lunedì 30 dicembre 2013

TRIBUTE A RITA LEVI MONTALCINI

Un anno fa moriva Rita Levi Montalcini. Nata a Torino il 22 aprile 1909,è stata la più grande scienziata italiana. Unica italiana insignita di un premio Nobel per la medicina e la fisiologia, ottenuto nel 1986, è stata anche la prima donna a essere ammessa all’Accademia Pontificia delle Scienze. Dal 1° agosto 2001 è stata anche senatrice a vita della Repubblica Italiana.
Ripropongo un bellissimo e commovente video in cui sono riportate alcune frasi molto significative che ci rivelano la sua grandezza non solo come scienziata, ma anche come donna e cittadina,  impegnata a rendere migliore ii nostro paese ed il mondo intero.

              

domenica 29 dicembre 2013

L' ORIGINE DELL' UNIVERSO, OLTRE IL BIG BANG

Beh, potrebbe farvi girare un po' la testa, i fisici stanno elaborando nuove teorie sull'origine dell'universo, alcune non molto rassicuranti, altre molto sorprendenti ...
Tutto parte dalla domanda: " ma cosa c'era prima del Big-Bang?
Il modello di Penrose, detto Cosmologia Conforme Ciclica (CCC) in effetti smonta quella che è attualmente la teoria cosmologica più accreditata, ovvero la  teoria dell’inflazione secondo cui, dopo il Big Bang, l’Universo avrebbe subito una fortissima  espansione nei primissimi istanti di vita, con un’accelerata molto maggiore rispetto all’attuale ritmo, determinato dalla legge di Hubble. L’ipotesi di Penrose degli infiniti universi è così impressionante che la mente vacilla al solo pensiero. “Il concetto d’infinito nel passato e nel futuro confonde la mente”, dice Gianfranco De Zotti, cosmologo dell’INAF – OA di Padova. “Attualmente la teoria dell’inflazione rimane la più accreditata. Ma se le le ultime osservazioni sulla radiazione cosmica di fondo  fossero confermate bisognerebbe mettere in discussione l’attuale modello e  si dovrebbe ammettere l'esistenza di universo ciclico ed eterno. Dopo la sua  espansione finita nello spazio, avremmo la nascita di un nuovo universo, diverso nei suoi particolari, ma a grande scala sostanzialmente simile all’universo precedente"
Una terza ipotesi, derivante dalla teoria delle superstringhe, è che ci si trovi in un multiuniverso, cioè che esista un numero pressoché infinito di universi, ognuno con sue costanti fisiche e sue specifiche caratteristiche. Non ci rimane che aspettare  che il satellite Planck ci invii ulteriori dati sul fondo cosmico. .Chissà se un giorno sapremo da dove veniamo!
                           

TEST DI AUTOVALUTAZIONE SUI RADICALI

Un bel ripassino appena si torna dalle vacanze , per le seconde!

LA SISTEMATICA - ATTIVITA' INTERATTIVA

da Pianeta Scuola, Itineri Scientifici, una semplice attività interattiva sulla classificazione degli esseri viventi 


UN PO' DI STORIA SULLA CLASSIFICAZIONE VIVENTI

Già al tempo dei greci, Aristotele ( Stagira, 384 a.C. o 383 a.C. – Calcide, 322 a.C. ) cercò di classificare il mondo che ci circonda,  tuttavia il  suo scopo era più quello di trovare  una teoria della classificazione che fornire una trattazione delle forme di vita (ma descrisse all'incirca ben 500 specie nel suo volume “Storia degli Animali”). Aristotele è considerato come il primo vero biologo della tradizione occidentale, in quanto adottò per primo un approccio esplicitamente funzionalista (cioè  sulla funzione delle parti corporee). A quel temo gli  esseri viventi erano suddivisi in “aerei”, “terrestri”, e “marini”.
Aristotele distinse gli animali in due categorie, rispettivamente dotati di sangue (ènaima) e privi di sangue (ànaima), il che corrisponde grosso modo alla distinzione moderna fra vertebrati e invertebrati
 Il primo gruppo si divideva in cinque “generi” (che poi si suddividevano in specie): vivipari quadrupedi (cioè i mammiferi terrestri), ovipari quadrupedi (rettili e anfibi), pesci, uccelli, e mammiferi marini
Il secondo gruppo comprendeva quelli che chiamiamo oggi rispettivamente cefalopodi, crostacei, e insetti (in cui Aristotele incluse ragni, scorpioni e millepiedi), e inoltre i “testacea” (animali con conchiglia),e gli “zoofiti” (o piante - animali, come gli cnidari ).
Il sistema gerarchico di classificazione dei viventi di Aristotele e i criteri su cui esso si basa costituisce il primo esempio di una autentica tassonomia naturale. Tuttavia  l'utilità pratica delle tassonomie è una esigenza del pensiero moderno: fino a tutto il Rinascimento lo scopo della tassonomia era quello di riconoscere, nell’ordinamento delle cose del mondo, una volontà creatrice trascendente.

La nascita della sistematica moderna si fa risalire a Karl von Linne, (latinizzato in Carolus Linnaeus, 1707-1778). La sua grande opera, il Systema Naturae, pubblicata nel 1735, si sviluppò attraverso 12 edizioni durante la sua vita.
Linneo adottò la denominazione di ciascuna specie con un binomio latino, cioè con l'unione di due nomi: il nome del genere, comune ad una serie di specie;  il nome specifico, un epiteto che caratterizza e distingue le varie specie di quel genere. Questa convenzione viene oggi chiamata nomenclatura binomiale e il nome, formato da due parti, è conosciuto come nome scientifico, o nome sistematico, di una specie
Col sistema linneano ogni organismo viene così posizionato, mediante una scala gerarchica, in una serie di categorie tassonomiche. Le categorie Linneane della sistematica erano 5: Classe, Ordine, Genere, Specie e Varietà.
Nel corso del tempo i sistematici hanno espanso la gerarchia linneana, in quanto la diversità della vita mal si adatta alla categorizzazione (perfino la categoria di specie pone spesso difficoltà insormontabili). Sono state introdotte le categorie di Dominio, Regno e Tipo (Phylum) e sono state introdotte varie categorie intermedie (es. Sottoregno, Superordine, Sottofamiglia, Tribù, Sottotribù, ecc.). Questo genera una certa soggettività nella scelta della categoria tassonomica di un gruppo di interesse, per cui spesso la classificazione completa di una stessa specie può presentare differenze tra autori diversi. Tuttavia il sistema funziona, e quindi ha resistito nonostante l’arbitrarietà delle categorie fisse della sistematica. Anche  Linneo riteneva che lo scopo fosse l’identificazione di un sistema naturale, inteso come realizzazione di un piano sapiente della divinità che comporta una costante armonia ed un equilibrio fra tutte le forme viventi.  Ci si potrebbe dunque attendere che l’irruzione dell’evoluzionismo nella biologia contemporanea abbia scardinato il sistema di classificazione linneano. Come mai invece ciò non è avvenuto? In effetti, il presupposto della sistematica, da Aristotele a Linneo, è di identificare le reali affinità biologiche esistenti fra gli organismi, e questo è lo stesso presupposto che sta alla base dell’evoluzionismo, cioè attraverso le vere affinità biologiche si identificano le reali parentele evolutive.

Il compito della sistematica pre-darwiniana era di classificare gli esseri viventi sulla base delle loro somiglianze: più due organismi sono simili, più vengono classificati in gruppi omogenei; dopo Darwin quegli stessi gruppi vengono interpretati come insiemi di parentele. Il compito della sistematica diventa quindi di riconoscere la derivazione delle specie esistenti oggi dagli antenati comuni. Tutti gli esseri viventi attuali fanno parte di un immenso albero genealogico con una (o più) radici, la sistematica evoluzionistica deve avere come obiettivo primario la ricostruzione di questo albero della vita.
Nella tassonomia evoluzionistica diventa fondamentale distinguere fra le caratteristiche “omologhe”, cioè simili perchè anatomicamente comparabili, e le caratteristiche “analoghe”, cioè simili perchè funzionalmente comparabili.
Per esempio, l’analisi della struttura degli arti anteriori dei vertebrati terrestri e dei mammiferi marini suggerisce che si tratti di strutture presenti nell’antenato comune di tutti questi organismi ed evolutesi separatamente. 
Strutture simili possono essere analoghe e non omologhe. In questo caso la somiglianza è data dal fatto che compiono la stessa funzione, e si parla di evoluzione convergente. Discriminare tra omologie e analogie non è sempre facile.
Oggi l’obiettivo è quello di riconoscere piante e animali attraverso un codice a barre ( barcode), proprio come fa la cassiera al supermercato, quando «legge» il prezzo di un prodotto passandolo rapidamente sotto uno scanner. Per gli esseri viventi   il codice non può essere altro che il loro DNA, visto che ognuno ne possiede uno proprio, unico e diverso da quello di tutti gli altri. In Germania si è dato vita a un progetto che ha l’ambizione di giungere alla classificazione, con un codice a barre, dell’intera flora tedesca. La sfida è enorme: ci sono circa 4 mila specie di piante nonché 1.300 specie di muschi e felci.


sabato 28 dicembre 2013

LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI

Il criterio usato oggi dai biologi per classificare gli organismi viventi è l'idea che organismi simili siano imparentati tra loro. Questo punto di vista si è sviluppato  in seguito alle teorie sull'evoluzione di Charles. R. Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882 ) e oggi tutti concordano nel ritenere che gli organismi viventi discendano da organismi unicellulari comparsi sul nostro pianeta circa 3, 5 miliardi di anni fa.
Tuttavia è difficile ricostruire con certezza le parentele tra gli organismi viventi. per fare questo si studiano i caratteri comuni agli organismi considerati; più caratteri comuni si trovano, più stretto si ritiene sia il legame di parentela tra gli organismi studiati ed in questo non ci si limita ad esaminare l'aspetto esterno degli organi considerati. Ad es. i pipistrelli (classe: mammiferi) e gli uccelli (classe: uccelli) hanno le ali e sono in grado di volare, ma appartengono a classi diverse. I delfini e i pipistrelli appartengono alla Classe dei Mammiferi perchè entrambi hanno mammelle per allattare, sangue caldo e respirano con i polmoni.
Dal punto di vista genetico poi  le somiglianze sono addirittura sorprendenti e lo dimostra l'analisi comparativa, pubblicata sulla rivista Nature, tra tutti i mammiferi capaci di 'vedere' con il suono realizzata da un gruppo di ricercatori coordinato dall'Università Queen Mary di Londra, cui hanno partecipato anche l'Istituto San Raffaele di Milano e l'Università di Torino.  Per comprenderne le basi genetiche, e quindi anche la loro evoluzione nel tempo, il gruppo di ricerca ha confrontato il Dna di ben 22 mammiferi dotati di 'radar' naturale, tra cui molte specie di pipistrelli e delfini. 
La ricerca ha messo in evidenza che i  geni praticamente coincidenti e che sarebbero legati alle funzioni di ecolocalizzazione sarebbero circa 200, contro la decina ipotizzata inizialmente.
L'evoluzione di caratteristiche simili in specie molto diverse l'una dall'altra è un processo noto come evoluzione convergente. 

Della classificazione, e quindi anche della relazione degli esseri viventi tra loro, si occupa una specifica branca della biologia, chiamata SISTEMATICA. Essa utilizza sette raggruppamenti detti categorie sistematiche. Le categorie sistematiche sono ordinate in senso gerarchico dalla più piccola alla più grande: specie, genere, famiglia, ordine, classe, phylum, regno.
La specie è l'insieme di tutti gli individui con caratteristiche assai simili che, accoppiandosi, generano figli simili ai genitori e fecondi, cioè capaci a loro volta di generare figli. Es: asino e cavalla appartengono a specie diverse perchè generano il mulo che è sterile (incapace di generare figli).
Genere: raggruppa specie simili tra loro, per esempio cane e lupo appartengono al genere Canis;
Famiglia: raggruppa generi simili tra loro. La volpe, il cane e il lupo vengono raggruppati nella famiglia dei canidi;
Ordine: raggruppa più famiglie simili tra loro. Il cane e il leone vengono raggruppati nall'ordine dei carnivori;
Classe: raggruppa gli ordini simili tra loro. Gli animali che partoriscono, possiedono le
mammelle per allattare, e la pelle coperta di peli sono raggruppati nella classe dei mammiferi;
Phylum o tipo: raggruppa diverse classi simili;
Regno: è la categoria sistematica più ampia e comprende più phyla.

I regni degli esseri viventi sono cinque, Monere, Protisti, Funghi, Piante, Animali.
Monere: sono organismi microscopici, unicellulari, procarioti (privi cioè di un nucleo) in altre parole tutti i tipi di batteri;
Protisti: sono un gruppo eterogeneo di organismi unicellulari, sia autotrofi che eterotrofi, ma tutti con cellule di tipo eucariote 
Funghi: sono organismi eucarioti, unicellulari - come i lieviti - o più frequentemente pluricellulari,
formati da filamenti (ife) più o meno strettamente ammassati in una struttura complessivamente
chiamata micelio.
Piante: sono organismi eucarioti, pluricellulari, autotrofi
Animali: sono organismi eucarioti, pluricellulari, eterotrofi.
Tutto quanto è  stato detto  lo potete vedere anche in questa presentazione in ppt, molto chiara

                             

giovedì 26 dicembre 2013

IL MONDO NATURALE ED IL METODO SCIENTIFICO


Il metodo di indagine utilizzato nelle scienze biologiche è il metodo scientifico, un processo che comprende quattro fasi successive
Lo scopo finale delle discipline scientifiche è quello di comprendere il mondo naturale formulando delle teorie scientifiche. Mentre nel linguaggio quotidiano con il termine teoria si intende una idea ipotetica, nel linguaggio della ricerca una teoria scientifica è molto più di un’idea o di una speculazione, essendo sostenuta da molte osservazioni, esperimenti, dati, spesso derivanti da varie discipline. Le teorie scientifiche basilari che ritroverete spesso nello studio della biologia sono:
Teoria cellulare: tutti gli organismi sono composti di cellule e nuove cellule derivano solo da cellule preesistenti. 
Teoria dei geni: gli organismi contengono informazioni codificate che ne definiscono la forma, la funzione e il comportamento. 
Teoria dell’evoluzione: tutte le forme viventi derivano da un antenato comune, ciascuna è adattata a uno stile di vita. 
Teoria dell’omeostasi: l’ambiente interno di un organismo viene mantenuto relativamente costante, entro i limiti vitali. 
Teoria dell’ecosistema: gli organismi sono membri di popolazioni che interagiscono tra loro e con l’ambiente fisico in cui vivono.

DIVERTENTE VIDEO SULLA STORIA DELL' ATOMO

                    

Qui puoi trovare in modo dettagliato alcune delle tappe descritte nel video, che hanno portato alla conoscenza  della struttura dell'atomo, a partire da Dalton

lunedì 23 dicembre 2013

LA TERRIBILE MANTIDE

         

Video bellissimo e crudele , in cui una mantide religiosa  uccide il maschio, rimuovendogli la testa,  prima che finisca l'accoppiamento.

Il nome del genere deriva dal greco "Mantis", cioè profeta, indovino, e fa riferimento alla postura delle zampe anteriori che ricorda un atteggiamento di preghiera.
La femmina è lunga circa 7,5 cm, il maschio 6 cm. La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro. L'esemplare femminile si distingue facilmente per la presenza di due chiazze nere, una per ogni zampa anteriore, lato interno, simili ad un occhio quando mostrate a scopo difensivo.
Le " larve" della mantide in natura nascono in maggio/giugno, per diventare adulte nel mese di agosto. Le uova vengono deposte in ooteche, prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda. Ogni ooteca contiene in media 60-70 uova e può arrivare fino a 200.
L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie ad una rapida produzione di uova; prova ne è che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, sovente "risparmia" il maschio.
Si nutrono di mosche, grilli e altri piccoli insetti.
Sanno camuffarsi facilmente tra le foglie, dove aspettano immobili le loro prede. Per difendersi dagli attacchi di insetti antagonisti la mantide apre di scatto le proprie ali per sembrare più grande.

NEOPILINA, UN FOSSILE VIVENTE

Nel 1952 la Galathea, una nave che si occupava di ricerche oceanografiche, pesca, su un fondale profondo circa 3500m, alcuni esemplari di uno strano mollusco, classificato poi nel 1957 sotto il nome di Neopilina galatheae.
La Neopilina (ora se ne conoscono una ventina di specie) è un mollusco ma non appartiene né ai gasteropodi, né ai lamellibranchi, né ai cefalopodi. Appartiene invece ad un'altra classe di molluschi, quella dei monoplacofori,  ma.... si tratta di un gruppo estinto da centinaia di milioni di anni.
E' un animale lungo circa 4cm e alto circa 2cm, con una unica conchiglia dorsale.


Tra tutte le strana caratteristiche (che si possono facilmente leggere su Wikipedia) una colpisce particolarmente: è un animale metamerico.
Sappiamo che  i vermi  si sono evoluti verso forme metameriche, inventando la perfetta organizzazione del lombrico, passata successivamente agli artropodi, probabilmente attraverso forme simili a peripatus.
I molluschi invece, no, non sono metamerici.
Tutto chiaro, peccato che Neopilina è chiaramente divisa in otto segmenti autonomi e alcuni altri parzialmente differenziati, insomma, è metamerica !
Questo complica un tantino le nostre idee sulla storia dell'evoluzione che ha portato alla differenziazione di queste due classi.....
La metameria è stata inventata due volte, una volta dai vermi-anellidi e, indipendentemente, da una classe dei molluschi? Oppure no? 
Molluschi e Anellidi hanno antenati comuni che avevano già "abbozzato" la soluzione metamerica, poi gli Anellidi hanno sviluppato (si dice evoluto) l'idea, mentre i molluschi vi hanno quasi subito rinunciato?
Ma gli altri "vermi" completamente non metamerici? 
In realtà il Tipo dei Vermi non esiste, "verme" è soltanto una parola usata per indicare un animale a simmetria bilaterale,  privo di scheletro e di arti, ma capace di muoversi attivamente; ci sono   invece tre classi  e molto distinte tra loro: Platelminti, Nematodi e Anellidi, e, forse, con qualche antenato in comune tra Anellidi e Molluschi.



domenica 22 dicembre 2013

I NUMERI DELL'UNIVERSO ( PARTE 2)

Da Asi TV, (Agenzia Spaziale Italiana) tanti filmati interessanti sull'Universo; ecco i "Numeri dell' Universo , parte 2 . La prima parte la trovi qui

                           

SVEGLIA, ROSETTA!


      

da: http://www.media.inaf.it/2013/12/16/svegliati-rosetta/

Quello che si chiama un risveglio difficile: aprire gli occhi a 673 milioni di chilometri dal Sole dopo 31 mesi di ibernazione, nel gelo e nel silenzio dello spazio profondo.  E’ quanto accadrà il 20 gennaio, esattamente alle ore 10:00 GMT (alle 11:00 ora italiana), alla sonda europea Rosetta. Un evento emozionante, per cui l’ESA chiede la partecipazione e il sostegno del pubblico, in una campagna social internazionale che prende il via in una conferenza stampa tenutasi a ESOC, Germania.


A illustrare le fasi del prossimo, lungo risveglio, l’ESA ha rilasciato questo video. Il tutto, dovrebbe accadere così: all’ora prefissata, l’orologio interno della sonda suonerà e farà partire l’ordine di scaldare i vari componenti, primi tra tutti gli star trackers, necessari perchè Rosetta sappia dove si trova. Dopo circa 6 ore, la sonda sarà operativa e i thrusters (i motori) verranno brevemente accessi perché la veloce rotazione che ha accompagnato la sonda per tutto il periodo di ibernazione venga arrestata e i pannelli disposti in modo da catturare la luce piena del sole. Poi, lentamente Rosetta ruoterà verso la Terra, indirizzando la sua l’antenna verso di noi e inviando il suo primo messaggio dopo l’inizio dell’ibernazione. Il messaggio viaggerà quasi un’ora prima di raggiungerci. Solo a quel punto, tra le 17:30 e le 18:30 GMT, dopo diverse ore di silenzio e di agitazione, sapremo che tutto è andato per il meglio, che Rosetta è sveglia, che i suoi strumenti scientifici (tra cui si contano numerose partecipazioni italiane) possono iniziare a riaccendersi e finalmente, che la sonda può riprendere il suo viaggio verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko che verrà raggiunta in Agosto e sulla quale il lander Philae si poserà a Novembre 2014.

          

Per sostenere Rosetta in questo difficoltoso e delicato risveglio, si sta organizzando una campagna internazionale “social”, in cui potranno essere coinvolti tutti gli appassionati e i semplici curiosi. L’idea è semplicissima: chi vuole partecipare è invitato a girare un breve video (con computer o con cellulare o con qualsiasi altro strumento), urlando o sussurrando “Wake up, Rosetta!” “Svegliati, Rosetta!”, per aiutare la sonda ad “aprire gli occhi”.  Ovviamente, l’indicazione è quella di divertirsi ed essere creativi: è possibile filmarsi, oppure riprendere i propri amici, colleghi o la propria classe. Si può decidere di comparire da soli o in un flash mob, urlare la propria sveglia, sussurrarla o scriverla. Insomma, l’importante è creare un video memorabile e condividerlo con il mondo entro le 18:30 del 20 gennaio tramite la pagina Facebook della missione (rilanciata anche con la campagna #WakeUpRosetta che si terrà su Twitter). Tra i premi per i migliori video, l’invito a visitare  il centro ESOC a Darmstadt, Germania, per l’evento VIP in cui verrà celebrato in pompa magna il primo atterraggio su una cometa.

La pagina Facebook di Rosetta Link
La raccolta dei video “Wake up, Rosetta!” Link
La notizia sul sito ESA Link #wakeuRrosetta

mercoledì 18 dicembre 2013

LA STORIA DEL PI GRECO

Il simbolo che indica il pi greco nasce nel 1706 dalla mente di William Jones. La notazione, che diventò comune solo dopo che fu utilizzata da Eulero, è stata scelta perchè è la stessa lettera con cui iniziano i nomi greci Perimetro e Pitagora.
Tuttavia, l’uomo ha scoperto il Pi greco più di 20.000 anni fa. Infatti, già i Babilonesi consideravano una circonferenza come 3 volte il diametro e per trovare la circonferenza iscritta in un esagono regolare usavano un valore di 3,125. Anche gli Egizi conoscevano l’esistenza di questa costante e la consideravano 3,16.
Per trovare le prime tre cifre decimali esatte bisogna attendere Archimede di Siracusa che nel terzo secolo a.C., trovò l’approssimazione Pi Greco= 3,14163. Per trovare questo risultato notò che ogni circonferenza poteva essere espressa con un valore compreso tra un poligono iscritto ad essa e uno, di ugual numero di lati, circoscritto ad essa. Operando con poligoni di 96 lati ottenne che il valore di pi era compreso tra 223/71 e 22/7. 
Le prime sei cifre esatte vengono calcolate dal matematico cinese Liu Hui nel 263 a.C. 
Iniziò una vera e propria competizione per cercare di trovare il più alto numero di cifre.
Il matematico ed astronomo cinese Zu Chongzhi,nel V secolo, diede due approssimazioni alla settima cifra decimale del pi greco: 355/113 e 22/7.
Un matematico ed astronomo iraniano (1350-1439) ne calcolò le prime 9.
Nel 1600 il matematico tedesco Ludolph van Ceulen calcolò i primi 35 decimali.
Il matematico sloveno Jurij Vega (1789) calcolò le prime 140 cifre decimali, di cui le prime 137 erano effettivamente corrette. Egli mantenne il record mondiale di cifre calcolate per oltre 52 anni, fin quando, nel 1841, William Rutherford calcolò ben 208 cifre decimali di cui solo le prime 152 erano corrette.
Nel 1947 D.F.Ferguson calcolò 620 cifre decimali, lo stesso anno calcolò 710 cifre decimali, poi ancora 808 cifre decimali utilizzando sempre una calcolatrice meccanica da tavolo.
Nel 1949 George Rietwiesner, John von Neumann e Nicholas Constantine Metropolis calcolarono 2037 cifre.
Da questo momento in poi tutti i calcoli delle cifre di pi greco verranno sempre effettuati utilizzando calcolatori elettronici.
1958 - 10 000 cifre calcolate in un'ora e 40 minuti
1961 – John Wrench e Daniel Shanks: 100 265 cifre in 8 ore e 43 minuti
1967 – "Paris Data Processing Center": 500 000 cifre
1973 – Jean Guilloud e M. Bouyer: 1 000 000 cifre calcolate in 23 ore e 18 minuti
1989 - Yasumasa Kanada e Yoskiaki Tamura: 1 073 740 799 cifre (1,07 miliardi)
1997 – Yasumasa Kanada e Yoshiaki Tamura: 51 539 607 552 cifre (51,5 miliardi) calcolate in poco più di 29 ore
2002 – Yasumasa Kanada: 1241,1 miliardi di cifre calcolate in 600 ore (25 giorni) con un Hitachi SR8000/MPP a 128 nodi
2009 - Fabrice Bellard: 2 699 999 990 000 di cifre (quasi 3000 miliardi) in 121 giorni di calcolo totali
2010 - Il record mondiale è quello di Shigeru Kondo che ha calcolato 5 000 000 000 000 di cifre (5 000 miliardi) in 90 giorni di calcolo.

I tuoi dai bancari possono essere trovati nel Pi Greco

Il Pi Greco è un numero irrazionale, il che significa che la sua rappresentazione decimale continua senza fine. questo significa anche che ogni numero possibile che vi venga in mente è nascosto da qualche parte nel Pi Greco: date di nascita, numeri di telefono, conto bancario. Potremmo anche convertire numeri in lettere e trovarci dentro la Bibbia, un'opera completa di Shakespeare, o ogni libro mai scritto. E' anche possibile cercare ogni stringa di numeri fino a 120 caratteri all'interno delle prime 200 milioni di cifre del Pi Greco. Per farlo, andate qui: Pi-Search Results.

Ecco qui un simpatico video sulla storia del pi greco,vincitore del concorso " Giochiamo con Pi greco "bandito dal Politecnico di Milano, nella categoria "Videoclip"
Questo video, come il film The Artist, si ispira al cinema muto; la musica è di Scott Joplin, The Entertainer, riadattata per durare 3 minuti e 14 secondi.

          

domenica 15 dicembre 2013

SORPRESA, ESISTE L'IDRURO DI ARGON!!!


Sorpresa, molecole contenenti gas nobile nello spazio! È la prima volta che viene rilevata una simile presenza. Lo ha fatto un team di astronomi della University College London (UCL), rinvenendola nella Nebulosa del Granchio, i resti di una supernova nella costellazione del Toro.
Nebulosa del Granchio
Guidati da Mike Barlow del Dipartimento di Fisica e Astronomia della UCL, i ricercatori hanno usato dati ottenuti con il satellite di osservazione dell’ESA Herschel, che operava nell’infrarosso. Le misurazioni da loro condotte del gas freddo e della polvere presente nella regione osservata, li ha condotti alla fortuita scoperta dell’impronta digitale chimica di ioni di idruro di argon. I risultati della loro ricerca è stata pubblicata sull’edizione di questa settimana del settimanale Science.
La scoperta conferma le teorie scientifiche di come l’argon si formi in natura.
“Stavamo conducendo una ‘survey’ della polvere in molti luminosi resti di supernovae usando i dati Herschel, tra questi quelli della Nebulosa del Granchio”, dice Mike Barlow. “La presenza di ioni di idruro di argon era del tutto inaspettata, perché non ti aspetti che un gas nobile come l’argon possa formare molecole e non ti aspetteresti di trovarle in una ambiente così ostile come i resti di una supernovae”.
La Crab Nebula è il resto della famosa Supernova che esplose nel 1054 e che fu registrata dagli astronomi Cinesi.
“L’intensa radiazione all’interno della nebulosa – ci spiega Sergio Molinari, dell’INAF-IAPS, Principal Investigator del maggiore progetto osservativo di Herschel – ionizza sia l’argon che l’idrogeno, permettendo quindi la formazione della molecola ArH+ e la sua rivelazione in riga nel lontano infrarosso, a 243 e 486 micron, con lo strumento SPIRE a bordo del satellite HERSCHEL. L’aspetto fondamentale è che l’osservazione dell’Argon in forma di molecola con l’idrogeno permette di rivelare anche di che isotopo si tratta, vale a dire il suo peso atomico, e cioè la quantità di protoni e neutroni nel suo nucleo. L’isotopo dell’Argon rivelato nella Crab è l’Argon-36, e questa scoperta permette finalmente di confermare le teorie che prevedevano che l’Argon nello spazio venisse principalmente creato durante la brevissima ed intensa fase di fusione nucleare durante le esplosioni di Supernovae, ed esattamente nella ‘versione’ con 36 nucleoni. L’isotopo di Argon che invece troviamo nell’atmosfera terrestre è l’Argon-40, prodotto dal decadimento del Potassio radioattivo nelle rocce”.

L'archivio dei dati di Herschel ci riserverà ancora qualche sorpresa?


PRESTO UNA MAPPA DELLA VIA LATTEA



Gaia è una missione del programma scientifico dell’ESA che ha lo scopo di ottenere una mappa tridimensionale della nostra galassia, rivelandone la composizione, la formazione e l’evoluzione.
"Un passo fondamentale per capire l'universo è comprendere l'universo più vicino a noi: la nostra galassia", spiega Giuseppe Sarri, project manager del progetto Gaia dell'ESA.
Il lancio è programmato per il 19 dicembre 2013 con un Soyuz-Fregat. Gaia è realizzata direttamente da ESA, anche per la parte della strumentazione scientifica che consiste di due telescopi con campi di vista diversi e piano focale in comune, una serie di specchi e più di cento CCD che corrispondono a quasi un miliardo di pixel. Gaia scansionerà continuamente tutto il cielo sfruttando i moti di rotazione e di precessione del satellite: ogni zona del cielo viene osservata circa settanta volte durante la vita operativa del satellite. 
Gaia traccerà una mappa dettagliata della Via Lattea. "La posizione delle stelle sarà stabilita con una precisione molto maggiore, almeno mille volte superiore rispetto a quanto si può fare dalla Terra", sottolinea Laurent Chemin, astrofisico dell'Osservatorio di Bordeaux.
Punto di riferimento per la missione spaziale Gaia sarà il celebre osservatorio del Pic du Midi, in Francia, le cui osservazioni permettono di calibrare lo spettrografo di Gaia.
Il censimento comprenderà un miliardo di stelle, circa l'1 per cento dei 100 miliardi che compongono la Via Lattea.
L'enorme afflusso di dati contribuirà anche a risolvere alcuni dei più grandi rompicapi degli astronomi: stabilire l'esatta forma a spirale della galassia e individuare la materia oscura, la forza nascosta che permea l'universo.
"Come è distribuita la materia oscura nello spazio e se è più concentrata nel disco o nell'alone sono cose che non sappiamo ancora" dichiara Carme Jordi, astronoma dell'Università di Barcellona "e mappando il movimento preciso delle stelle nel disco possiamo dedurre come la materia oscura è distribuita."
"È molto importante - continua Carme Jordi - perché la materia oscura è molto più abbondante della materia visibile, quindi se la materia oscura esiste significa che guida l'evoluzione dell'universo." 

Da: http://www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy/Euronews_Presto_una_mappa_della_Via_Lattea

LA RADICE QUADRATA E I NUMERI IRRAZIONALI


Abbiamo visto che :
  •  Addizione e Moltiplicazione di numeri naturali sono due  operazioni che danno sempre come risultato altri numeri naturali.


  • La Sottrazione può dare come risultato anche  numeri negativi: ecco quindi  i numeri interi con segno, che comprendono i numeri naturali. L' operazione di somma, sottrazione o moltiplicazione di numeri interi dà come risultato un altro numero intero.


  • La Divisione dà luogo ai numeri razionali, cioè quei numeri che presentano cifre decimali dopo la virgola in numero finito o infinito ; in quest'ultimo caso i decimali sono sempre periodici. I numeri razionali comprendono  i numeri interi, nel caso in cui il dividendo sia multiplo del divisore. 

Si potrebbe pensare pensare i numeri razionali rappresentino  tutti i numeri possibili e immaginabili... ma non è così!
Infatti....dato un numero qualsiasi, la sua radice quadrata è quel numero che, moltiplicato per se stesso, dà il numero dato (radicando).
Queste operazioni danno come risultati dei numeri razionali? La risposta è no.

Ammettiamo che la radice ennesima di un numero naturale a possa essere espresso da una frazione fra numeri naturali (interi) p e q, e che questa frazione sia ridotta ai minimi termini (p e q non hanno fattori in comune). Elevando alla potenza n, sparisce il segno di radice, mentre a destra abbiamo p e q elevati all'ennesima potenza: visto che p e q non avevano fattori in comune, dopo quest'operazione continuano a non averne. Rigirando l'equazione si ottiene (a destra) che p alla n deve essere multiplo di q alla n; ma dato che p e q sono primi fra loro, l'espressione può essere vera solo se q vale 1, nel qual caso la frazione p / q è un numero intero. Conclusione: la radice ennesima di un numero qualsiasi può dare come risultato solo un numero intero, oppure un numero irrazionale.



L'esistenza dei numeri irrazionali è nota dalla più remota antichità: già i pitagorici avevano scoperto che la radice quadrata di due (che da un punto di vista geometrico rappresenta il rapporto fra diagonale e lato di un quadrato) non poteva essere espressa sotto forma di frazione. Quindi le radici ampliano ulteriormente il concetto di numero, aggiungendo ai naturali, interi (con segno) e razionali, anche i numeri irrazionali.





NAVIGARE IN INTERNET IN MODO CONSAPEVOLE

                            Come educare ad un uso consapevole e critico di internet?




La collega Jenny Poletti Riz si rivolge a genitori e agli  insegnanti illustrando i rischi e le potenzialità della rete, fornendo anche tutta una serie di collegamenti a siti istituzionali in grado di assicurare specifiche informazioni e approfondimenti.
Scopo della sua presentazione è quello di fornire agli adulti le informazioni necessarie per educare i ragazzi alla cittadinanza digitale. Infatti, se da un lato occorre ridurre i rischi  legati all'uso di internet e dei social network, dall'altro è necessario anche  incoraggiare l'utilizzo critico, creativo e costruttivo di questi strumenti.




sabato 14 dicembre 2013

QUADRATO DEL BINOMIO E SIGNIFICATO GEOMETRICO

Il quadrato di un binomio (a+b) ² = a²+b²+2ab.  è uguale al quadrato del primo termine, più il quadrato del secondo termine, più il doppio prodotto del primo per il secondo termine. Questo anche se nell'espressione è presente il segno meno. Cambia, infatti, solo il segno del doppio prodotto. Quindi: (a-b) ² = a²+b²-2ab. 



Qui possiamo vedere il significato geometrico del quadrato del binomio, cliccare sulle immagini per vedere animazione con geogebra.


DALLA ISS, ITALIA DI NOTTE

Una bella  foto arrivata ieri notte dalla ISS, scattata dall'astronauta giapponese Koichi Wakata

GIOVANNI BIGNAMI, DIVULGATORE SCIENTIFICO

Chi segue la trasmissione " Quark ", saprà certamente chi è Giovanni Bignami, scienziato e divulgatore scientifico. E' professore di astronomia presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia e ha lavorato all'organizzazione di numerose missioni spaziali. Accademico dei Lincei e membro dell’Accademia di Francia, è  tra gli scienziati più autorevoli nella ricerca astrofisica e spaziale. Dal 2007 al 2008 è stato Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana. Nel luglio 2010 è stato eletto, primo italiano, presidente del Cospar, il comitato mondiale della ricerca spaziale. Dall’agosto 2011 è Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Ha pubblicato numerosi libri tra cui  L'esplorazione dello spazio (2006), I marziani siamo noi (2010),  Cosa resta da scoprire (2011), da cui è stata tratta l'omonima serie televisiva per Sky / National Geographic Channel,insieme con Cristina Bellon, Il futuro spiegato ai ragazzi (2012), Il mistero delle sette sfere  (2013 )
In questi due video ci parla in modo chiaro e appassionante di che cosa ci può riservare ancora  la scoperta della struttura della terra e degli oceani, due delle sfere di cui ci parla nel suo ultimo libro. 

                                    


STORIA DELL' UOMO IN TV: DALLA CLAVA ALLO SPAZIO

Va in onda da martedì 10 dicembre  alle 20.30  " il mistero delle sette sfere” (Rai scuola, canale 146 del digitale terrestre, 806 di Sky), un programma prodotto da Rai Educational e Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica. In fondo al post trovi la  alla prima puntata. 
E’ la storia della esplorazione umana, di ciò che ci spinge, da homo sapiens in poi, ad affrontare l’ignoto, anche accettando sfide sempre più difficili, solo per scoprire cosa c’è dietro l’angolo, o in cima a una montagna, o in fondo al mare, o nel centro della Terra o al di fuori del nostro pianeta.
Il  progetto televisivo prevede in futuro  un programma sulle conquiste spaziali italiane (realizzato con Asi, l’Agenzia Spaziale Italiana), e uno sulla  biologia con Edoardo Boncinelli; il fine è di  costruire un vero e proprio spazio dedicato alla comunicazione della scienza per il grande pubblico.
L’idea di base è  dimostrare che, anche se da noi non c’è la mitica Bbc, si può essere capaci di  far apprezzare al pubblico la scienza, presentando il suo lato più affascinante e coinvolgente.
La trasmissione prende spunto dal libro "Il mistero delle sette sfere. Cosa resta da esplorare: dalla depressione di Afar alle stelle più vicine "di Giovanni F. Bignami.
Questo libro racconta la straordinaria storia passata, presente, ma soprattutto futura, dell'esplorazione umana, scandita attraverso sette sfere concentriche (dalla più vicina alla più distante dalla Terra). Ci accompagnano in questo divertente viaggio, tra finzione e realtà, due guide d'eccezione: Jules Verne e Wernher von Braun. Si parte dalla sfera 0, quella della Terra, dove oggi rimane ben poco da scoprire. È invece quasi tutta da esplorare la sfera -1, o dell'Oceano, con i suoi tesori e i suoi misteri. E lo stesso vale per la sfera -2, il centro fuso della Terra. Allontanandoci dal nostro pianeta, ecco la sfera +1, del Cielo, 300 km sopra di noi, dove veleggia maestosa la Stazione spaziale. Le nostre tappe successive, le sfere +2 e +3, sono quelle della Luna e di Marte. Infine, l'ultima sfera, + 4, o "delle stelle fisse", fino ad Alpha Centauri, a cui arriveremo con velocità pari a una frazione della velocità della luce. Oggi non sappiamo come andarci, ma sappiamo perché: per trovare, ne siamo praticamente certi, un nuovo pianeta, la Nuova America.


         


domenica 8 dicembre 2013

IL GONIOMETRO

Per misurare l’ampiezza degli angoli si può utilizzare un goniometro. Esso misura 360° (cioè tanto quanto un angolo giro) o 180° (cioè tanto quanto un angolo piatto) a seconda dei casi. Il goniometro ha, al centro, una sorta di puntino nero. La prima cosa da fare, per misurare l’ampiezza di un angolo, è quella di far coincidere il vertice dell’angolo con il centro del goniometro. Quindi occorre far coincidere un lato dell’angolo, di cui si vuole conoscere l’ampiezza, con la linea che passa dallo zero del nostro goniometro. A questo punto siamo in grado di leggere sulla scala graduata del goniometro, il numero dei gradi scritti in corrispondenza dell’altro lato dell’angolo.

Ecco qui una simpatica applicazione per esercitarti con il goniometro, per riconoscere un angolo concavo o uno convesso, per costruire angoli complementari e supplementari

LE POTENZE E LE LORO PROPRIETA': MAPPA E TEST

ed un test sulle potenze 




E' L'ORA DEI RADICALI

Chi dovesse perdersi qualche lezione sui radicali, può guardare qui 





SLIDES RIASSUNTIVE SU ATOMI, MOLECOLE, LEGAMI CHIMICI

                                 
                                 

ERA CENOZOICA E QUATERNARIA

In questo video si parla dell'eone Fanerozoico, che inizia 570 milioni di anni fa e dura ancora oggi. 
In particolare si analizzano le ultime due ere, l'era Cenozoica e quella Neozoica.





L'era Cenozoica comincia 65 milioni di anni fa. Viene suddivisa in cinque periodi: Paleocene, Eocene, Oligocene, Miocene, Pliocene.
Da un punto di vista geologico l'evento più importante è l'orogenesi alpino-himalayana. L'era Cenozoica è caratterizzata da un profondo rinnovamento della flora e della fauna: si sviluppano le gimnosperme, piante con i semi protetti da coni, le angiosperme, piante con i fiori, e compaiono i nummuliti, piccoli organismi a guscio calcareo. Si assiste anche a una grande diffusione dei mammiferi. 
L'era Neozoica o Quatenario, è l'era in cui viviamo oggi. E' iniziata 1,8 milioni di anni fa. E' suddivisa in due periodi: Pleistocene e Olocene. Da un punto di vista geologico, in questa era si assiste alla fasi di assestamento dell'orogenesi alpino-himalayana. Il clima varia notevolmente durante il Quaternario, oscillando tra periodi freddi, le glaciazioni, e periodi interglaciali più caldi. Compare il genere Homo.



LEGAME COVALENTE, IONICO, METALLICO

Ecco ancora una videolezione, molto chiara, sui legami chimici,per dare  una risposta alle seguenti domande:
Che cos'è un legame chimico? Perchè due atomi tendono a legarsi tra loro? Come avviene questo processo? 
                                                            Cliccare sull'immagine





Un legame chimico si forma in generale, perché un sistema di atomi legati tra loro presenta un’energia minore rispetto ai singoli atomi.
Sono gli elettroni, e in particolare quelli degli strati più esterni, a rappresentare il primo contatto tra atomi, e sono proprio questi elettroni quelli impiegati nella formazione di un nuovo legame.
L'elettronegatività e la regola dell'ottetto ci spiegano che cosa c'è alla base dell'attrazione che porta alla formazione di questi nuovi legami tra molecole.
In questo video sono descritti diverse tipologie di legame: il legame covalente, il legame ionico e il legame metallico.
Di queste tipologie di legame vengono presentate le indicazioni di classificazione e le loro caratteristiche funzionali. Il tutto condito da una serie di esempi che ci aiutano a capire in quali molecole possiamo trovarli e quali caratteristiche funzionali questi legami comportano per le stesse molecole.

http://www.oilproject.org/lezione/elettronegativita-legami-chimici-covalenti-ionici-metallici-atomi-elettroni-forza-polare-3434.html