domenica 26 ottobre 2014

DEDICATO A CHI DIMENTICA SEMPRE IL COMPASSO......

Un cerchio perfetto senza compasso? Come? Guardate qui  o cliccate sull'immagine


LA FOSSA DELLE MARIANNE

Uno dei punti più estremi del mondo è localizzato in una zona nell’Oceano Pacifico, a sud del Giappone, ad est delle Filippine e a nord della Nuova Guinea: è il Challenger Deep, il punto più profondo del nostro pianeta sotto il livello del mare.
Il Challenger Deep fa parte della depressione oceanica chiamata Fossa delle Marianne, o Mariana Trench, che prende il nome dalle omonime isole vicine, situate a circa 2.400 km ad est delle Filippine, a loro volta così chiamate in onore di Marianna d’Asburgo regina di Spagna.
La Fossa delle Marianne forma un arco lungo circa 2.550 Km, ha una larghezza media di circa 70 Km e si trova in corrispondenza di due placche tettoniche, quella del Pacifico e quella delle Filippine, in una zona di subduzione, ovvero una zona in cui si verifica lo scorrimento di una placca sotto un’altra placca. In questo caso, la placca del Pacifico si insinua sotto la placca delle Filippine. Lo studio di questo aspetto della Fossa delle Marianne risulta estremamente significativo in ambito scientifico poiché può essere causa di forti terremoti e violente eruzioni vulcaniche che si verificano in tale zona.

Questa zona dell’Oceano Pacifico fu attraversata nel 1521 da Ferdinando Magellano, il quale gli attribuì il termine “pacifico” per il mare molto calmo che trovò durante la sua traversata fino alle Filippine.
Nel 1951, il vascello Challenger II della Royal Navy effettuò rilevamenti nella zona utilizzando un sonar e scoprì il punto più profondo, poi ribattezzato Challenger Deep, a 10.863 metri.
Il 23 gennaio 1960, in un’immersione senza precedenti, il batiscafo Trieste della U.S. Navy raggiunse la profondità segnata a bordo di 11.521 metri, poi rettificata a 10.916. Sul batiscafo erano presenti il tenente della Marina statunitense Donald Walsh e l’esploratore e ingegnere svizzero Jacques Piccard, figlio del fisico August Piccard. Anche grazie alla partecipazione del padre alla progettazione del batiscafo, il giovane Piccard lo realizzò presso i cantieri navali di Trieste, città che poi gli diede il nome.
Il 26 marzo 2012 il sommergibile Deepsea Challenge, con a bordo il regista ed esploratore James Cameron, viene calato con una gru nell’Oceano Pacifico, con l’intento di arrivare al punto più profondo del pianeta. Il sommergibile, nell’ambito di una missione scientifica per studiare le profondità marine condotta da Cameron con la National Geographic Society e attrezzato con apparecchiature per raccogliere campioni e immagini, dopo una discesa durata 2 ore e 36 minuti, tocca la profondità di 10.898 metri.
Cameron trascorre oltre tre ore sul fondo della Fossa delle Marianne e, dopo un’ascesa di 70 minuti, riaffiora nell’Oceano Pacifico. Cameron è il terzo uomo nella storia, ed il primo in solitaria, ad aver esplorato il più profondo degli abissi conosciuti al mondo, un luogo isolato dal resto dell’umanità, silenzioso, scuro e remoto, poiché gli ultimi bagliori della luce solare si fermano a 1.000 metri di profondità.
Nella piccola capsula che ha portato Cameron negli abissi erano presenti un campionatore di sedimenti, un artiglio robot, una pistola per aspirare piccole creature marine e altri strumenti per il calcolo della temperatura e della salinità.
A dispetto dell'enorme pressione che caratterizza l'ambiente – 1100 volte la pressione a livello del mare, il sommergibile si è ristretto di 7 cm - i sedimenti della Fossa delle Marianne si sono dimostrati un vero e proprio hot spot di attività batterica, dove vivono circa dieci volte più batteri di quelli che si trovano nei sedimenti della pianura abissale circostante, a una profondità di 5000-6000 metri. 
I microbi controllano la decomposizione della materia organica nei sedimenti marini. Questa decomposizione, a sua volta, contribuisce alla rigenerazione dei nutrienti presenti negli oceani e influenza in maniera significativa il ciclo del carbonio globale. In generale, i tassi di decomposizione dei microrganismi diminuiscono con la profondità. E proprio per questo i risultati ottenuti hanno suscitato notevole interesse.
Secondo i ricercatori, il prosperare dell'attività microbica nella fossa deve essere legato a un flusso insolitamente elevato di materia organica - animali morti, alghe e altri microbi - provenienti dall'ambiente circostante molto meno profondo, probabilmente anche grazie all'inabissamento di grandi quantità di materiale durante i terremoti, piuttosto frequenti nella zona.
Sono stati notati degli esemplari di anfipodi, crostacei simili a gamberetti. Non è una grande scoperta, perché si tratta di un ordine particolarmente abbondante nell'oceano. Praticamente, dove c'e acqua ci sono anfipodi. Nel Challenger Deep ve ne sono di rosa pallido e bianchi, e ciò che li rende davvero speciali è la loro dimensione. Il microbiologo Douglas Bartlett ha fatto notare che la maggior parte degli anfipodi oceanici è della dimensione di un pollice umano. Quelli catturati dalle esche dell'équipe di Cameron erano lunghi fino a 17 centimetri. E ce ne sarebbero altri che arrivano a ben 30 centimetri. 
Oltre agli anfipodi, sono stati notati  quelli che a prima vista sembravano bastoni sepolti nella sabbia, disposti secondo un modello un po' particolare. A un'occhiata più approfondita, si sono rivelati essere oloturie, meglio note con il nome comune di cetrioli di mare ( echinodermi ), camuffati così astutamente con il fondale da non essere notati neppure da Cameron. Si tratta di animali specializzati nella raccolta di cibo dal fondo oceanico tramite delle apposite appendici per l'alimentazione. Secondo gli scienziati, le oloturie si posizionano in modo tale da intercettare le correnti oceaniche e arraffare il cibo grazie ai loro tentacoli.Questi  cetrioli erano completamente immobili, tanto da sembrare congelati ed è per questo, oltre che per il loro perfetto camuffamento con il fondale, che sono sfuggiti all'occhio di Cameron e notati in studi successivi dall'oceanografa Natalya Gallo.
Non è tutto. A quanto pare, c'è ancora un'altra creatura di dimensioni superiori alla norma sul fondo della fossa. Nascosti dietro pile di sabbia instabili e irregolari ci sono dei protisti filamentosi giganti, detti foraminiferi. Si tratta di esseri viventi simili ad amebe, dotati di tentacoli lunghi e ramificati con cui afferrano il cibo. Spesso sono provvisti di gusci di carbonati di calcio di grande complessità e bellezza: per resistere alla pressione degli abissi, mille volte superiore a quella superficiale, i gusci sono morbidi e flessibili. Non è ancora ben chiaro se si tratti di creature unicellulari nel senso stretto del termine.

mercoledì 22 ottobre 2014

QUANTO E' GRANDE UN ATOMO?

                       
                         

https://www.tasc.it/2012/11/19/quanto-e-grande-un-atomo

Massa dell’elettrone = 9.10953 * 10^-31 Kg
Massa del protone = 1.67235 * 10^-27 Kg
Massa del neutrone = 1.67492 * 10^-27 Kg

domenica 19 ottobre 2014

SE LA LUNA FOSSE SOLO UN PIXEL

Ho trovato una mappa che ci faccia vedere i pianeti e che rispetti nella scala le distanze reali.
La grandezza dei pianeti è espressa in pixel (la Luna equivale a un pixel) e le distanze si percorrono muovendo il mouse, a destra e a sinistra, incontrando  di volta in volta i pianeti, fino ad arrivare ai confini del sistema solare. Sole, pianeti e distanze sono cosi rapportate in scala, non solo per la loro dimensione, ma soprattutto per le loro reciproche distanze, rispetto ad altri pianeti o rispetto al Sole, che appare un bel cerchio colorato di giallo, piuttosto grande.
Possiamo cosi renderci conto, navigando nel sistema solare, che scorrendo per circa 3 minuti luce, incontriamo Mercurio, il primo pianeta del sistema Solare.  A circa 6 minuti luce dal Sole, troviamo Venere, che occupa poco più di 2 pixel. Possiamo anche renderci conto che c'è praticamente quasi un  infinito vuoto in mezzo alle stelle, i pianeti e gli altri corpi celesti. A circa 8 minuti luce dal Sole, ecco finalmente la Terra e il pixel lunare.  Scorrendo la quasi totalità della mappa, a circa 5 ore luce dal Sole, ecco i 2 pixel che rappresentano Plutone, l'ultimo corpo celeste del Sistema Solare.
Come riportato nella mappa, subito dopo Plutone, dovrmmo scorrere 6771 mappe simili per trovare una nuova stella,  Alpha Centauri.
                                                   
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lunedì 13 ottobre 2014

ROSETTA, DISTANZA RECORD 18 CHILOMETRI!

Mai così vicina: la sonda Rosetta ha fotografato la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko da una distanza record di appena 18 chilometri, riuscendo a inquadrare con precisione il famoso sito J dove il prossimo 12 novembre il lander Philae dovrebbe cimentarsi nel primo atterraggio mai tentato su una cometa. Le immagini mozzafiato, montate in un unico collage in 2D, sono pubblicate sul blog dedicato alla missione dell'Agenzia spaziale europea (Esa).
Il sito J si trova sul lobo più piccolo della cometa dalla forma bizzarra ed è stato selezionato dagli esperti dell’Esa fra i cinque siti individuati a fine agosto. “Il sito J è riscaldato dal Sole ed è una delle aree nelle quali la cometa è più attiva”, ha detto all’Ansa il responsabile delle operazioni di Rosetta per l’Esa, Andrea Accomazzo. “Dobbiamo prevedere dei rischi – ha aggiunto – perché i gas emessi dalla cometa potrebbero spostare il satellite”. La scommessa, ha aggiunto, è quindi riuscire a fare tutti i calcoli per rilasciare il lander Philae nel posto giusto al momento giusto. 


Sulla cometa obiettivo della sonda europea Rosetta c'è un masso la cui forma ricorda la piramide di Cheope. Fa parte di un gruppo di grandi massi chiamati dai ricercatori come le piramidi di Giza e sono fra le strutture più sorprendenti e misteriose situate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko
Inoltre pochi giorni fa si è visto che sulla cometa obiettivo  c'è un masso la cui forma ricorda la piramide di Cheope. Fa parte di un gruppo di grandi massi chiamati dai ricercatori come le piramidi di Giza e sono fra le strutture più sorprendenti e misteriose situate sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2014/10/10/la-piramide-di-cheope-sulla-cometa-di-rosetta-_d5d01c3b-074f-498a-bdc0-20949fa404b1.html


A prescindere dalla loro distribuzione e dimensione, quasi tutte le proprietà dei massi visti sulla cometa sono ancora un mistero per i ricercatori. Non si sa ancora di che materiale siano fatti, quali siano le loro proprietà fisiche, come densità e stabilità, e come si siano formati.

venerdì 10 ottobre 2014

NOBEL PER LA PACE A MALALA E A SATYARTHI


Il Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato a Malala Yousafzai, la ragazzina pakistana vittima di un attentato talebano nel 2009 quando aveva solo 12 anni (perché difendeva il diritto delle bambine allo studio nella valle dello Swat) e all’indiano, Kailash Satyarthi, 60 anni, attivista dei diritti dei bambini.
Malala Yousafzay è la persona più giovane ad essere insignita del Nobel nella storia di tutte le categorie del premio. Secondo il sito nobelprize.org, infatti, ha sostituito in testa alla classifica dei Nobel più giovani il premio per la Fisica Lawrence Bragg, che nel 1915 - quando ricevette questo riconoscimento - aveva 25 anni. Malala è la 46ma donna a ricevere il Nobel tra il 1901 e il 2014.
Celebre il discorso che Malala tenne alle Nazioni unite il 12 luglio del 2013, nel giorno del suo 16esimo compleanno, dopo avere incontrato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Allora l'attivista parlò del diritto all'istruzione, ribadendo che è l'arma più potente per combattere contro i talebani. "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L'istruzione prima di tutto", aveva detto Malala parlando davanti a una platea di 500 ragazzi provenienti da tutto il mondo, alla presenza di Ban Ki-moon e dell'inviato speciale dell'Onu per l'educazione globale Gordon Brown, ex premier britannico.
                       


mercoledì 8 ottobre 2014

STELLA MARINA

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Pedicelli ambulacrali

domenica 5 ottobre 2014

STEVE JOBS

A tre anni dalla morte di Steve Jobs, avvenuta il 5 ottobre 2011, sono oltre un milione i messaggi che si leggono sulla pagina creata da Apple per ricordare una delle figure più rappresentative non solo della tecnologia ma anche della nostra cultura. La pagina si chiama 'Remebering Steve' e raccoglie ricordi, ringraziamenti e pensieri rivolti al co-fondatore di Apple, come se fosse ancora in vita. Tutti ricordano le sue invenzioni ma anche la sua passione e la sua creatività. Tanti messaggi, ricordi, foto e frasi celebri di Jobs si possono leggere numerosi in queste ore anche sui social network.

Chi era Sveve Jobs, per chi non lo sapesse? 

Steven Paul Jobs nasce il California il 24 febbraio 1955, cresce in una zona che anni piu' tardi si chiamera' Silicon Valley. Il primo lavoro nel 1974 alla Atari, il primo aprile 1976 fonda la Apple con Steve Wozniak, assieme creano Apple I. Il 24 gennaio 1984 lancia il Macintosh, un Pc rivoluzionario con tastiera e mouse. Nel 1985, dopo una lunga disputa con i dirigenti dell'azienda lascia e un anno dopo crea NeXT e successivamente rileva la Pixar. Nel 1997 rientra in Apple e inizia la cavalcata verso una serie di prodotti di successo: iMac, iPod e iTunes Store, iPhone, Apple Store, iPad. Nel 2004 gli viene diagnosticato un cancro al pancreas e si opera. Il 24 agosto 2011 fa un passo indietro alla guida della Apple, lo sostituisce Tim Cook. Muore il 5 ottobre 2011. "Il mondo ha perso un visionario'', dice Barak Obama. La sua vita è stata raccontata da Walter Isaacson nel libro Steve Jobs, l'unica biografia autorizzata dallo stesso Jobs, pubblicata il 24 ottobre 2011.

Il discorso all'Università di Stanford il 12 giugno 2005 è considerato il testamento di Steve Jobs; ci sono i sottotitoli e qui potrete comunque  leggere tutto  il testo. 

                       

Riportiamo anche le citazioni più belle e famose di Steve Jobs: 

“Non perdete tempo a vivere la vita di qualcun altro. Siate affamati, siate folli”. 

"Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario".


"Quando avevo 17 anni lessi una frase che diceva qualcosa tipo: “Se vivrai ogni giorno pensando che potrebbe essere l’ultimo, quasi certamente un giorno avrai ragione”. Mi impressionò a tal punto che da quel giorno e per gli ultimi 33 anni, mi guardo nello specchio tutte le mattine e mi chiedo: ” se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, farei ciò che sto per fare oggi?” E ogni volta che la risposta è stata “no” per troppi giorni a fila, capivo che dovevo cambiare qualcosa.”


"Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore".

“E’ solamente dicendo ‘no’ che puoi concentrarti sulle cose veramente importanti”.


“Questo è uno dei miei mantra: concentrazione e semplicità. Il semplice può essere più forte del complesso. Devi lavorare duro per pulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma alla fine ne vale la pena perché una volta ottenuto ciò, puoi spostare le montagne”. 

“Ai folli. Agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso –e che non amano le regole… perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”. 





sabato 4 ottobre 2014

SISTEMA NERVOSO AUTONOMO

SUDDIVISIONE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: VOLONTARIO  E AUTONOMO

Il sistema nervoso periferico si divide in sistema nervoso somatico e autonomo. il sistema nervoso somatico (volontario) controlla i muscoli scheletrici, il sistema nervoso autonomo (involontario) formato da nervi motori controlla il muscolo cardiaco, le ghiandole ed il tessuto muscolare liscio.
I corpi cellulari dei neuroni motori del sistema somatico sono localizzati all’interno del sistema nervoso centrale e possiedono lunghi assoni che corrono senza interruzione fino ai muscoli scheletrici. Anche gli assoni motori del sistema nervoso autonomo hanno origine nel sistema nervoso centrale ma non arrivano fino agli organi bersaglio bensì formano sinapsi con dei neuroni motori che poi a loro volta innervano le zone interessate. Queste sinapsi si trovano nei gangli, quindi i gli assoni che arrivano fino ai gangli, si dicono pregangliari, quelle che invece partono dai gangli per poi arrivare agli effettori si postgangliari.


Un’importante differenza tra il sistema nervoso autonomo e il sistema nervoso somatico è che, il sistema nervoso somatico può soltanto stimolare o non stimolare, mentre il sistema nervoso autonomo può anche svolgere una funzione inibitrice.

Il sistema nervoso somatico riceve informazioni da neuroni che controllano le variazioni ambientali che avvengono fuori dal corpo mentre, il sistema nervoso autonomo riceve informazioni sia dai neuroni che controllano l’ ambiente esterno, sia da neuroni che controllano ciò che avviene nell’ambiente interno.




venerdì 3 ottobre 2014

SISTEMA NERVOSO

                                                           
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