Nato a Buda, in Ungheria (prima che le due città di Buda e Pest si unissero), si laureò in Medicina a Vienna nel 1844 con una tesi sulla vita delle piante.
A quel tempo, evidentemente i confini della medicina erano più estesi di quelli attuali e del resto la cosa si può capire: le piante erano la sorgente di gran parte dei farmaci utilizzati.
Cercò di entrare a far parte di un gruppo di studio universitario che svolgeva ricerche sull’anatomia patologica, poi di un altro gruppo che cercava di migliorare le tecniche di auscultazione e della percussione del paziente.
Ma non trovò posto e allora si rivolse a clinica ostetricia, un ramo della medicina a quel tempo ritenuto meno importante e prestigioso.
Diventò così assistente effettivo alla Allgemeines Krankenhaus, modernissimo ospedale europeo di Vienna; riuscì anche ad avere il permesso di dissezionare e analizzare i cadaveri delle donne morte “di parto” (diremmo autopsie, se avessero potuto individuare la causa della morte).
In quel tempo, attorno al 1846, morire di parto era ancora una cosa abbastanza frequente, sia per la notevole incapacità di far fronte alle complicazioni che possono presentarsi, sia per infezioni batteriche (febbre puerperale) a cui le giovani mamme erano molto esposte. E questo anche nella prestigiosa Scuola Medica Viennese, ricordando che Vienna era la grande capitale di un importantissimo impero europeo, sicuramente conservatore, ma seriamente amministrato.
Nell’ospedale c’erano due diversi reparti o divisioni, il secondo dei quali, fondato nel 1834, era in buona parte gestito dalle ostetriche in tirocinio e quindi sicuramente meno prestigioso.
Nella prima divisione invece operava il fior fiore dei medici anatomisti e patologi dell’ospedale della grande città.
Nella seconda divisione la percentuale delle neo mamme che si ammalavano e morivano di febbre puerperale variava intorno al 4% mentre nel reparto prestigioso tale triste percentuale era vicina al 10%, un vero incubo sia per i dottori che per le partorienti, ovviamente terrorizzate.
Le febbri puerperali non erano certo una esclusiva viennese o austriaca, ma erano diffuse e temute in tutto il mondo.
Ma nessuno ne conosceva la causa.
Le idee, molto confuse, giravano intorno a “miasmi” cioè “aria malsana” ma anche a qualche tentativo di “spiegazione” per mezzo dell’anatomia:
- I fluidi prodotti dall’utero e bloccati al suo interno vanno in putrefazione e poi tale putrefazione si diffonde a tutto il corpo
- L’utero ingrossato dalla gravidanza blocca l’intestino che va quindi in putrefazione, putrefazione che si diffonde poi come nella prima ipotesi.
Ovviamente nessuna di queste ipotesi (errate) era stata minimamente studiata in modo scientifico dagli esperti dottoroni, ricchi di esperienza.
Ma Semmelweiss invece adottò il metodo scientifico.
Cominciò considerare l’ipotesi dell’aria cattiva, aria che effettivamente a Vienna (la rivoluzione industriale comporta l’uso di moltissimo carbone) era piuttosto inquinata.
Questa ipotesi era evidentemente errata, visto che in città il numero delle puerpere morte era “normale”, mentre solo in una parte dell’ospedale era più che doppio.
Allora ipotizzò una componente psicosomatica, legata alla presenza, nel reparto pericoloso, di un sacerdote che passava con una campanella quando si recava a impartire l’estrema unzione.
“Esperimento”: proibì al sacerdote di farsi sentire con la campanella, ma il numero delle morti non diminuì…… quindi…….ipotesi errata.
Nel frattempo era morto un collega di Semmelweiss……….. ma i sintomi della sua malattia erano molto simili a quelli della febbre puerperale….. molto strano,un uomo che sembra “morto di parto”!
Notizia: lo sfortunato collega si era ferito con il bisturi durante l’autopsia di una povera mamma morta di febbre puerperale.
Allora…..altra ipotesi di Semmelweiss;:
• Il contagio avviene per contatto e particolarmente attraverso le ferite…. Qualche cosa di sconosciuto passa dal cadavere della persona deceduta di febbre puerperale ad altre persone, attraverso delle ferite (come quelle che ha qualsiasi donna appena dopo aver partorito)
Adesso sappiamo benissimo che questa è l’ipotesi giusta e che i responsabili sono ovviamente alcuni batteri patogeni, ma a quel tempo bisognava verificarla.
Intanto l’ipotesi è compatibile con i dati: la percentuale di mortalità più alta è proprio nella prima divisione, dove lavorano i medici anatomisti, che prima dissezionano i cadaveri e poi visitano le pazienti.
Ordine di Semmelweis, maggio 1847: dopo la dissezione dei cadaveri e comunque prima di visitare o di medicare le puerpere è obbligatorio lavarsi le mani con un detergente forte.
Come detergente viene scelto quello utilizzato dagli addetti alle pulizie dei gabinetti pubblici di Vienna, ipoclorito di calcio. Inoltre le lenzuola delle pazienti devono essere sempre pulite.
Il fatto che queste due disposizioni fossero una straordinaria novità ci fa rabbrividire…..rispetto al rituale di lavaggio mani e dei guanti di gomma sterili dei nostri chirurghi….
Risultato dei due provvedimenti: drastica diminuzione dei decessi.
A questo punto ci si immagina che il nostro giovane dottore abbia davanti una brillante carriera……..invece no
L’idea delle lenzuola pulite viene considerata troppo costosa e il lavaggio delle mani una umiliazione per i dottori…. In più Semmelweiss era di nazionalità ungherese e non nascondeva di essere favorevole all’indipendenza dell’Ungheria dall’Austria….
Alla fine fu licenziato dall’ospedale di Vienna e andò a lavorare in patria, all’ospedale di Pest, dove diede immediatamente le stesse disposizioni circa l’igiene, con gli stessi positivi risultati.
Comunque quasi tutti i medici e gli scienziati continuarono ad essergli contro….. Semmelweis nel 1865 fu “ricoverato” (che significa rinchiuso) in un ospedale psichiatrico, dove morì per la depressione e le percosse subite.
Solo nel 1879 Pasteur confermerà le teorie di Semmelweis, spiegandole con la presenza di microrganismi.
Un uomo e uno scienziato che avrebbe meritato più considerazione in vita e semidimenticato anche adesso: abbiamo trovato solo una via Semmelweis, un monumento a lui dedicato e l’Università di Medicina Semmelweis, tutti a Budapest; altre tre vie a lui dedicate si trovano in Ungheria e una a Terlizzi (provincia di Bari) ....poi due francobolli ungheresi, uno tedesco, uno della Repubblica Austriaca e uno della DDR…. Se trovate altro….
2 ( continua )
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