lunedì 24 marzo 2014

LE FELCI

Le felci, appartenenti alle Pteridofite, contano più di 10.000 specie e danno vita a una moltitudine di forme e grandezze incredibile, passando da dimensioni minuscole alla stazza dei grandi alberi, ma che comunque hanno tutte in comune due tratti fondamentali: la riproduzione tramite spore (al posto dei semi) e un ciclo vitale costituito da due fasi molto ben distinte tra loro.
Dominatrici assolute per molti milioni di anni le felci coprivano buona parte delle superfici emerse fino alla fine del Carbonifero quando, per il cambio climatico che asciugò le molte paludi presenti allora sulla terra, molte specie si estinsero.
Woodsia ilvensis
Come molte altre piante anche le felci ebbero il loro periodo d’oro, o forse sarebbe meglio dire nero, visti gli effetti negativi a cui questa vera e propria mania diede vita: la pteridomania scoppiò incontrollata nell’Inghilterra di metà ’800 quando, pur di soddisfare il fanatismo dei vittoriani per queste piante, venne devastato il loro habitat e portate letteralmente all’estinzione molte specie; la Woodsia ilvensis, scampata per miracolo all’enstinsione, è tutt’oggi molto rara.
Dal punto di vista biologico le felci con le loro radici, fusti e foglie assomigliano in tutto e per tutto alle piante che di solito coltiviamo, solo che differiscono da queste per un “piccolissimo” particolare: non producono fiori, non generano frutti, non producono semi.

Il ciclo vitale delle felci, detto alternanza di generazioni, è molto peculiare perché dà origine a due differenti tipi di pianta: da un lato abbiamo una pianta matura (la generazione sporofita) con tanto di radici, fusto e fronde il cui lato inferiore (ben visibile ad occhio nudo) genera spore che, una volta rilasciate, vengono trasportate anche per lunghe distanze fino a quando non trovano l’ambiente ideale (un terreno abbastanza umido) e danno vita a una piccola pianta (detta protallo) che di rado supera i pochi millimetri d’altezza, di solito dalla caratteristica forma a cuore, che è l’altro lato del ciclo vitale, cioè la generazione gametofita.
Le spore hanno solo il 50% dei cromosomi della pianta adulta ma le gametofiti generano sia cellule maschili che cellule femminili dalla cui fecondazione si ottiene di nuovo una sporofita, munita del 100% dei cromosomi: una felce adulta.

Sono diverse le felci che è possibile coltivare nelle nostre case, di solito non sono piante particolarmente esigenti, basta seguire qualche semplice accortezza e potremo godere della loro bellezza nel nostro appartamento.
L’habitat delle felci è il sottobosco, all’ombra degli alberi e delle altre piante oltre al fatto che, non generando fiori, non hanno bisogno di molta energia per cui la loro esigenza di luce è molto modesta. 
Una  raccomandazione: NON raccogliete le felci in natura.

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