dibattito sulla credibilità dello studio, definito dall' Efsa ( «European Food Safety Agency) “ di qualità scientifica insufficiente per essere considerato valido ai fini della valutazione del rischio”.Verrebbe subito da chiedersi come mai i suini e bovini dei Paesi occidentali, tutti nutriti con mais e soia geneticamente modificate (sì, anche in Italia), non muoiano di tumore e perchè la stessa sorte non capiti anche agli umani in quei Paesi in cui gli alimenti derivati da Ogm sono in vendita da quasi 20 anni. nostro eroe usa 10 animali per ogni gruppo, un numero ridicolo per un’analisi statistica rigorosa. Come ciliegina finale, questo scienziato si spinge a cercare le cause di questo devastante effetto cancerogeno e lo individua nel fatto che il mais Ogm conterrebbe (contrariamente a quanto trovato da altri autori) minori quantità di acido ferulico, un composto fenolico presente in tutti i cereali. Secondo l’autore, l’acido ferulico, agendo sui recettori degli estrogeni, contrasterebbe l’insorgere di tumori della mammella: quindi, un suo abbassamento nel mais Ogm favorirebbe l’insorgere di tumori. Cita a questo proposito un recente lavoro di un gruppo indiano. Purtroppo, se si va a leggere questo articolo, si vede che, secondo gli autori, l’acido ferulico favorisce la proliferazione di tumori mammari nei ratti, invece di contrastarlo. Dunque, il mais Ogm dovrebbe semmai proteggere contro i tumori, anziché indurli.

Questo genio d’oltralpe ha scelto per i suoi esperimenti un ceppo di ratti che sono predisposti a sviluppare spontaneamente tumori nel corso della loro vita. Per essere sicuro di trovare tumori in questi ratti ha aspettato due anni, un’età in cui il 72% di questi ha già sviluppato tumori spontanei, indipendentemente da quello che mangiano. A questo stadio la distinzione tra tumori naturali e tumori indotti da Ogm diventa ovviamente confusa e richiederebbe uno studio su grandi numeri di campioni. Invece il
Un po’ come voler studiare gli effetti del fumo su una popolazione di bronchitici cronici. 
 L’articolo di Seralini è corredato da figure raccapriccianti di ratti con enormi tumori, presi però solo tra quelli nutriti con mais Ogm, mai tra quelli nutriti con mais normale, che pure hanno sviluppato gli stessi tumori. La pubblicazione dell’articolo è stata preceduta da un gran «battage» pubblicitario della lobby antiOgm ed è stato mostrato ai giornalisti con l’obbligo di non parlarne prima della sua uscita, forse per evitare commenti di esperti che avrebbero potuto guastare la festa.
 La «European Food Safety Agency» ha già dichiarato che il lavoro di Seralini non permette di trarre conclusioni sulla presunta nocività del mais geneticamente modificato, ma potete scommettere che il tipo ci riproverà: ci sta provando da 15 anni.
(http://www.lastampa.it/2012/10/10/scienza/ogm-e-tumori-tutti-gli-errori-di-una-beffa-mondiale-l7cSTMb7KwlZVrlIUbUJQL/pagina.html

 L'odissea italiana del mais Monsanto

L'Italia non è un paese per Ogm. Non a caso, lo scorso luglio il governo ha imposto il divieto di coltivazione del mais transgenico MON810 già approvato dalla Ue. Il testo di legge ha imposto una moratoria di 18 mesi sulla base della clausola di salvaguardia previsto dal regolamento comunitario 178/2002. Tuttavia, le motivazioni scientifiche alla base della misera cautelare sono state rigettate dall'Efsa che le ha considerate inconsistenti. Quella dei ministri italiani, insomma, è stata una scelta puramente politica. 


Chi sta decimando le farfalle monarca

Nel 1999, sulla prestigiosa rivista Nature (vol. 399, 20 Maggio 1999), esce una breve comunicazione scientifica dell’entomologo John Losey della Cornell University che puntava il dito sulle coltivazioni di mais transgenico contenente la tossina di Bacillus thuringiensis, accusandole di provocare gravi danni alle popolazioni della farfalla monarca (Danaus plexippus), ed è subito polemica. Buona parte della comunità scientifica tuttavia, critica apertamente i risultati ottenuti da Losey, evidenziandone i punti deboli e a seguito delle critiche ricevute anche lo stesso autore ha fatto marcia indietro affermando che in effetti non esistono prove conclusive sull’effetto tossico del polline Bt. Si scoprirà addirittura che in corrispondenza delle colture di mais Bt la popolazione di farfalla monarca è aumentata sensibilmente. La smentita non troverà alcun risalto mediatico da parte degli organi di informazione.


L'illusione del cibo Ogm-free

L'Italia avrà anche imposto un bando sulla coltivazione delle Pgm, ma questo non vuol dire che possa tenere i prodotti biotech fuori dalla nostra tavola. Come spiega un post di Dario Bressanini, chimico e divulgatore scientifico, il nostro paese importa ogni anno 3,35 milioni di tonnellate di soia geneticamente modificata per farne mangimi per animali. Gli stessi animali che producono il latte, la carne e i formaggi di cui andiamo fieri. I prodotti biologici chiaramente fanno eccezione, ma tutto il resto della zootecnia fa affidamento sugli Ogm. Che ci piaccia o no. 

                    

Bressanini, insieme a Beatrice Mautino ( giornalista e biotecnologa ), intervengono ad un dibattito sugli OGM  “Il grande dubbio: pericolosi o sostenibili”, l'incontro che si è tenuto al Festivaletteratura di Mantova l'8 settembre 2013. In sala c'erano più di 200 persone, alle quali è stato chiesto di esprimersi a favore di una delle due asserzioni: “Gli OGM sono adeguati/inadeguati a garantire la sostenibilità in agricoltura.” Prima del dibattito, il 48 percento del pubblico pensava che gli OGM fossero “inadeguati”, contro il 42 percento che propendeva per “adeguati”—più un 10 percento di astenuti. Dopo un'ora di discussione civile con Luca Ruini e Luca Colombo, è stata ripetuta la votazione. Gli “adeguati” erano saliti al 48 percento, mentre gli “inadeguati” sono scesi al 39 percento. Diciamo che non è un esperimento perfetto di democrazia diretta—il pubblico in sala è sceso a 186 persone, la percentuale di indecisi è rimasta più o meno la stessa—ma almeno ha aiutato qualcuno a farsi un'idea sull'argomento.

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