Per esempio, il nucleo dell’uranio-238 si disintegra spontaneamente trasformandosi in piombo-206, un nuclide stabile.
Ogni isotopo radioattivo è caratterizzato da una sua emivita, che è il tempo necessario perché la metà degli atomi di un campione puro dell’isotopo decadano (ossia si trasformino) in un altro elemento. L’emivita o tempo di dimezzamento varia da frazioni di secondi a miliardi di anni: il fermio-255 (elemento transuranico artificiale, numero atomico Z = 100) si dimezza in circa 3 ore, mentre il potassio-40 ha una emivita di circa 1,8 miliardi di anni.
La datazione radiometrica. Il metodo del carbonio-14
Il carbonio-14, isotopo radioattivo del carbonio scoperto nel 1940 da S. Ruben e M. Kame è continuamente prodotto negli strati alti della troposfera e nella stratosfera per l’assorbimento di un neutrone (liberato da altri atomi in seguito a collisioni con i raggi cosmici, particelle ad alta energia, provenienti dallo spazio esterno) da parte di un atomo di azoto (numero atomico Z = 7 e numero di massa A = 14); l’assorbimento del neutrone causa l’espulsione di un protone, per cui il numero atomico si riduce di 1 e il nucleo dell’atomo di azoto diventa un nucleo di carbonio, con numero di massa 14:
Il carbonio C14 presente nell’atmosfera in piccole quantità (1 millimiliardesimo di tutto il carbonio terrestre), viene assorbito dagli organismi attraverso i prodotti della fotosintesi e, nell’organismo vivo, il suo rapporto con l’isotopo 12C, non radioattivo e decisamente molto più abbondante, rimane costante grazie al ricambio continuo. Con la morte dell’organismo, la quantità del 14C si riduce progressivamente, dimezzandosi in 5730 anni, con l’emissione di radiazioni b, e trasformandosi in azoto (14N).
Il metodo del 14C, basato sulla misura del tempo di dimezzamento, permette di datare un qualsiasi reperto archeologico, geologico, idrogeologico, con un’età non superiore ai 60.000 anni (e non inferiore ai 200 anni) misurando l’emissione b e, confrontandola con un reperto attuale, di stabilire dal numero di dimezzamenti l’età del reperto stesso. Il potassio-40,che ha, come detto in precedenza, un’emivita (tempo di dimezzamento) superiore al miliardo di anni, si utilizza per reperti più antichi e per le rocce.
La datazione delle rocce richiede l’utilizzo di radionuclidi con tempi di dimezzamento molto lunghi, come U-238, U-235, Th-232, K-40, Rb-87 come indicato nelle tabella 1:
Il dimezzamento dell’uranio-238 in piombo-206 ha reso possibile stimare l’età della roccia più antica presente sulla Terra (granito della Groenlandia: 3,7 x 10 alla nona anni) e la stessa età della Terra, 4,6 x 10
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